PETROLIO +1,0% L'Iran minaccia di attaccare Israele

L'uccisione del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, in territorio iraniano ha riacceso le tensioni in Medio Oriente.

La città pulsa di energia, con ciminiere e serbatoi all’orizzonte.

Fatto

Il Brent rimbalza di oltre un punto stamattina, estendendo il +2,8% di ieri, che ha allontanato il prezzo dai minimi di periodo.

L'uccisione del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, in territorio iraniano ha riacceso le tensioni in Medio Oriente.

L'Iran ha chiuso gli spazi aerei fino alle 5 ora italiana, secondo fonti citate da media israeliani. Analisti militari riferiscono che Teheran avrebbe inoltre informato in queste ore Qatar e Arabia Saudita della sua intenzione di effettuare un attacco contro Israele, chiedendo a Doha e Riad di non consentire l'utilizzo del loro spazio aereo allo Stato ebraico o agli Stati Uniti.

"I mercati del petrolio sono giustamente preoccupati che l'assassinio di Haniyeh porterà l'Iran più direttamente nella guerra con Israele. E ciò potrebbe mettere a rischio la fornitura di petrolio dell'Iran e le relative infrastrutture", ha affermato l'analista Vivek Dhar della Commonwealth Bank of Australia, in una nota ai clienti. 

Dhar ha inoltre affermato che i mercati sono preoccupati per il rischio che l'Iran possa aumentare la tensione tramite il suo controllo dello Stretto di Hormuz. "Il blocco della principale via d'acqua minaccia il trasporto del 15-20% della fornitura globale di petrolio. Con una limitata capacità di riserva dell'oleodotto per aggirare un tale blocco, lo Stretto di Hormuz incombe come un importante potenziale rischio di interruzione per i mercati del petrolio", ha affermato Dhar.

A luglio il Brent ha accumulato una perdita mensile del -7%, dal +7% di giugno e dal -8% di maggio, a testimonianza della profonda incertezza che gravita intorno alle prospettive del petrolio. Sono troppe le variabili che si intersecano di segno opposto, per cui è difficile capire quale sarà il movimento da qui a fine anno.

L'attenzione è rivolta anche all'incontro di oggi dell'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio e degli alleati (OPEC+), per avere maggiori indizi sui piani di produzione del cartello. Il Comitato ministeriale congiunto di monitoraggio dell'OPEC+ dovrebbe tenere un meeting online. I resoconti dei media che hanno preceduto l'incontro non hanno segnalato cambiamenti nella produzione del cartello, nonostante una recente flessione dei prezzi del petrolio che li ha portati sui minimi da due mesi. I principali produttori, Arabia Saudita e Russia, dovrebbero ulteriormente minimizzare i piani per iniziare a ridurre i tagli alla produzione.

Il bilancio del Brent nel 2024 è positivo del +5%.

Effetto

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