Fine Shutdown negli USA: Cosa aspettarsi per l'economia e i mercati

Lo shutdown USA termina con nuova liquidità in arrivo, incertezze sui dati economici, possibile taglio tassi Fed e calo del petrolio che favorisce scenari meno inflazionistici nel 2026.

Caffè con Cesarano ristretto cover

Dopo la chiusura degli uffici pubblici più lunga della storia americana, oltre quaranta giorni, lo shutdown finalmente è terminato. Questa nuova fase porta con sé una massiccia iniezione di liquidità e diverse incognite sull’evoluzione dell’economia.

Shutdown USA: liquidità in arrivo e rallentamento nei dati macro

Con la riapertura, il Governo americano può ora utilizzare miliardi di dollari accumulati non spesi durante la chiusura, per pagare arretrati come stipendi pubblici e sussidi agricoli. Questa forte disponibilità di risorse promette di influenzare positivamente i mercati finanziari.

Tuttavia, la Casa Bianca ha deciso di cancellare la pubblicazione dei dati economici di ottobre, compresi quelli di inflazione e mercato del lavoro, rinviando un quadro aggiornato a settimane successive. Ciò genera incertezza, anche per la Fed, che potrebbe trovarsi senza dati sufficienti per la riunione chiave del 10 dicembre.

Fed e politiche monetarie: tassi di interesse in bilico

Nel frattempo, esponenti della Federal Reserve, come il presidente della Fed di New York Williams, segnalano tensioni nel mercato monetario e la necessità di un possibile nuovo quantitative easing. L’obiettivo è mantenere alta la liquidità per sostenere l’economia, mentre si valuta l’eventuale taglio dei tassi d’interesse.

In arrivo anche l’approvazione per le banche americane di acquistare titoli di Stato con minor assorbimento patrimoniale, un altro segnale che punta a mantenere i tassi obbligazionari sotto controllo. Questo supporta un contesto di alta liquidità che potrebbe continuare a sostenere il mercato.

Mercati finanziari e settore tech: segnali contraddittori

Nonostante la liquidità abbondante, il settore tecnologico e dell’intelligenza artificiale mostra segni di sotto-performace e lateralità, mentre i mercati obbligazionari manifestano timori crescenti sull’indebitamento e rischio default, come evidenziato dai CDS (credit default swap) di società come Oracle.

Nel complesso, però, i mercati europei – trainati dalle banche – hanno registrato performance migliori degli Stati Uniti, beneficiando della situazione favorevole.

Prezzo del petrolio e inflazione: scenari per Fed e BCE

I prezzi del petrolio continuano a scendere, con il Brent vicino a 62 dollari e il petrolio texano sotto i 60, grazie a un’offerta abbondante da OPEC Plus e segnali di riavvicinamento Russia-Ucraina nei negoziati di Istanbul.

Questa discesa riduce le pressioni inflazionistiche, aprendo potenzialmente la strada a tagli più consistenti dei tassi da parte della Fed e della BCE nel 2026. La BCE potrebbe addirittura discutere di riduzioni significative già nella riunione di dicembre, con particolare spinta da paesi come la Francia e l’area del Sud Europa.

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Antonio  Cesarano

Macroeconomista e Responsabile Strategia Finanziaria