PETROLIO - Prezzo sui massimi da Novembre, timori per l'offerta della Libia. L'Analisi Tecnica di Websim

Fatto

Brent (92,20 usd), Wti (89,10 usd).

Petrolio in lieve rialzo stamattina, dal +1,6% di ieri, che ha spinto le quotazioni su nuovi massimi da 10 mesi, in scia alle preoccupazioni sull’offerta di un produttore importante come la Libia.

Il membro dell’OPEC ha chiuso quattro dei suoi terminali di esportazione di petrolio a ovest a causa della tragica tempesta che ha colpito molte aree del paese.

L’Opec, intanto, ha mantenuto le sue previsioni di una robusta crescita della domanda globale di petrolio nel 2023 e nel 2024, citando segnali che le principali economie stanno andando meglio del previsto nonostante fattori sfavorevoli come tassi di interesse e inflazione elevati.

Ulteriori guadagni potrebbero però essere limitati dalla pressione al ribasso derivante dalle persistenti preoccupazioni per l'indebolimento della domanda in Cina.

L’EIA, nel frattempo, ha affermato che le scorte petrolifere globali dovrebbero diminuire di quasi mezzo milione di barili al giorno nella seconda metà del 2023, provocando un aumento dei prezzi del petrolio.

Ora il bilancio per il greggio del 2023 è di un rialzo che va dal +7% del Wti al +11% del Brent.

Il petrolio è in tensione da quando la Russia e l'Arabia Saudita hanno deciso di estendere fino alla fine dell’anno il taglio rispettivamente da 0,3 milioni di barili al giorno e da 1 milione di barili al giorno.

Quest'anno la produzione petrolifera russa dovrebbe diminuire dell'1,5% a 10,54 milioni di barili al giorno, ha riferito mercoledì il quotidiano Izvestia, citando un'intervista con il ministro dell'Energia Nikolai Shulginov.

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