La Borsa indiana chiude novembre sui massimi storici

Brasile e India sono le due uniche borse, tra quelle principali, che si avviano a chiudere il mese di novembre sui massimi storici.

Mentre il Brasile presenta una performance annuale fantastica (+36,5% in euro), quella dell'India presenta un bilancio in rosso del -5% in euro, causata soprattutto dalla guerra commerciale e dalla debolezza della Rupia.

Borsa ai massimi, Rupia ai minimi

Le vendite in dollari da parte della Reserve Bank of India stanno sostenendo la rupia nelle ore che mancano alla diffusione dei dati sul PIL. Intanto, la domanda di dollari da parte degli importatori locali indebolisce la valuta locale e la tiene sui minimi della storia. Il cross USD/INR sale dello 0,2% a 89,4487, vicino al minimo storico di 89,4812 raggiunto il 21 novembre.

La rupia è la peggior valuta dell’Asia quest'anno, avendo perso il 4% rispetto al dollaro, a causa degli elevati dazi statunitensi sull’India.

Il movimento dovrebbe proseguire a causa dei deboli flussi di capitale e con il portafoglio a termine negativo che limita la capacità della RBI di intervenire in modo aggressivo sul mercato spot, afferma Gaura Sen Gupta, capo economista, IDFC First Bank.

Quattro ragioni per comprare azioni dell'India

Ci sono diversi fattori che a nostro giudizio giustificano una scommessa sulla borsa indiana in vista del 2026. Possiamo così sintetizzarli: 

Formidabile crescita economica e demografica: l'India ha una delle economie a più rapida crescita al mondo, con previsioni di crescita del PIL intorno al +6,8% per l'anno fiscale 2024/25. Si prevede che diventerà la terza economia mondiale entro il 2027, dopo Usa e Cina, superando il Giappone. 

Riforme strutturali e stabilità politica: il governo indiano sta implementando una serie di riforme economiche e legislative per favorire gli investimenti dall'estero. La stabilità politica aiuta ad avere un orizzonte di lungo periodo.

Dazi Usa: attualmente sono al 50% perchè Washington accusa l'India di comprare petrolio russo sottocosto. Il provvedimento si applica a diversi settori come tessile, oreficeria, pelletteria, alimentare e automobilistico. La pace in Ucraina potrebbe favorire un accordo al ribasso. 

Borsa: la maggior parte dei grandi broker ha una visione ottimista. Morgan Stanley stima che il Sensex possa superare quota 100.000 punti, arrivando a 107.000 nello scenario rialzista entro dicembre 2026. HSBC ha fissato un obiettivo di 94.000 per il Sensex entro la fine del 2026. Stamattina è a 85.879 punti. JP Morgan prevede che l'indice Nifty 50 possa raggiungere i 30.000 punti entro la fine del 2026. Stamattina l'indice è a 26.215 punti.

Investire sull'India tramite gli ETF

Per investire con la massima diversificazione sulla Borsa indiana, Piazza Affari mette a disposizione alcuni strumenti specializzati. Tra questi il seguente ETF che sovraperforma nel periodo l'indice BSE Sensex grazie alla sua particolare struttura:

Franklin Ftse India Ucits - Usd (Acc)
Isin: IE00BHZRQZ17 (FLXI)
Da inizio 2025: -6,80%

Obiettivo dell'ETF è quello di replicare con acquisti fisici (azioni e non derivati) l'andamento delle principali blue chip della borsa indiana tramite l'Indice FTSE India 30/18 Capped. Quotato nel giugno 2019. Valuta di denominazione USD, valuta di quotazione EURO. Commissioni totali annue 0,19%. Leggi il documento KID. 

Gli indici FTSE Russell UCITS Capped sono ponderati per la capitalizzazione di borsa e progettati per limitare la concentrazione in ogni singola azione nel rispetto dei requisiti di diversificazione richiesti dall'Unione Europea (UCITS). In particolare, l'indice Capped FTSE India 30/18 rappresenta la performance delle società medio/grandi quotate sulla borsa indiana. Per evitare una concentrazione eccessiva in ogni singola azione, il peso di ciascun componente è limitato ogni trimestre di modo che quello della più grande azienda non superi il 30% e l'eventuale peso delle altre aziende non superi il 18%.