PETROLIO - Taglio inatteso dei prezzi dall'Arabia Saudita

Fatto

Brent (76,20 usd), Wti (70,70 usd) +0,5%. Petrolio poco mosso in apertura, dal -3,3% di ieri dopo il taglio inatteso dei prezzi da parte dell’Arabia Saudita.

Riyad ha ridotto il prezzo del suo greggio per la consegna di febbraio, come in tanti analisti e operatori si aspettavano da tempo. La novità è che il taglio riguarda tutti gli acquirenti, non solo quelli asiatici, come era stato nei precedenti ritocchi.

Agli importatori asiatici è stato destinato un abbassamento importante, pari a 2 dollari al barile per tutte le qualità esportate dall'Arabia Saudita. Stesso trattamento per gli acquirenti nordamericani, che in precedenza beneficiavano di riduzioni più modeste.

Per gli acquirenti europei, Aramco ha ridotto i prezzi di febbraio di una cifra compresa tra 1,50 e 2 dollari al barile.

Oggi i prezzi rimbalzano leggermente, poiché i mercati guardano con preoccupazione alle crescenti tensioni in Medio Oriente. L’esercito israeliano ha affermato che la sua lotta contro Hamas durerà per tutto il 2024, facendo temere che il conflitto possa trasformarsi in una crisi regionale in grado di portare prima o poi all'interruzione delle forniture di petrolio in alcune regioni del Medio Oriente.

Sul lato dell'offerta, un sondaggio Reuters di venerdì ha rilevato che la produzione petrolifera dell’OPEC è aumentata a dicembre poiché gli aumenti in Angola, Iraq e Nigeria hanno compensato i continui tagli da parte dell’Arabia Saudita e di altri membri della più ampia alleanza OPEC+. 

Il mercato è in attesa dei dati sulle scorte statunitensi forniti dall’American Petroleum Institute nel corso della giornata.

Effetto