Decisione della FED sui tassi di interesse: perché è importante?

Ieri sera, il 19 marzo 2025, è stato rilasciato il dato sui tassi d’interesse da parte della FED: tassi invariati, ma segnali di tagli durante il 2025. Cosa c’è dietro la mossa della FED?

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Perché è importante la decisione della FED sui tassi di interesse?

  • Chi è la FED e cosa fa: La Federal Reserve è la banca centrale degli Stati Uniti e gestisce la politica monetaria, influenzando i tassi d'interesse per mantenere l'equilibrio tra inflazione e occupazione.

  • Il funzionamento dei tassi d'interesse: I tassi della FED influenzano i tassi di interesse su prestiti, mutui e investimenti. La FED può alzarli per frenare l'inflazione o abbassarli per stimolare l'economia, con impatti diretti sui mercati azionari e obbligazionari.

  • Il ruolo delle dichiarazioni della FED: Le decisioni della FED, inclusi i discorsi del presidente Jerome Powell e il Dots Plot (previsioni sui tassi), sono cruciali per i mercati, poiché indicano la direzione futura della politica monetaria e influenzano le aspettative degli investitori.

La FED ha lasciato invariati i tassi, segnalando che possano esserci dei tagli durante il 2025, notizie positive per i mercati. Ma facciamo un passo indietro. Chi è la FED? 

La Federal Reserve (FED), ovvero la banca centrale degli Stati Uniti, ha il compito di garantire la stabilità dell’economia attraverso il controllo della politica monetaria. Uno degli strumenti più importanti a sua disposizione è proprio la gestione dei tassi d’interesse a breve termine che in termini semplici lo possiamo paragonare al “costo del denaro”. In altre parole, quanto “costa” un prestito, un mutuo o un investimento? Perché ogni decisione della FED in merito ai tassi è attentamente monitorata dagli investitori? Ma soprattutto, cosa giustifica la decisione della FED in merito ai tassi d’interesse? Ve lo spieghiamo noi.

Che cos’è il tasso di riferimento della FED?

Il tasso di interesse di riferimento della FED, noto come Federal Funds Rate, è il tasso a cui le banche si prestano denaro a breve termine (generalmente overnight) nel mercato interbancario. In altre parole, il tasso utilizzato tra le banche statunitensi per prestiti molto brevi, ovvero scambi fatti internamente al sistema bancario affinché tutte le banche possano soddisfare i requisiti minimi di liquidità imposti dalla FED.

La Federal Reserve non impone direttamente questo tasso, ma lo influenza attraverso un sistema a corridoio (money market corridor), stabilendo i due tassi chiave (BID-ASK):

  • Il tasso di interesse sulle riserve (Interest on Reserve Balances, IORB), ovvero il tasso d’interesse (BID) che le banche possono ricevere se depositano la loro liquidità in eccesso presso la Banca Centrale. Questo tasso funge da “floor”, poiché le banche non hanno incentivo a prestare del denaro ad un tasso inferiore rispetto a quello che ricevono depositando riserve presso la FED;
  • Il tasso di sconto (Discount Rate o Primary Credit Rate), ovvero il tasso d’interesse (ASK) a cui la FED è disposta a prestare del denaro alle altre banche per operazioni overnight. Questo tasso rappresenta il “ceiling”, poiché le banche evitano di prendere in prestito nel mercato interbancario a un tasso più alto di quello a cui possono ottenere fondi direttamente dalla FED.

In questo modo, la FED guida l'Effective Federal Funds Rate (EFFR) affinché si mantenga entro questo intervallo e si avvicini al Target Federal Funds Rate, il tasso di riferimento definito dalla banca centrale.

Oltre a questo sistema, la FED può influenzare ulteriormente il tasso d’interesse attraverso operazioni di mercato aperto, come l'acquisto o la vendita di titoli di Stato, e regolando la quantità di riserve disponibili nel sistema bancario. Nel dettaglio:

  • Se la FED vuole abbassare i tassi, aumenta la liquidità nel sistema acquistando titoli di stato dalle banche. In questo modo le banche hanno più riserve disponibili e non hanno bisogno di ulteriori prestiti da altre banche, portando quindi quest’ultime ad abbassare i tassi per incentivare l’utilizzo del denaro in eccesso delle riserve. È importante sottolineare che quando i tassi sono già molto bassi (vicini allo zero), la FED applica la politica del quantitative easing (QE), un fenomeno che stimola l’economia attraverso la grande quantità di titoli a lungo termine (non solo di stato, ma anche mortgage-backed securities);
  • Se la FED vuole alzare i tassi, vende i titoli di stato alle banche che, avendo meno riserve disponibili, hanno bisogno di prendere in prestito più denaro dalle altre banche per ritornare a rispettare i requisiti minimi di riserva. A seguito di questo innalzamento di domanda, il costo del denaro (e quindi il tasso d’interesse) diventa più alto. Qui è importante citare anche il fenomeno del quantitative tightening (QT), ovvero una politica in risposta al QE: in sintesi, l’obbiettivo è quello di ridurre gradualmente la liquidità nel sistema finanziario non solo attraverso la vendita dei titoli ma lasciando anche scadere i titoli nel portafoglio.  

