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Cina - Nessun maxi-piano di aiuti in vista

L'Intelligenza artificiale made in China non scimmiotterà il modello occidentale

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Borse della Cina in rialzo nella seduta, ma non nella settimana. Indice Hang Seng di Hong Kong +1,7%, -0,8% il bilancio settimanale. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +0,5% (-0,5% la settimana). 

Solo aiutini all’economia cinese nel 2026

Le autorità di Pechino hanno segnalato che manterranno il sostegno economico ma si asterranno dall'intensificare gli stimoli il prossimo anno, sottolineando un passaggio dalla difesa contro i dazi statunitensi alla garanzia della crescita a lungo termine.

La leadership utilizzerà "in modo flessibile ed efficiente" i tagli dei tassi di interesse e dei requisiti di riserva per garantire una liquidità sufficiente e mantenere un livello "necessario" di deficit di bilancio e di spesa pubblica nel 2026, secondo un comunicato ufficiale pubblicato giovedì al termine della Conferenza centrale sul lavoro economico. 

Il linguaggio utilizzato durante la riunione suggerisce la volontà di mantenere misurati gli stimoli dopo che la Cina è uscita dalla guerra commerciale con gli Stati Uniti praticamente indenne, grazie al boom delle esportazioni verso il resto del mondo. Ciò dimostra che i responsabili politici sono soddisfatti delle attuali politiche, che consentono loro di attenersi a una strategia di crescita guidata dal settore manifatturiero, pur adottando misure per stimolare i consumi.

"Un anno fa la politica economica era in modalità di emergenza a causa delle incertezze esterne. Quest'anno le politiche si concentrano maggiormente sul lungo termine", ha affermato Ding Shuang, capo economista per la Grande Cina e l'Asia settentrionale di Standard Chartered. 

Intelligenza artificiale alla cinese

La Cina torna al centro della corsa all’intelligenza artificiale con un approccio distinto da quello occidentale. «Pechino non sta inseguendo lo stesso sogno dell’IA dell’Occidente», osserva David Chao, global market strategist per l’Asia Pacific di Invesco.

Mentre gli Stati Uniti continuano a puntare su modelli generalisti e investimenti ad alta intensità di capitale, la Cina privilegia efficienza, applicazioni verticali e modelli più contenuti, scelta dettata anche dalle restrizioni nell’accesso ai chip avanzati. Il raffreddamento dell’entusiasmo per l’“IA a tutti i costi” ha pesato sui listini USA, dove gli hyperscaler fanno sempre più ricorso al debito per finanziare la spesa.

Anche in Asia si osserva una fase di consolidamento, con l'indice Hang Seng Tech in arretramento dai massimi di ottobre. In questo contesto, però, la Cina accelera, sostenuta da una strategia orientata alla sostenibilità e alla diffusione capillare dell’IA.

Modelli come DeepSeek R1 e il crescente ecosistema open source mostrano come Pechino punti a soluzioni replicabili e accessibili, riducendo le barriere d’ingresso e stimolando un’innovazione più collaborativa. Le grandi piattaforme digitali – da WeChat ad Alipay fino a Taobao – stanno già integrando funzionalità generative, mentre nuovi servizi come il chatbot Qwen di Alibaba portano l’IA direttamente nell’esperienza quotidiana degli utenti.

L’adozione cresce anche nei settori produttivi: robotica, manifattura avanzata, automotive e sanità stanno incorporando modelli e agenti IA per migliorare processi e performance.

Il piano AI+ del Consiglio di Stato punta a un’integrazione dell’IA in sei settori chiave entro il 2030, con un’adozione prevista al 90%. La sfida per Pechino sarà evitare una concorrenza distruttiva e orientare la crescita verso qualità e innovazione. Secondo OpenCompass, la Cina sta riducendo rapidamente il divario con gli Stati Uniti: metà dei 20 modelli più avanzati proviene ora dall’ecosistema cinese.

Con il sostegno politico, un forte impulso all’open source e una strategia improntata alla scalabilità, la Cina sta costruendo un sistema di IA destinato a influenzare profondamente l’economia globale. Per gli investitori internazionali, conclude Chao, rappresenta “una destinazione sempre più interessante” grazie a un profilo di crescita più sostenibile e competitivo.

