Maxicedola del 14,5% per chi crede nelle blue chip italiane
Il nuovo maxi cash collect di Barclays ISIN XS2648346356 su Stellantis, STM e UniCredit paga una maxi incondizionata del 14,5% già a dicembre (11 dicembre).

Maxicedola al 14,5% su tre big cap italiane, barriere ampie, sottostanti solidi e per di più sopra gli strike. Ecco le caratteristiche centrali del certificato di investimento ISIN XS2648346356, prodotto strutturato da Barclays e quotato sul Cert-X di Borsa Italiana. Da monitorare soprattutto per chi ha minusvalenze in scadenza e cerca prodotti con maxicedola visto l’avvicinarsi della fine dell’anno.
Investire sulle Big Cap Italiane
Il nuovo certificato di Barclays si focalizza su tre grandi nomi del FTSE Mib: Stellantis, STMicroelectronics e Unicredit. Tre azioni che negli ultimi anni hanno messo a segno importanti performance, ma sono ancora ampiamente sotto i target degli analisti riportati da Market Screener. Da notare, poi, come la barriera cedolare (escludendo il maxipremio, incondizionato) e quella per la protezione del capitale siano collocate al 50% dei prezzi iniziali, ossia su valori decisamente distanti rispetto ai prezzi di mercato attuali. Ecco una rapida analisi sui tre titoli, seguita da un focus sul certificato.
Stellantis
Partiamo da Stellantis. Il titolo naviga in area 18,50 euro ed ha quindi guadagnato oltre due punti percentuali dallo strike, pari a 17,982. I numeri di bilancio dell’azienda sono ancora buoni: nei primi nove mesi del 2023 i ricavi sono cresciuti del 10%, arrivando a 143,5 miliardi di euro.
Per quanto riguarda l’ultimo trimestre, le consegne complessive sono state pari a 1,43 milioni di unità (in crescita dell’11% rispetto al terzo trimestre 2022). Da notare i miglioramenti anno su anno in Europa, Medio Oriente & Africa, Nord America e Sud America. Il trend pare ancora positivo, quindi, e i timori di recessione non si sentono. Inoltre, la casa automobilistica italo-francese per gli analisti ha un target price di 23.97 euro. La barriera, collocata sotto i 9 euro, appare quindi su livelli rassicuranti.
Unicredit
Unicredit, dopo la discesa di inizio 2022, ha mostrato non soltanto di aver superato le difficoltà derivanti dal conflitto fra Russia ed Ucraina, ma anche di aver consolidato il suo ruolo di banca pan-europea, come confermato anche dall’accordo con Alpha Bank, per un miglior posizionamento su paesi come Grecia e Romania. Inoltre, ha saputo sfruttare i rialzi dei tassi di interesse, fattore che ha permesso alla Banca di migliorare la propria marginalità in modo significativo, in un contesto di taglio costi.
Operativamente il gruppo ha chiuso lo scorso trimestre con un utile netto balzato a 2,32 miliardi, per un totale di 6,7 miliardi da inizio anno (+67% rispetto all’anno precedente). Già a riserva il denaro per la tassazione degli extra profitti. Il consenso medio degli analisti vede il titolo oltre quota 32 euro.
StMicroelectronics
I conti di StMicroelectronics restano solidi, con una previsione da parte del direttivo per ricavi netti nell’anno solare 2023 per 17,3 miliardi di dollari, con un balzo del 7% rispetto al 2022.
Operativamente, le azioni di StM sono tornate sopra quota 40 euro in borsa, dopo una rapida correzione che dai massimi dei mesi scorsi in area 50 euro la aveva vista scendere verso i 35 euro. Per gli analisti c’è spazio per rivedere e forse anche aggiornare i massimi storici, con un target price a 51 euro. La barriera, collocata sotto i 20 euro ad azione, appare decisamente lontana.
Come funziona il certificato
Il funzionamento di questo certificato è relativamente semplice. A inizio dicembre è previsto lo stacco di una maxicedola incondizionata del 14,5%. Il premio viene dunque pagato indipendentemente dall'andamento dei titoli sottostanti. Successivamente sono previste delle cedole trimestrali condizionate pari all'1%, per un ulteriore rendimento potenziale del 4% annuo. Un valore che sale, se consideriamo la maxicedola, ormai imminente. Il certificato si acquista a circa 102 euro, piuttosto normale un po’ di premio visto il pagamento della maxi vicina. Questi prodotti tendono a prezzare poco alla volta il premio all’avvicinarsi della data di pagamento.
Il flusso cedolare potenziale nei tre anni di vita è pari al 26,5% lordo, ottenuto sommando la maxicedola iniziale del 14,5% (incondizionata) a 12 cedole dell’1% (condizionate ad una barriera del 50%).
Recuperare le maxicedole con i certificates
Va poi ricordato l’aspetto fiscale dei certificates, vero punto di forza dell’emissione. La maxicedola, infatti, permette la compensazione di precedenti minusvalenze ottenute con operazioni di investimento su certificati, azioni ed altri prodotti finanziari. Pertanto, questo certificato potrebbe essere una interessante modalità per snellire uno zainetto fiscale pesante, posticipando e potenzialmente recuperando precedenti minusvalenze.
Effetto memoria delle cedole
Fra i punti di forza del certificato troviamo anche l'effetto memoria delle cedole. Nel caso in cui in una finestra cedolare uno o più fra i tre titoli sottostanti si trovassero al di sotto delle rispettive barriere, il premio del periodo non verrebbe pagato. Nonostante ciò, non sarebbe definitivamente perso. Verrebbe infatti portato a memoria con la possibilità di essere incassato nella prima data di osservazione utile in cui i tre titoli si trovassero al di sopra delle rispettive barriere.
Opzione del richiamo anticipato
La vita massima del certificato è pari a tre anni, con scadenza nel novembre 2026. A partire dalla quarta finestra cedolare (agosto 2024), la terza dopo lo stacco della maxi cedola, è presente l'opzione del richiamo anticipato del certificato. Nel caso in cui i tre titoli azionari si trovassero al di sopra dei rispettivi prezzi di osservazione iniziale, il prodotto sarebbe richiamato anticipatamente. Se ciò avvenisse, l'investitore incasserebbe, oltre alla maxi cedola del 14,5%, tre premi dell'1% ed il certificato si estinguerebbe anticipatamente, con un rendimento annualizzato superiore al 20%.
Scenari alla scadenza
Alla scadenza sono possibili due scenari. Nel caso in cui le tre azioni si trovassero al di sopra del 50% dei prezzi iniziali, l'investitore riceverà il rimborso del valore nominale del certificato, pari a 100 €. A tale ammontare si aggiungerebbe l'ultima cedola ed ogni altro premio eventualmente portato a memoria.
In caso contrario, ossia se un titolo avesse perso il 50% più dei prezzi di osservazione iniziale, Il rimborso sarebbe pari al valore nominale decurtato della perdita fatta registrare dal peggior sottostante fra i tre titoli.
La solidità dell’emittente
Il certificato è stato emesso da Barclays. La banca britannica gode di solidi rating al momento dell’emissione del certificato. S&P Rating l'ha valutata con “A”, Moody’s con “A1”, mentre per Fitch il debito di Barclays è valutato con “A”. Un elemento da non trascurare quando si seleziona un certificato da mettere in portafoglio.
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