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Enel, Eni e UniCredit: il Certificate su Blue Chip rende l’11%

Il Cash Collect XS2664590929 di BNP Paribas investe su Eni, Enel e Unicredit. Ha durata tre anni e paga premi mensili con memoria dello 0,93%, condizionati da una barriera al 50% (valida a scadenza).

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Piazza Affari si avvia a chiudere l’anno con un guadagno dell’indice Ftse Mib del 25%, il rialzo più consistente fra le Borse europee. Il risultato cancella i patimenti subiti nel 2022, che era terminato con un calo del 13,3%. Proprio perché il 2023 è stato un anno ottimo sia per le azioni che per i bond, nessun investitore potrà godersi a pieno i fuochi d’artificio senza avere già in testa un’ipotesi di strategia per il 2024. Ma non è facile. L’anno nuovo si annuncia denso di incognite, di opportunità e di rischi come non mai.

Mentre infuria la guerra in Ucraina e nella striscia di Gaza, il prezzo del petrolio si muove a causa dei missili sparati contro le navi in transito nel Mar Rosso dai fiancheggiatori di Hamas con base nello Yemen. L’Iran minaccia rappresaglie contro Israele che ha ucciso in Siria un suo generale, comandante delle Guardie rivoluzionarie.
L’elenco dei grandi eventi geopolitici in grado di muovere i mercati comprende l’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti, in programma a novembre 2024, e le elezioni per il nuovo Parlamento europeo a giugno. Già a gennaio invece ricordiamo le elezioni a Taiwan.

Non c’è dubbio che per i mercati il focus del 2024 saranno i tagli dei tassi di interesse da parte di Fed e Bce, dopo gli incoraggianti segnali di calo dell’inflazione. Oggi gli investitori stanno scommettendo su una prossima riduzione dei tassi molto più decisa e rapida (sei tagli nei prossimi 12 mesi) di quanto i banchieri centrali lascino immaginare.

Tagli dei tassi e rallentamento dell’economia globale

La domanda è se basteranno i tagli dei tassi a sostenere i mercati in uno scenario che prevede il rallentamento dell’economia globale, con conseguente flessione degli utili aziendali. Secondo l’ultimo sondaggio condotto da Bank of America fra analisti e gestori, la maggioranza degli interpellati (66%) si aspetta un rallentamento dell’economia globale nel 2024, un rallentamento non brusco, definibile “soft landing” (atterraggio morbido). Esiste comunque un 23% di addetti ai lavori che si prepara a un “hard landing”, cioè a una recessione severa, mentre solo il 6% pensa che l’economia globale non rallenterà.

In un quadro del genere qualsiasi scelta di investimento comporta rischi elevati. Basti pensare ai “Magnificent Seven”, i colossi del tech americano che da soli hanno generato oltre il 60% del rialzo dell’S&P500. In media queste società (Apple, Amazon, Alphabet, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla) sono salite quest’anno del 50% e il boom dell’intelligenza artificiale, che ha alimentato la spinta, è solo agli inizi. Per ogni investitore pronto a replicare la scommessa sui Seven, ce n’è un altro che parla di bolla che deve scoppiare.

Quando è forte l’incertezza è tempo di certificate

Viene da dire che quando nel gioco prevale l’incertezza è tempo dei certificate. Il grande pregio di questi prodotti è di riuscire a coniugare l’offerta di rendimenti interessanti con una forte dose di protezione del capitale. Un ottimo esempio è il certificate con ISIN XS2664590929 che il 10 gennaio pagherà il primo dei 36 bonus mensili destinati a soddisfare le aspettative degli investitori che hanno scelto questo strumento per ottenere nei prossimi tre anni un rendimento dell’11,16% a fronte di un rischio decisamente contenuto.

Si tratta del più classico dei certificate, un Memory Cash Collect emesso a fine novembre da BnpParibas. Con questo strumento si investe su tre dei principali titoli della Borsa italiana: Enel, Eni e Unicredit.

Rendimento dell’11% e barriera al 50%. I dettagli del prodotto

Un rendimento dell’11% quando i Btp decennali rendono il 3,5% è un premio all’investimento molto consistente. Un premio che va a remunerare il rischio rappresentato dalla barriera al 50%. Ogni mese, alle date stabilite per l’osservazione, nessuna delle tre azioni sottostanti dovrà accusare un ribasso superiore al 50% rispetto alla data di Valutazione iniziale (fixing). Se dovesse succedere, quel mese la cedola non verrà pagata. Attenzione: cedola non pagata non vuole dire cedola persa. Il premio resterà nella memoria del certificate per venire poi corrisposto alla prima scadenza successiva in cui tutti e tre i sottostanti saranno di nuovo sopra la barriera (Effetto memoria).

