ORO - Con l'inflazione è un rapporto complicato

Lunedì il prezzo ha chiuso sotto la media mobile a 100 giorni per la prima volta dal 20 settembre, fornendo un primo segnale di debolezza

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Fatto

In queste giornate di acquisti euforici, la protezione dell’investimento è in basso nella scala delle priorità degli investitori. L’oro ha perso circa il 5,5% da martedì scorso, il prezzo, ora oscilla intorno ai 2.600 dollari l'oncia, è sui minimi delle ultime otto settimane. 

Fawad Razaqzada di StoneX, scriveva ieri in una nota, ripresa poi da Barron’s, che il mondo ha momentaneamente perso d’interesse per i beni rifugio.

In contemporanea, i rendimenti obbligazionari statunitensi sono saliti e il dollaro si è apprezzato. Il secondo movimento, rende l'oro più costoso per gli acquirenti stranieri, indebolendo potenzialmente la domanda. Per quanto riguarda il primo movimento, va detto che molti investitori puntano sull’oro in alternativa alle obbligazioni, per cui, quando i rendimenti salgono, l’oro diventa relativamente meno interessante. In questo contesto, Razaqzada si dichiara moderatamente ribassista sull'oro.
 
Taylor Krystkowiak, investment strategist di Themes ETFs, guarda allo stesso contesto e arriva a conclusioni opposte. “Siamo ancora relativamente costruttivi sull'oro", dice allo stesso settimanale. "Perché l'oro sale? Per l'incertezza geopolitica, la spesa in deficit e l'inflazione. In questo momento tutte queste stelle sono allineate".

Tradizionalmente, l’oro si compra per proteggersi dall’inflazione, ma negli ultimi giorni, il calo è stato giustificato proprio dal timore di una ripartenza dell’inflazione. Che rapporto c’è tra le due asset class? E’ complicato, verrebbe da dire. 

Trump, da qualsiasi lato la si guardi, dovrebbe portare su l’inflazione. I dazi sulle importazioni di merci, non solo cinesi, avranno come effetto scontato un incremento dei prezzi ai consumi negli Stati Uniti. La deportazione dei lavoratori privi di regolare permesso, è altresì un elemento inflazionistico, in quanto aumenterebbe il costo del lavoro di molte aziende statunitensi.

Ma Trump non si ferma qui, la sua promessa di estendere all’infinito i tagli alle tasse sul lavoro da lui introdotti nel 2017, confermati da Biden, rischia di scassare i conti pubblici: secondo soggetti indipendenti, questo provvedimento, da solo, vale un incremento del debito di quattromila miliardi di dollari.

Donald Trump è un bulldozer non solo per quel che riguarda il bilancio del Tesoro, la sua volontà è quella di cambiare il sistema di funzionamento delle istituzioni degli Stati Uniti. 

Insomma, Trump dovrebbe essere motivo d’ansia continua per i mercati. Per placare l’ansia la medicina migliore è l’oro, per cui la discesa del metallo prezioso di riferimento, potrebbe essere momentanea.

Effetto

Analisi tecnica. Il quadro rialzista si è bruscamente interrotto a valle dell'elezione di Trump e della contemporanea risalita di dollaro e rendimenti…

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 Redazione

I giornalisti finanziari e gli analisti di Websim