Per fare tutto ci vuole un chip. Il certificate sui big del settore rende l'11,04%
Il certificato d'investimento ISIN DE000VU595N2 di Vontobel investe su ASML, Infineon e STM, rende l'11,04% annuo e protegge fino al 50% dello strike. Durata tre anni e possibilità di autocall.

Dalla comunicazione alla medicina, dalla mobilità all'efficienza energetica, la presenza dei semiconduttori è onnipresente. D’altronde i chip sono considerati il "cervello" dell'elettronica moderna e costituiscono la chiave di quasi tutto ciò che caratterizza la nostra società contemporanea.
Data la loro importanza e soprattutto la complessità della loro fabbricazione, i microchip sono diventati anche un punto di contesa in ambito geopolitico. Oltre alla sfida della competitività, attualmente è imperativo per imprese e governi riportare la produzione localmente per garantire efficienza e rafforzare la sicurezza.
Per investire su questo comparto in evidenza il certificato di Vontobel ISIN DE000VU595N2 che replica il paniere composto da STM, Infineon e ASML. In arrivo il premio mensile con data di osservazione lunedì 18 dicembre dello 0,92% condizionato ad un livello barriera profondo posto al 50% dello strike. Stesso livello barriera per il rimborso a scadenza del capitale. Durata 3 anni e possibilità di scadenza anticipata da gennaio 2024.
Prima di approfondire le caratteristiche di questo prodotto, come sempre vediamo di contestualizzarlo.
Investire sui semiconduttori
Il settore dei chip torna a crescere. Secondo le stime di Gartner, il settore dovrebbe chiudere l’anno in calo del 10,9% rispetto al 2022 con un fatturato globale stimato a 534 miliardi di dollari. Tuttavia, il mercato dovrebbe risollevarsi nel 2024 con una crescita del 16%, portando il valore complessivo a 624 miliardi di dollari.
Alan Priestley, VP Analyst di Gartner, commenta: “Siamo alla fine del 2023 e la forte domanda di chip per supportare i carichi di lavoro dell’intelligenza artificiale (AI), come le unità di elaborazione grafica (GPU), non sarà sufficiente a salvare il settore dei semiconduttori da un calo a due cifre nel 2023. La riduzione della domanda da parte dei clienti di smartphone e PC, unita alla debolezza della spesa per i data center e gli iperscaler, stanno influenzando il calo dei ricavi di quest’anno”.
Nonostante le sfide attuali, le prospettive per il 2024 appaiono più positive, con una proiettata ripresa del settore. Si prevede che il fatturato di tutti i tipi di chip aumenterà, trainato in particolare dalla crescita a due cifre del mercato delle schede di memoria. Nel dettaglio, quest’ultimo mercato quest’anno registrerà una diminuzione del 38,8% a 35,4 miliardi a causa di una debole domanda, associata a un calo dei prezzi dovuto a sovrapproduzione. Ma già nei prossimi 3-6 mesi le condizioni per i fornitori miglioreranno e nel 2024 le Nand saranno protagoniste di una inversione di rotta che le porterà a registrare un fatturato di 53 miliardi (+49,6%).
Il primato nella progettazione di chip va agli Stati Uniti, mentre la Cina rimane un attore chiave lungo l'intera catena di produzione, coprendo il 38% della richiesta per assemblaggio, confezionamento e test. Tuttavia, la leadership del mercato è detenuta dal Taiwan (tramite TSMC) e dalla Corea del Sud (tramite Samsung), essendo i principali fornitori di microchip all'avanguardia, rispettivamente responsabili del 90% e del 10% delle tecnologie più avanzate.
Gli investimenti da parte di tutti i Paesi continuano ricorrendo a varie forme di sostegno finanziario.
Lo scorso agosto 2022 gli USA hanno varato il CHIPS and Science Act, stanziando oltre 50 miliardi di dollari di risorse pubbliche nella produzione nazionale di chip (a cui sono seguiti, nell’ultimo anno, investimenti privati per oltre 200 miliardi di dollari).
Dal canto suo, la Cina sarebbe pronta a varare un nuovo fondo di oltre 40 miliardi di dollari per rilanciare le ambizioni di autosufficienza della propria industria nazionale dei semiconduttori, ancora in ritardo sul piano delle produzioni più avanzate e sofferente a causa delle restrizioni all’export tecnologico poste in essere dagli USA e dei suoi partner.
L’Europa non rimane ferma e anche lei vuole rafforzare la propria capacità produttiva. Nel febbraio 2022, la Commissione europea ha proposto un’ampia serie di misure, strutturate su più livelli di intervento, per rafforzare la produzione UE di chip, con l’obiettivo di prevenire future crisi degli approvvigionamenti e quadruplicare la capacità produttiva dei 27, fino a raggiungere un quinto dell’offerta globale entro il 2030. Le proposte hanno trovato spazio nel Regolamento (UE) 2023/1781 del Parlamento Europeo e del Consiglio, il cosiddetto “Chips Act”, entrato in vigore il 21 settembre.
A tal riguardo, pochi giorni fa la Commissione europea ha ufficialmente inaugurato il Chips Joint Undertaking (Chips JU), ovvero l'impresa comune sui chip che mira a rinforzare l'ecosistema europeo dei semiconduttori e la leadership tecnologica dell'UE.
L'obiettivo è colmare il gap tra ricerca, innovazione e produzione in modo da facilitare la commercializzazione di idee innovative. Il Chips JU, tra le altre cose, realizzerà linee pilota per la quale la Commissione ha annunciato un primo bando da 1,6 miliardi di euro di fondi europei. Si prevede che a questa cifra corrispondano fondi provenienti dagli Stati membri per raggiungere i 3,3 miliardi di euro, oltre a ulteriori fondi privati.
Si è inoltre tenuta la prima riunione dell'European Semiconductor Board (ESB). Il Comitato riunisce gli Stati membri per fornire consulenza alla Commissione sull'attuazione dello European Chips Act e sulla collaborazione internazionale nel settore dei semiconduttori. Lo ESB sarà il luogo dove si terrà il coordinamento tra la Commissione, gli Stati membri e le parti interessate per affrontare le questioni relative alla resilienza della catena di approvvigionamento e alle possibili risposte alla crisi.
La Chips JU è il principale attuatore dell'iniziativa Chips for Europe, che ha un budget totale previsto di 15,8 miliardi di euro fino al 2030. Chips JU mira a rafforzare l'ecosistema dei semiconduttori e la sicurezza economica dell'Europa gestendo un budget previsto di quasi 11 miliardi di euro entro il 2030, fornito dall'UE e dagli Stati partecipanti.
Sui mercati finanziari, da inizio anno il principale indice di riferimento Stoxx Europe 600 Technology, che racchiude le 600 aziende tecnologie europee ponderate per la capitalizzazione, registra una performance a doppia cifra di circa il 30%.