Analisi tecnica indice CSI 300

L'indice sta confermando il trend rialzista avviato dai minimi di aprile, quando è scoppiata la guerra commerciale. La violazione della soglia discriminante verso 4.500 punti dovrebbe favorire una estensione fin verso i top del 2021 in area 5.900 per un upside potenziale intorno al +30%. 

Operatività 

Restiamo ottimisti nel lungo termine. Scattati gli incrementi di posizione al superamento di area 4mila e 4.500 punti. Target di trading verso 4.750 punti e target finale verso 5.800 punti. Si suggerisce di sfruttare discese fin verso area 4mila punti per comprare sulla debolezza. 

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Tra gli ETF quotati alla Borsa di Milano che investono sulle borse della Cina, segnaliamo i seguenti, ciascuno dei quali contraddistinto da caratteristiche specifiche. Ciò consente acquisti complementari: il primo offre maggiore esposizione ai titoli dell'alta tecnologia; il secondo replica l'indice CSI 300; il terzo direziona le risorse verso le società tech quotate a Taiwan.

ETF Franklin Ftse China Ucits Etf - Usd (Acc) 
Isin: IE00BHZRR147 (FLXC)

Nel 2025: +18,30%

L'ETF investe in azioni a grande e media capitalizzazione in Cina e replica il rendimento dell'indice FTSE China 30/18 Capped. L'indice ha un'ampia copertura delle classi di azioni cinesi, tra cui le azioni A, B, H, N; le azioni Red, P, S Chips. I componenti di tipologia A sono disponibili per gli investitori internazionali attraverso il Northbound China Stock Connect Scheme. Il peso dei singoli componenti viene ponderato tenendo conto del flottante e delle restrizioni applicate agli investitori stranieri. E' rivisto semestralmente. Replica fisica. Valuta di denominazione USD. Valuta di quotazione EURO. Non distribuisce dividendi. Costi di gestione 0,19% annuo. Leggi il documento KID. 

Gli indici FTSE Russell UCITS Capped sono ponderati per la capitalizzazione di borsa e progettati per limitare la concentrazione in ogni singola azione nel rispetto dei requisiti di diversificazione richiesti dall'Unione Europea (UCITS). In particolare, l'indice FTSE China 30/18 Capped rappresenta la performance delle società medio/grandi quotate sulla borsa cinese. Per evitare una concentrazione eccessiva in ogni singola azione, il peso di ciascun componente è limitato ogni trimestre di modo che quello della più grande azienda non superi il 30% e l'eventuale peso delle altre aziende non superi il 18%. I primi cinque titoli presenti in ordine di peso sono:

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ETF X-TRACKERS CSI300 UCITS
Isin LU0779800910 (XCHA)

Nel 2025: +11,50%

L'ETF replica l'andamento dell'indice CSI  300, indice che riflette l'andamento delle azioni di 300 società quotate sulla Borsa Valori di Shangai e sulla Borsa Valori di Shenzhen (Azioni Cina A). Non distribuisce un dividendo. Spesa corrente annua 0,50%. Valuta di denominazione USD. Valuta di quotazione EURO. Leggi il Documento KID.

Per investire con la massima diversificazione sulla Borsa di Taiwan, Piazza Affari mette a disposizione il seguente strumento specializzato:

ETF Franklin Ftse Taiwan - Usd (Acc)
Isin: IE000CM02H85 (FLXT)

Nel 2025: +19,50%

Obiettivo dell'ETF è replicare con acquisti fisici (azioni e non derivati) l'andamento delle principali blue chip della borsa di Taiwan tramite l'indice FTSE Taiwan 30/18 Capped Net Return. Valuta di denominazione USD. Valuta di quotazione EURO. Commissioni totali annue (Ter) 0,19%. Leggi il documento KID. L'indice FTSE Taiwan 30/18 Capped, a sua volta, replica l'andamento dei titoli azionari a grande e media capitalizzazione della borsa di Taiwan. Per evitare una concentrazione eccessiva in ogni singola azione, il peso di ciascun componente è limitato ogni trimestre di modo che quello della più grande azienda non superi il 30% e l'eventuale peso delle altre aziende non superi il 18%. 

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