ORO - Prezzo a meno di due punti percentuali dai massimi storici. L'Analisi Tecnica di Websim
L'oro è uno degli asset più remunerativi del 2023 con un ritorno nel range +8,50/+12% a secondo che si calcoli in Euro o Dollari Usa. E' presente nel PORTAFOGLIO ETF RACCOMANDATO da Websim con un peso del 10%.

Fatto
L’oro da inizio anno guadagna quasi il +12% (in Dollari), qualificandosi come il metallo che ha messo a segno il maggiore rialzo (il secondo è il rame, +8,2%, il terzo l’argento, +7% circa).
Il prezzo sta per raggiungere il suo massimo storico, segnato nel settembre 2020 a 2.075 dollari l’oncia. Adesso sta trattando a 2.037 dollari l’oncia.
Il prezzo dell’oro è trainato da diversi fattori, di breve e di lungo termine.
Cosa traina l’oro nel breve termine.
Nel breve periodo, l’andamento dell’oro è sicuramente correlato a quello del Dollaro USA, con il quale il metallo prezioso ha un rapporto inversamente proporzionale. In genere, se il dollaro sale, l’oro scende e viceversa.
Questo rapporto inverso è stato particolarmente evidente negli ultimi giorni quando il dollaro si è deprezzato sulle aspettative di un affievolimento della politica monetaria della Fed (sorrette dagli ultimi dati sull’inflazione), mentre l’oro si è apprezzato superando, nella seduta del 13 aprile, i 2.060 dollari l’oncia.
I fattori di spinta nel lungo termine.
Sono molti a scommettere che la fase di rialzo dei tassi volga ormai al termine. Ci si aspetta un incremento di 25 punti base a giugno da parte della FED, che per i più ottimisti dovrebbe essere l’ultimo. Se così fosse, il dollaro potrebbe continuare a scendere e l’oro, molto probabilmente, continuerebbe a salire.
Tuttavia, ci sono altri fattori strutturali che sorreggono la quotazione del metallo prezioso in una visione di lungo termine.
Il primo è ancora connesso alla politica monetaria. Se le Banche centrali metteranno davvero fine alla morsa restrittiva, potrebbero anche decidere di aumentare la liquidità con appositi programmi di acquisto delle obbligazioni, come il Quantitative Easing, e il ritorno della liquidità spesso stimola gli acquisti sull’oro.
Ma c’è un altro fattore importante e riguarda la Cina. Negli ultimi tempi, a seguito delle crescenti tensioni geopolitiche con gli Stati Uniti (questione Taiwan, brevetti tecnologici, Ucraina, ...) la Cina ha venduto massicce quantità di bond governativi Usa (Treasury), incrementando le riserve di oro.
Fino a qualche tempo fa la Cina aveva investito 1.300 mld di riserve in dollari, tramite i Treasury. Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e in seguito al deterioramento dei rapporti con gli Stati Uniti, la Cina ha progressivamente venduto Treasury sostituendoli parzialmente con l’oro.
Il grafico sottostante mostra il costante decremento della posizione in Treasury posseduti dalla Cina.

Effetto
Analisi tecnica. Il quadro di breve è in forte accelerazione, dopo aver consolidato con compostezza su una area discriminante fitta di supporti, verso…
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