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L'India non ha fretta di concludere un accordo commerciale

Un'economia interna resiliente e un calo dell'export verso gli Stati Uniti inferiore alle aspettative stanno dando all'India la fiducia necessaria per cercare un accordo commerciale più vantaggioso

India up

La borsa di Mumbay è a meno di un punto percentuale dal suo record storico, in valuta locale, ma circa il 10% sotto se la performance viene convertita in euro.

L'india ha ribaltato la sua posizione

Secondo indiscrezioni, riprese anche da Reuters, il governo non ha fretta nel concludere un accordo commerciale con gli Stati Uniti, nonostante Washington abbia imposto dazi fino al 50% sui suoi prodotti.

Un'economia interna resiliente e un calo delle esportazioni verso gli Stati Uniti inferiore alle aspettative stanno dando all'India la fiducia necessaria per guardare Trump negli occhi e cercare un accordo commerciale più vantaggioso di quanto si pensasse qualche mese fa.

Trump costretto a scendere a patti

Inoltre, l'inflazione negli Stati Uniti ha costretto l'amministrazione Usa a rimuovere i dazi punitivi su diversi prodotti, soprattutto agroalimentari, il che andrà a vantaggio degli esportatori indiani.

A ottobre, le esportazioni indiane verso gli Stati Uniti sono diminuite dell'8,6% rispetto allo scorso anno, per un totale di 6,3 miliardi di dollari. Il calo è stato inferiore al calo del 12% di settembre, sebbene entrambi i mesi abbiano riflesso l'impatto dei dazi del 50%. Il calo relativamente modesto ha consentito ai negoziatori indiani di presentare argomentazioni più convincenti. Un alto funzionario governativo ha indicato che l'India ha evitato gli effetti peggiori dei dazi statunitensi del 50%. Gli ordini tessili sono diminuiti, ma l'economia nel suo complesso rimane resiliente. Ciò consente all'India di mantenere un approccio equilibrato nelle discussioni in corso.

Anche se paesi come Giappone e Corea del Sud hanno firmato accordi tariffari con gli Stati Uniti, l'India ha evitato di affrettarsi a raggiungere un accordo. I funzionari coinvolti nei colloqui suggeriscono che gli Stati Uniti potrebbero in futuro ridurre i dazi del 25% legati al petrolio russo, potenzialmente riducendoli al 15%. L'India, in cambio, potrebbe accettare di ridurre i dazi su oltre l'80% dei beni, proteggendo al contempo settori sensibili come l'agricoltura.

Gli esportatori si sono adattati alla situazione. Le aziende hanno aumentato le spedizioni in Africa e in Europa, estendendo i tempi di consegna e applicando sconti per fidelizzare i clienti statunitensi.

La Federazione delle Organizzazioni Indiane per l'Esportazione ha evidenziato che le aziende del settore dell'abbigliamento e delle calzature stanno sostenendo fino al 20% dei costi aggiuntivi.

I dati commerciali da aprile a ottobre 2025 confermano queste tendenze. Gli Stati Uniti rimangono la principale destinazione delle esportazioni indiane, con spedizioni per un totale di 52,12 miliardi di dollari. Continua la forte domanda di prodotti ingegneristici, prodotti farmaceutici, elettronica, pietre preziose e gioielli.

Seguono Emirati Arabi Uniti, Paesi Bassi e Cina, con esportazioni rispettivamente di 22,14 miliardi di dollari, 11,98 miliardi di dollari e 10,03 miliardi di dollari. La Cina rimane la principale fonte di importazione dell'India, a dimostrazione della continua dipendenza dell'India dalle catene di approvvigionamento globali critiche.

La posizione ferma e le manovre strategiche dell'India hanno trasformato la sfida dei dazi in un vantaggio negoziale. La prossima mossa in questa partita commerciale ad alto rischio potrebbe trasformare il commercio globale.

I dati borsistici

La borsa dell'India sta portando a termine un 2025 sottotono, con un guadagno del +5% in dollari Usa, che si confronta con il +20% dell'indice MSCI Asia-Pacific e il +24% dell'indice MSCI Emerging Markets. Il 2026 potrebbe essere l'anno della riscossa.

Investire sull'India tramite gli ETF

Per investire con la massima diversificazione sulla Borsa indiana, Piazza Affari mette a disposizione alcuni strumenti specializzati. Tra questi il seguente ETF che sovraperforma nel periodo l'indice BSE Sensex grazie alla sua particolare struttura:

Franklin Ftse India Ucits - Usd (Acc)
Isin: IE00BHZRQZ17 (FLXI)
Da inizio 2025: -6,80%

Obiettivo dell'ETF è quello di replicare con acquisti fisici (azioni e non derivati) l'andamento delle principali blue chip della borsa indiana tramite l'Indice FTSE India 30/18 Capped. Quotato nel giugno 2019. Valuta di denominazione USD, valuta di quotazione EURO. Commissioni totali annue 0,19%. Leggi il documento KID. 

Gli indici FTSE Russell UCITS Capped sono ponderati per la capitalizzazione di borsa e progettati per limitare la concentrazione in ogni singola azione nel rispetto dei requisiti di diversificazione richiesti dall'Unione Europea (UCITS). In particolare, l'indice Capped FTSE India 30/18 rappresenta la performance delle società medio/grandi quotate sulla borsa indiana. Per evitare una concentrazione eccessiva in ogni singola azione, il peso di ciascun componente è limitato ogni trimestre di modo che quello della più grande azienda non superi il 30% e l'eventuale peso delle altre aziende non superi il 18%. 

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Mauro Vicini

Co-Fondatore Websim ed Analista Finanziario