SETTORE IMMOBILIARE - Il futuro è nell'interazione bosco-città

Gli strumenti per cogliere l'opportunità sull'indice più rappresentativo del settore immobiliare globale
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L’inquinamento da anidride carbonica responsabile del cambiamento climatico ci evoca ciminiere, impianti industriali ed automobili a carburante di natura fossile, ma l’accostamento è fuorviante, dovremmo invece cominciare a pensare a casa nostra, nel vero senso della parola.

“Le nostre abitazioni, i nostri uffici, i nostri negozi e i nostri spazi ricreativi, vale a dire le infrastrutture fisiche fondamentali per la prosperità e il benessere dell'uomo, rappresentano circa il 40% delle emissioni globali di carbonio” - si legge nel report firmato da Zsolt Kohalmi, Global Head of Real Estate e gestore del fondo Pictet-Elevation Core Plus - “Inoltre, l'ambiente costruito è responsabile in misura simile anche di molti altri problemi ecologici, tra cui lo spreco di acqua, l'utilizzo di elettricità e i rifiuti”.

Insomma, per poter accelerare sulla via del raggiungimento degli obiettivi raffreddamento del pianeta terra bisogna partire dal settore residenziale, ma non sul patrimonio esistente, su quello in via di realizzazione.

Kohalmi segnala che in media, “fino al 45% delle emissioni totali si verifica nei primi due anni, ovvero nella fase di costruzione di un progetto, che include l'estrazione di materie prime, le fasi di produzione, trasporto e installazione, nonché lo smaltimento dei rifiuti. Queste emissioni (note anche come "embodied carbon", o carbonio intrinseco) sono molto più elevate di quelle del "carbonio operativo", che è la quantità di carbonio emessa annualmente una volta che un edificio è in uso”.

Costruire bene non vuol dire un livello ancora più sofisticato di ingegneria, vuol dire “integrazione di elementi naturali e rigenerativi nei progetti edilizi, la sperimentazione con materiali biologici innovativi (come legno e alghe) e la realizzazione di opere di forestazione e rimboschimento strategiche e di altri metodi di cattura del carbonio”.  

La città deve tornare ad essere bosco, o detto in un altro modo, il bosco, non il parco, deve essere libero di riprendersi la città in modo controllato.  

Il gestore di Pictet cita il biologo italiano Stefano Mancuso (“la nostra vita è cieca alla natura e alle piante. È necessario incorporare la natura nella nostra cultura; la cultura non è in antitesi con la natura”) e parla del Bosco Verticale di Milano, due edifici gemelli (rispettivamente di 111 metri e 76 metri di altezza) che ospitano insieme 20.000 alberi, arbusti e piante perenni che mitigano lo smog, producono ossigeno, riducono il consumo energetico e assorbono il carbonio. Ma anche se meno noto, vale la pena di segnalare 25 Verde a Torino, il primo edificio-foresta, ideato dall’architetto Luciano Pia e collocato a pochi passi dal Parco del Valentino e dal Centro Storico Fiat.

Passando al costruito, “la ristrutturazione potrebbe essere un modo migliore per ridurre le emissioni di carbonio in molte parti del mondo sviluppato dove negli ultimi decenni sono stati costruiti edifici. In Europa, ad esempio, circa il 90% degli edifici è stato costruito prima del 1990 e il 40% prima del 1960. Diversi studi hanno dimostrato che una ristrutturazione può comportare il 70% in meno di emissioni rispetto alla nuova costruzione, al netto della questione delle emissioni di carbonio intrinseche”, 

Infine, per accelerare la transizione sostenibile si dovrebbero aumentare gli investimenti nella ricerca e sviluppo (R&S). “Il settore edile è tradizionalmente considerato conservatore e scarsamente innovativo, a causa della mancanza di investimenti in ricerca e sviluppo, che si stima siano una percentuale dei ricavi a cifra singola (e bassa) rispetto ad almeno il 10% impiegato da settori come la sanità o l'informatica”.

La transizione sostenibile nell’edilizia è un dovere per gli abitanti del pianeta ed un'opportunità di investimento a lungo termine. “Il settore dovrebbe impiegare il capitale privato in edifici sostenibili che soddisfino la crescente domanda degli investitori di soluzioni a impatto che incorporano aspetti ambientali, sociali e di governance (ESG). La domanda di edifici più efficienti e rispettosi dell'ambiente è destinata a crescere”.

Si può investire sul settore immobiliare a livello globale, concentrandosi per circa il 61% del totale sul mercato statunitense e in modo innovativo con un approccio socialmente responsabile, tramite il seguente strumento reso disponibile da Credit Suisse: 

ETF Csif (Ie) Ftse Epra Nareit Developed Green Blue Ucits B (Usd)
Isin: IE00BMDX0K95
Da inizio 2022: -21,0% 

L'ETF replica l'andamento dell'indice FTSE EPRA Nareit Developed Green, che a sua volta replica la performance delle più grandi società immobiliari provenienti da nazioni sviluppate a livello mondiale. La ponderazione delle aziende si basa su criteri di sostenibilità (certificazione di costruzioni "verdi" e utilizzo dell'energia). Commissioni totali annue (TER) 0,25%. Non distribuisce dividendi. Valuta di denominazione USD. Valuta di quotazione EURO. Leggi il documento KID.

Il 61% del totale è rappresentato da società USA. Segue con il 10,70% il Giappone. Hong Kong 5,40%. Singapore 3,90%. Canada 3,80%. Il restante 15% è distribuito principalmente tra UK e Eurozona. L'Italia non figura nei primi dieci Paesi. 

I primi tre titoli sono: Prologis con un peso del 6,20%, Equity Residential 4,20%, Ventas 3,7%. 

Prologis , 95 miliardi di dollari di market cap, è un fondo di investimento immobiliare con sede a San Francisco, California, che possiede, sviluppa immobili industriali/commerciali. La società è stata costituita dalla fusione di AMB Property Corporation e ProLogis nel giugno 2011. E' la più grande società immobiliare industriale del mondo. 

Equity Residential , 24 miliardi di dollari di market cap, è un fondo di investimento immobiliare con sede a Chicago. Acquisisce, sviluppa e gestisce complessi di appartamenti negli Stati Uniti. A fine 2021 possedeva o aveva investimenti in 310 proprietà costituite da 80.407 unità abitative nel sud della California, San Francisco, Washington, DC, New York City, Boston, Seattle, Denver, Atlanta, Dallas. È il quinto più grande proprietario di appartamenti negli Stati Uniti e il 14° più grande gestore di appartamenti negli Stati Uniti. 

Ventas , 15 miliardi di dollari di market cap, è un fondo di investimento immobiliare. Possiede comunità residenziali per anziani, strutture qualificate con infermiere, ospedali ed uffici medici negli Usa, Canada e UK. A dicembre 2020, il portafoglio del gruppo era composto da circa 1.200 immobili suddivisi tra case di cura, edifici per studi medici, centri di riabilitazione e cure acute, centri di cure speciali, laboratori e centri di ricerca e centri medico-chirurgici.

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