SMALL CAPS WALLSTREET - Favorite dal Super Dollaro, prezzi a sconto sulle blue chip

Un ETF per puntare alle società a medio-piccola capitalizzazione statunitensi
051537d1ade2407e83392839a3f20dd8

Le azioni a bassa capitalizzazione statunitensi si stanno riprendendo grazie anche alla straordinaria forza del dollaro.

Dopo aver subito perdite pesanti all'inizio di quest'anno, le performance di molte small caps, appartenenti a società focalizzate sul mercato interno, stanno eclissando quelle dei titoli a grande capitalizzazione, che dominano i mercati azionari statunitensi in termini di market cap.

Ad ottobre, l'indice S&P600 small cap è salito finora del +5,3%, battendo il +2,6% dell'S&P500. 

Per l'anno in corso, l'S&P600 è in procinto di sovraperformare l'S&P500 per la prima volta dal 2016.

Tra i titoli di spicco nell'arena delle small cap, si segnalano Dave & Buster's Entertainment Inc.  che ha guadagnato il +10% questo mese, First Bancorp Inc. +13% e Children's Place Inc. che è aumentata del +30%. 

Quei rendimenti stanno battendo facilmente la performance da inizio mese di megacap come Apple +3%, Microsoft +2% e Amazon.com +2,7%.

Gli investitori si stanno rivolgendo con maggior interesse ai titoli a bassa capitalizzazione più concentrati con le loro attività negli Stati Uniti, a causa del dollaro forte che può danneggiare le aziende multinazionali statunitensi che vendono molti beni/servizi all'estero. 

Il WSJ Dollar Index, che misura il dollaro contro un paniere di 16 valute, quest'anno è aumentato del +16%, il maggior incremento su base annuale dal 2008.

Le aziende più piccole sono più vaccinate dagli effetti negativi del super dollaro perché derivano la maggior parte del giro d'affari e dei profitti negli Stati Uniti. Per esempio le società dell'indice S&P600 smal caps generano solo il 20% delle loro entrate al di fuori degli Stati Uniti, rispetto al 40% generato dai titoli dell'S&P500, secondo i dati elaborati da FactSet.

Le grandi aziende degli Stati Uniti, al cnotrario delle piccole, stanno lanciando un warning derivante dai rischi posti dalle fluttuazioni del mercato valutario. Nike , Fastenal Domino's Pizza sono tra quelle che hanno evidenziato un impatto negativo dall'effetto cambi nelle ultime trimestrali. Microsoft ha avvertito di tali pressioni già a partire dal mese di giugno.

Le trimestrali dei prossimi giorni daranno agli investitori maggiori informazioni sull'impatto del dollaro forte e su come le società
stanno gestendo il problema.

Intanto, le valutazioni delle small cap statunitensi appaiono più interessanti rispetto a quelle dei titoli a grande capitalizzazione. L'S&P 600 small caps viene scambiato a 10,8 volte gli utili attesi nei prossimi 12 mesi, secondo FactSet, una valutazione al di sotto della sua
media ventennale pari a 15,5x e ben al di sotto del rapporto prezzo/utili medio dell'S&P 500 pari a 15,3x.

Si può puntare sulla ripartenza delle small caps con un occhio di riguardo al tema sempre caldissimo della sostenibilità.

Credit Suisse Asset Management ha quotato su Borsa Italiana un nuovo ETF, focalizzato sui titoli statunitensi che valgono in borsa meno di 10 miliardi di dollari ciascuno, il che significa per Wall Street il mondo delle società a minore capitalizzazione.

ETF CSIF (IE) MSCI USA Small Cap ESG Leaders Blue Ucits 
Isin: IE00BMDX0L03 (USSMC.MI)
Negli ultimi tre mesi: +4,10%
Da inizio 2022: -6,30%.
L’ETF comprende circa 700 azioni, che si ispirano all’indice di riferimento MSCI USA Small Cap ESG Leaders. A sua volta, l'indice replica i titoli azionari americani a bassa capitalizzazione filtrati a seconda dei criteri ESG (ambientali, sociali e di corporate governance). Valuta di denominazione USD. Valuta di quotazione Euro. Le commissioni di gestione (TER) sono pari allo 0,25% annuo. Non distribuisce dividendo. Leggi il documento KID. 

In buona sostanza, i prodotti ESG includono solo aziende che, nei rispettivi settori, forniscono prestazioni superiori alla media in termini ambientali, sociali e di governance. Il profilo di sostenibilità dello strumento non si ferma alla scelta dell’indice: la denominazione «Blue» dell’ETF indica infatti l’assenza di prestito titoli, un fattore che può disturbare gli investitori istituzionali.

L’asset class cui si riferisce l'ETF è particolarmente interessante: le small cap statunitensi rappresentano approssimativamente il 14% della capitalizzazione di borsa statunitense  e, sebbene vengano considerate più volatili e quindi più rischiose delle blue chip, incorporare questi titoli nella propria asset allocation contribuisce alla diversificazione di un portafoglio azionario.

Da evidenze empiriche risulta inoltre come, a lungo termine, le small cap consentano di ottenere un rendimento extra rispetto ai titoli ad elevata capitalizzazione - il cosiddetto «small firm effect». 

Inoltre, rispetto agli indici delle blue chip, le small cap presentano tipicamente un maggior grado di diversificazione. Numeri alla mano, i due pesi massimi del Dow Jones, UnitedHealth e Goldman Sachs , hanno insieme un peso del 18% circa; i due pesi massimi dell'S&P500, MicrosoftApple , arrivano a circa il 13%; infine i due titoli più pesanti del NASDAQ 100, sempre Microsoft e Apple, arrivano al 27%. 

Al contrario, i due principali titoli nell’indice di riferimento del nuovo ETF, la società dei semiconduttori Wolfspeed e la società dell'energia solare First Solar , non arrivano nemmeno al 2%, come si vede dalla tabella seguente. Nel loro complesso, i primi 10 titoli rappresentano poco meno del 6% del portafoglio. 

Concludendo, l’ETF permette finalmente di conciliare le esigenze d’investimento su un’asset class interessante come le small cap statunitensi senza rinunciare a un approccio attento alla sostenibilità.



www.websim.it