Bolla AI? Investimenti alle stelle e i mercati in attesa di Powell

Boom di investimenti sull’AI: tra euforia, costi elevati e timori di bolla. Le big tech rivedono le strategie, i mercati osservano. Cosa ci attende nei prossimi mesi?

Caffè con Cesarano ristretto cover

Eccesso di investimenti nell’Intelligenza Artificiale

Negli ultimi mesi il tema dell’eccesso di investimenti sull’AI è entrato con forza nel dibattito tra analisti e operatori. Pur restando un filone promettente sul lungo periodo, nel breve si intravedono segnali di surriscaldamento: una parte rilevante della spesa è stata finanziata anche a leva, e cresce l’ipotesi che alcune aziende debbano ridimensionare i piani, tenendo maggiormente conto dei costi rispetto ai ricavi attesi.

L’“effetto lampadina”: costi alti ma spalmati

Diverse big tech statunitensi hanno mitigato l’impatto dei costi rivedendo le stime di durata utile dei server, passate da tre a quattro/cinque anni. In pratica, i costi vengono distribuiti su un periodo più lungo, sostenendo i margini annuali. È il cosiddetto “effetto lampadina a LED”: prezzo iniziale più elevato, ma durata maggiore che rende il costo complessivo più gestibile.

Mercati e narrativa: tra prese di profitto e dibattito pubblico

Le discussioni sull’AI hanno trovato eco anche sui mercati azionari, favorendo qualche presa di profitto. Alcuni articoli circolati negli ultimi giorni hanno alimentato il confronto su costi, ritorni e rischi, un tema destinato a rimanere al centro dell’attenzione.

Banche centrali: Jackson Hole in primo piano

L’attenzione si concentra sul discorso di Jerome Powell a Jackson Hole. Dopo le ultime minute della Fed (precedenti agli aggiornamenti sul mercato del lavoro, poi rivisti al ribasso), il Comitato appariva ancora più preoccupato dall’inflazione rispetto al raffreddamento dell’occupazione. Possibile un’apertura a un taglio dei tassi, ma con caveat e condizioni stringenti.

Pressioni politiche e governance della Fed

Nel frattempo, sullo sfondo si muove la politica: si è parlato della volontà di cambiare la composizione del board della Fed e di presunte iniziative contro una componente nominata dall’amministrazione precedente. Segnali che aggiungono incertezza alla lettura del percorso dei tassi.

La BCE tra crescita debole e settembre alle porte

Christine Lagarde ha indicato attese di rallentamento della crescita, che saranno considerate nelle nuove stime. Nonostante ciò, il mercato assegna probabilità prossime allo zero a un taglio dei tassi già a settembre.

Geopolitica: Ucraina, dottrina di priorità e il ruolo della Cina

Sul fronte ucraino, filtrano indiscrezioni di una minore disponibilità statunitense a fornire garanzie di sicurezza estese, anche per la copertura aerea, complice l’esigenza di concentrare risorse sul vero competitor strategico: la Cina. È la logica di una dottrina che privilegia il confronto con Pechino e invita gli alleati europei ad assumere più oneri diretti.

Valute e stablecoin: dollaro vs yuan

La rivalità si riflette anche nelle valute digitali. Da un lato gli Stati Uniti guardano a stablecoin ancorate al dollaro (con il potenziale effetto di supportare il finanziamento del deficit via maggiore domanda di titoli di Stato); dall’altro la Cina spinge per una stablecoin in yuan, con l’obiettivo di ridurre il rischio di fughe di capitali. Il tema promette di restare caldo nei prossimi mesi.

Occhi sui dati e sulle trimestrali: consumi e dazi alla prova

Nelle prossime ore l’attenzione è puntata sui dati preliminari dell’area euro e sulla trimestrale di Walmart, cartina tornasole per capire se i dazi stiano iniziando a pesare sui prezzi al consumo finali. Resta da valutare fino a che punto i retailer trasferiranno i maggiori costi ai clienti.


Scegli la tua piattaforma e ascolta il podcast


Hai dubbi o domande? Scrivici

Risponderemo nel prossimo episodio

Questo campo non può essere vuoto
Questo campo non può essere vuoto

Antonio  Cesarano

Macroeconomista e Responsabile Strategia Finanziaria