Infine, alla scadenza finale del novembre 2026 la barriera al 50% giocherà a difesa del capitale investito, che sarà rimborsato al 100% del valore nominale del certificate (100 euro) anche se nel frattempo le quotazioni dei sottostanti saranno scese rispetto ai valori iniziali (i prezzi di chiusura del 29 novembre 2023). Questa protezione garantisce fino a un ribasso massimo del 50%. Se alla scadenza finale del 30 novembre 2026 anche solo uno dei sottostanti dovesse accusare un ribasso superiore al 50%, l’investitore verrà penalizzato con il certificate rimborsato non più a 100 euro, ma a un valore proporzionale alla performance del peggiore dei sottostanti. Facciamo un esempio: nell’ipotesi che il peggiore dei tre titoli accusi un ribasso del 60%, il certificate verrà rimborsato al 40% del valore nominale, cioè a 40 euro.

Possibile il rimborso anticipato a discrezione dell’emittente

È chiaro che, grazie all’effetto memoria, la scadenza fondamentale per avere il rendimento massimo offerto dal certificate (11,16% all’anno) è l’ultima data di osservazione del 30 novembre 2026. Se quel giorno tutti i tre i sottostanti saranno sopra la barriera (o allo stesso livello), l’investitore riceverà l’ultimo bonus e tutto le cedole eventualmente non pagate e trattenute nella memoria del prodotto. Viceversa, con anche un solo sottostante sotto la barriera, non verrà pagata l’ultima cedola e non verranno pagate le cedole eventualmente custodite in memoria.

Alla descrizione tecnica del prodotto manca un solo punto: il possibile rimborso anticipato, che potrà scattare a totale discrezione dell’emittente (BNP Paribas) in una qualsiasi delle date mensili di osservazione a partire da settembre 2024.

I livelli di riferimento del certificate XS2664590929

Passato un mese dalla sua emissione, il certificate è scambiato sul mercato secondario a un prezzo molto vicino al valore nominale (100,5 euro). Nel frattempo, sia Eni che Enel si sono mossi al rialzo rispetto ai Valori iniziali, mentre Unicredit ha perso leggermente terreno per il timore che una discesa dei tassi di interesse vada a ridurre la redditività delle banche.

La tabella qui sotto evidenzia i livelli di riferimento del certificate XS2664590929

Per quanto riguarda i tre titoli su cui investe il certificate, si tratta delle più apprezzate blue chip della Borsa italiana.

Anche dopo il rialzo del 25% Piazza Affari risulta essere un mercato interessante grazie a un multiplo prezzo/utili decisamente poco caro, intorno a 10 volte, in presenza di un rendimento dei dividendi di oltre il 4%. Va detto, però, che è atteso un forte rallentamento della crescita degli utili a causa della congiuntura economica internazionale e nazionale e della probabile stabilità dei profitti delle banche, non più in crescita dopo lo stop al rialzo dei tassi.
Unicredit ha messo a segno nel 2023 un rialzo dell’82%.  Moody’s ha sottolineato che la forza del settore bancario italiano è migliorata significativamente. Un lento ma graduale consolidamento nel sistema ha portato a una migliore efficienza operativa e a complessivi miglioramenti della redditività.

Un settore su cui diversi analisti sono positivi per il prossimo anno sono le utility. Enel è attesa a un riscatto dopo i recenti passi falsi in seguito alla notizia del declassamento d parte di S&P sul rating di lungo termine abbassato da BBB+ a BBB con outlook stabile. Secondo gli esperti di Equita Sim si tratta di una "notizia negativa, tuttavia già indirizzata dal nuovo piano Enel che prevede la conferma del piano di cessioni con 11,5 mld attesi a contribuire nel 2023-24 (di cui la maggior parte nel 2024) ed un debito/ebitda previsto sotto 2,5 (2,3 a fine piano) rispetto al valore di 2,75 atteso a fine 2023”.

Il calo dei tassi sarà un vantaggio per Eni, che nei quattro anni 2023-2026 prevede di investire oltre 6 miliardi di euro nell’upstream petrolifero e 6,5 miliardi nelle nuove iniziative della Green value chain. Nel 2023 le azioni Eni sono salite del 12,6%.

Disclaimer:

Il Certificate è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7. L’investimento in questa tipologia di Certificate espone il risparmiatore al rischio default dell’emittente. Tutti i rendimenti espressi sono al lordo delle imposte.

La presente comunicazione non integra in alcun modo consulenza nemmeno generica o ricerca in materia di investimenti, non è stata preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e non è soggetta ad alcun divieto che proibisca le negoziazioni prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti.

Ricordiamo, prima dell’adesione, di leggere attentamente il prospetto di base, ogni eventuale supplemento, la nota di sintesi, le condizioni definitive e il documento contenente le informazioni chiave (KID) e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’investimento, ai costi e al trattamento fiscale relativi ai prodotti finanziari ivi menzionati reperibili sul sito dell’emittente: clicca qui.

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