PETROLIO - Brent e Wti sui minimi da luglio, tre fattori schiacciano la quotazione
Il prezzo del greggio è circa 4 punti percentuali sotto i valori di inizio 2023, bene per l'inflazione

Fatto
Brent (81,78 usd), Wti (77,37 usd) hanno chiuso la seduta di ieri con una caduta superiore al -4%, tornando sui livelli di luglio.
Dal picco toccato a fine settembre il prezzo si è ridimensionato di circa 15 dollari al barile.
Tre fattori hanno sminuito l'appeal nei confronti della principale fonte energetica:
1) l'attenuarsi del rischio di una estensione del conflitto in corso nella striscia di Gaza a tutta l'area del Medio Oriente. Khalid Al-Falih, ministro per gli Investimenti dell’Arabia Saudita, ha affermato che i colloqui che mirano alla normalizzazione dei rapporti diplomatici con Israele continuano, nonostante le voci critiche nei confronti delle azioni militari israeliane a Gaza, ma saranno
“condizionati su un percorso verso una soluzione pacifica del Questione palestinese”;
2) i deludenti dati sulla bilancia commerciale provenienti dalla Cina, che hanno confermato le preoccupazioni sullo stato di salute del più grande importatore di greggio al mondo. A ciò si aggiungono anche i persistenti segnali di debolezza della zona euro;
3) il rimbalzo del dollaro dai minimi delle ultime sei settimane; il presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, ha avvertito che la banca centrale potrebbe non aver ancora finito di aumentare i tassi di interesse.
Ora il bilancio del 2023 del petrolio è -5% per il Brent e -4,0% per il Wti.
Essendo la prima fonte di energia al mondo, è auspicabile oltre che probabile, che la discesa del prezzo del petrolio contribuisca a far rallentare l'inflazione.
Effetto
Analisi Tecnica. La tendenza di breve si è indebolita bruscamente e sembra proiettata sulla parte bassa dell'ampio range che guida il movimento d iniz…
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