È corretto evidenziare che il Federal Funds Rate rappresenta il tasso di riferimento per molti altri tassi di interesse praticati da banche e altre istituzioni finanziarie, come quelli applicati a prestiti, mutui e carte di credito. Tuttavia, i tassi effettivi per consumatori e imprese non sono identici al tasso utilizzato come benchmark, in quanto dipendono anche da altri fattori specifici alla propria clientela e tipo di operazione, come il rischio di credito e la durata del finanziamento.

FED, come funziona la decisione sui tassi?

Come anticipato, la decisione sui tassi di interesse è presa dal Federal Open Market Committee (FOMC), il comitato della Federal Reserve responsabile della politica monetaria negli Stati Uniti. Questo organo si riunisce circa otto volte all’anno (ca. ogni sei settimane) per analizzare la situazione economica e decidere se aumentare, ridurre o mantenere invariati i tassi di interesse. È importante sottolineare che queste riunioni posso essere anche organizzate ad-hoc, a seguito di momenti di crisi o recessioni importanti.

La decisione si basa su diversi fattori macroeconomici, tra cui il livello di inflazione, la crescita del PIL, il tasso di disoccupazione e altri indicatori finanziari. Nel dettaglio:

  • Se l’inflazione è alta e fuori controllo, la FED adotta una strategia restrittiva, alzando i tassi per rendere il credito più costoso e rallentare la domanda, contribuendo così a raffreddare i prezzi;
  • Al contrario, se l’economia è debole, la FED può adottare una strategia espansiva, riducendo i tassi per incentivare i prestiti, i consumi e gli investimenti.

È importante sottolineare che a livello mondiale, spesso la FED da più priorità ai dati della disoccupazione mentre la Banca Centrale Europea (BCE) si concentra principalmente sull’inflazione.

Il dilemma della FED: l’importanza dell’equilibrio

E fino a qui sembra tutto semplice: se vogliamo aiutare l’economia riduciamo i tassi, se vogliamo raffreddarla li alziamo. Parola errata: “semplice”. La verità purtroppo è che è molto più complesso di come sembra, in quanto ogni decisione può avere conseguenze negative in altri aspetti dell’economia. Andiamo passo per passo:

Ad oggi, gli obbiettivi della Fed sono riassunti su due aspetti:

  • La piena occupazione (priorità sull’inflazione);
  • La stabilità dei prezzi (inflazione), accompagnata ad una crescita sostenibile.

La complessità della decisione della FED deriva dal fatto che questi obiettivi principali sono strettamente interconnessi. Infatti, una decisione presa per affrontare uno di questi obiettivi può avere effetti negativi sull’altro.

Ricordate lo scorso articolo L'umore dei mercati ed i dati di mercato USA quando abbiamo commentato i dati sull’occupazione USA, peggiori delle attese di mercato? Ipotizziamo che a seguito di questi dati la FED decidesse di abbassare il tasso di interesse per stimolare la crescita e ridurre la disoccupazione. Questo potrebbe compromettere la stabilità dei prezzi, a seguito di una strategia espansiva che incentivi consumi ed investimenti portando all’innalzamento dei prezzi.

Doppio mandato della FED

Fonte: Websim Elaborations | Bloomberg

In sintesi, la FED deve affrontare il dilemma di bilanciare le proprie decisioni costantemente per cercare di mitigare le conseguenze negative delle proprie decisioni. Questo fenomeno viene rinominato il Dual Mandate Seesaw, in quanto rappresenti come la priorità su un aspetto possa sbilanciare l’equilibrio economico.  

Gli effetti della FED sui mercati azionari e obbligazionari

Le decisioni sui tassi di interesse della Federal Reserve hanno un impatto diretto e significativo sui mercati azionari e obbligazionari. Dal punto di vista azionario:

  • Quando la FED aumenta i tassi di interesse, le azioni tendono a perdere valore, poiché il costo del denaro più elevato rende meno attraenti gli investimenti in azioni rispetto ad altre opzioni, come le obbligazioni a rendimento più alto. Inoltre, l’aumento dei tassi può rallentare l'economia, riducendo i profitti aziendali e influenzando negativamente le aspettative degli investitori;
  • Al contrario, quando la FED riduce i tassi, le azioni generalmente tendono a salire. Un abbassamento dei tassi rende più economico il credito, stimolando consumi e investimenti, e quindi aumentando i profitti aziendali e il valore delle azioni.

Per gli investitori nel mercato azionario, le mosse della FED offrono quindi sia opportunità che rischi. Quando i tassi sono bassi, gli investitori potrebbero cercare rendimenti più elevati investendo in azioni, ricercando un profilo di rischio più elevato.  Al contrario, se i tassi aumentano, gli investitori potrebbero cercare di proteggere i propri portafogli concentrandosi su settori più difensivi, che tendono a essere meno sensibili agli aumenti dei tassi.

Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, la relazione tra tassi di interesse e prezzi dei bond è inversa.

  • Se la FED aumenta funds rate, i tassi delle obbligazioni tendono ad aumentare, poiché i nuovi titoli emessi offriranno tassi più elevati, facendo scendere il valore delle obbligazioni esistenti. Questo accade perché i vecchi titoli, che pagano interessi più bassi, diventano meno attraenti in un ambiente con tassi più alti;
  • Al contrario, quando i tassi chiave scendono, i tassi obbligazionari si abbassano, ma il valore delle obbligazioni esistenti aumenta, rendendole più preziose poiché offrono rendimenti superiori rispetto ai nuovi titoli emessi a tassi più bassi.

Reazione mercati al movimento dei tassi

Fonte: PIMCO

Inoltre, in un contesto di tassi in crescita, potrebbe essere utile ridurre l'esposizione a obbligazioni a lunga scadenza, che presentano una duration (tempo medio ponderato necessario per recuperare il capitale investito) più elevata e sono quindi più sensibili all'aumento dei tassi, subendo maggiori perdite di valore. Al contrario, le obbligazioni a breve scadenza, avendo una duration più bassa, risentono meno delle variazioni dei tassi e offrono la possibilità di reinvestire il capitale investito a rendimenti più elevati man mano che i tassi salgono.

Sottolineiamo che, le obbligazioni con cedole più alte tendono ad avere una duration inferiore, poiché il capitale viene restituito più rapidamente attraverso i pagamenti periodici, riducendo il rischio di variazioni nei tassi di interesse.

Come si è mossa la FED?

Ieri, Il 19 marzo 2024, il Federal Open Market Committee (FOMC, comitato della FED responsabile per la decisione dei tassi d’interesse) ha deciso di lasciare invariati i tassi d’interesse, a seguito degli ultimi dati di alta inflazione e bassa crescita. Inoltre, i mercati hanno intuito che la FED possa abbassare i tassi durante il 2025: Il mercato ha reagito positivamente.   

Ma facciamo un passo indietro. Una volta che si arriva sempre più vicino alla data di decisione, le previsioni diventano sempre più sicure. Stando a quanto riportato dal FedWatch del CME Group, prima della decisione c'era un 99% di tassi invariati e soltanto 1% di probabilità di tassi che si abbassano. Prendendo per assunto dei tassi invariati, ipotizziamo quindi anche che se il 99% degli investitori abbia già prezzato dei tassi lasciati invariati, allora cosa ha causato i movimenti nei mercati il giorno della decisione. Le risposte sono due:

  • Il discorso del presidente della FED Jerome Powell;
  • I dots, ovvero previsione dei tassi d’interesse dei membri della Fed in modo anonimo.

Il discorso di Jerome Powell

La comunicazione del presidente della Fed ha un impatto significativo sull’umore dei mercati, poiché fornisce indicazioni sulla direzione della politica monetaria. L’analisi del tono di Powell è un altro indicatore usato dagli investitori. Nel dettaglio:

  • Un tono hawkish, utilizzato per comunicare tassi più alti per combattere l’inflazione, ha spesso una reazione negativa sui mercati (borsa che scende, rendimenti obbligazionari che salgono) riflettendo aspettative di condizioni finanziarie più restrittive;
  • Al contrario, un discorso dovish (favorevole a una politica più accomodante) può generare un clima di ottimismo, con i mercati azionari in rialzo e i tassi di interesse in calo, grazie alla prospettiva di un costo del denaro più basso.

Anche piccoli cambiamenti nel tono o nel linguaggio usato da Powell vengono attentamente analizzati dagli investitori, rendendo i suoi interventi momenti di forte volatilità sui mercati finanziari. Ci sono studi e analisi continue sul comportamento di Jerome Powell ad ogni sua parola e risposta a domande, per cercare di interpretare la direzione della politica monetaria.

Il Dot plot della FED

Fonte: Federal Reserve

Dots Plot

Il Dots Plot della Federal Reserve è uno strumento chiave per i mercati perché mostra le previsioni individuali dei membri del FOMC sui futuri livelli dei tassi di interesse. Ogni membro indica, con un punto su un grafico, a quale livello vede i tassi alla fine di ciascun anno nei prossimi anni. I mercati analizzano attentamente questo grafico perché fornisce un’indicazione sulle intenzioni della FED e sulla traiettoria dei tassi nel medio-lungo termine. La sua importanza sta nel fatto che aiuta gli investitori a calibrare le proprie aspettative, riducendo l’incertezza e guidando le strategie di investimento.

  • Se il Dot Plot segnala un numero maggiore di rialzi rispetto alle attese, i mercati possono reagire negativamente, con vendite sulle azioni e un aumento dei rendimenti obbligazionari.
  • Al contrario, se i punti indicano un approccio più accomodante, con meno rialzi o persino tagli in vista, i mercati possono accogliere positivamente la notizia, spingendo in alto le borse e riducendo la volatilità.