ORO - Il lingotto reale è solido, quello digitale non tiene

Fatto

Il mercato delle materie prime è relativamente tranquillo in questo avvio di settimana più che movimentato per le azioni, le obbligazioni e le criptovalute.

L’indice Bloomberg Commodities è in calo solo dello 0,6% per effetto del ribasso dei metalli industriali e del petrolio.

L’oro perde lo 0,5% a 2.430 dollari, di poco sotto i massimi storici di metà luglio.

Quel che spesso viene definito l’oro digitale, il Bitcoin, precipita a 53.000 dollari, -15%.

Qualche osservatore prevede sconquassi in arrivo anche per il metallo prezioso di riferimento, in quanto ci potrebbero essere degli investitori in difficoltà costretti a smontare in tutta fretta le posizioni in oro, tra le poche che sarebbero in utile. 

Da Singapore, Jake Lloyd-Smith di Bloomberg, scrive stamattina che le voci delle Cassandre annunciano come al solito la fine dei giorni, ma il mercato dell’oro, lo confermano i movimenti degli ultimi giorni, è in buona salute.

Lloyd Smith è di questo avviso perché è in arrivo un ampio taglio dei tassi negli Stati Uniti e le banche centrali in tutto il mondo, per zavorrare la valuta, continueranno ad accumulare lingotti nei loro forzieri.

Inoltre, i rischi geopolitici rimangono elevati e il Medio Oriente è in stato di massima allerta nell’attesa di una risposta militare di Hamas e dell’Iran.

Il giornalista specializzato in Commodity aggiunge che non c’è traccia di grossi eccessi nel mercato degli ETF collegati all’oro: qualche vendita marginale è da mettere in conto, ma si tratterebbe di un alleggerimento causato dalla necessità di intervenire su aree del portafoglio dove in tanti hanno esagerato negli ultimi mesi. 

Effetto