Scegliere la migliore soluzione d’investimento per investire nel settore chip europeo
Dato il contesto incerto del settore, il suggerimento è quello di muoversi con prudenza e scegliere le migliori soluzioni di investimento per proteggere il capitale a scadenza e soprattutto farlo fruttare.
Uno strumento, che combina le esigenze di protezione e profitto, è il nuovo certificato d’investimento codice ISIN DE000VU595N2 emesso da Vontobel che punta su ASML, STM e Infineon.
Da inizio anno le performance dei tre sottostanti sono positive, quella che spicca è STM con un aumento del +33%, seguita da Infineon con un +29,46% e infine quella di ASML con un +28,82%.

Rendimento cedolare del 11,04%
Il prodotto prevede lo stacco di premi mensili di importo pari a euro 0,92, a condizione che nelle date di osservazione tutti e tre i sottostanti non scendano oltre al profondo livello barriera molto profondo fissato al 50% dello strike. La prossima data di osservazione è fissata per il 18 dicembre 2023.
Tutti i premi godono dell’effetto memoria, ciò significa che, se i livelli dei tre sottostanti toccano o superano il livello barriera in una qualsiasi data di osservazione mensile dei premi, oltre ad essere pagato il premio mensile, vengono recuperati tutti i premi non incassati in precedenza.
Scadenza anticipata
Il certificate gode della possibilità di rimborso anticipato con osservazione mensile che sarà attivo da gennaio 2024, che scatterà se i tre sottostanti si riporteranno ad un valore superiore a quello iniziale. Da luglio 2024 cambia leggermente il meccanismo perché per far scattare il rimborso anticipato le quotazioni dei sottostanti dovranno superare il 95% del Valore iniziale e così via. Ogni semestre il livello di autocall scenderà del 5% fino a raggiungere l’80% dell’ultima data di valutazione di marzo 2026.
Se la condizione, nelle date di autocall mensili, non sarà soddisfatta, il prodotto continuerà a quotare fino alla scadenza naturale fissata al 20 aprile 2026.
Rimborso a scadenza
Nel caso in cui non si sia verificato l’evento di scadenza anticipata, il prodotto scadrà alla data naturale fissata ad aprile 2026. Alla data di osservazione finale si possono verificare due scenari:
se tutti e tre i sottostanti sono ad un valore uguale o superiore del livello barriera, l’investitore riceve il rimborso dato dalla somma del nominale di importo pari a 100 euro, il premio mensile in corso e quelli eventualmente mai distribuiti (per effetto memoria);
se uno dei sottostanti si trova sotto il livello barriera l’investitore subisce una perdita. La perdita corrisponde al prodotto tra il valore nominale e la performance del peggiore sottostante rispetto al proprio strike.
Qui di seguito i riferimenti e le distanze aggiornate.

Al momento tutti e tre i sottostanti si trovano al di sopra del livello barriera, questo incrementa la probabilità che l’investitore incassi il premio di 0,92 euro a dicembre. Inoltre, oggi è interessante acquistare il certificato perché quota sotto la pari e si traduce in un rendimento medio annuo potenziale di circa il 10,64%, al lordo delle imposte.
Disclaimer:
Il Certificate è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7.
L’investitore è esposto anche al rischio default dell’emittente e alla perdita totale del capitale investito, in caso di azzeramento del valore di uno dei sottostanti.
Ricordiamo, prima dell’adesione, di leggere attentamente il prospetto di base, ogni eventuale supplemento, la nota di sintesi, le condizioni definitive e il documento contenente le informazioni chiave (KID) e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’investimento, ai costi e al trattamento fiscale relativi ai prodotti finanziari ivi menzionati reperibili sul sito dell’emittente. Clicca qui.
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