NIKKEI 225 - Le aziende pensano ai margini e ai soci. L'Analisi Tecnica di Websim
Nell'ultimo anno ci sono stati miglioramenti tangibili del ROE (Return on Equity, il rendimento del patrimonio netto) in controtendenza rispetto a Usa e Europa.

Fatto
Il Nikkei di Tokyo ha chiuso stamattina in rialzo dell’1,2%, da inizio anno +25%.
Si sofferma oggi, in una nota dedicata alle prospettive del mercato azionario del Giappone, Giovanni Brambilla, Responsabile Investimenti di AcomeA SGR.
A suo avviso, dietro alla performance degli indici di borsa ci sono questi elementi.
Il primo è la " moral suasion della borsa giapponese verso il miglioramento della corporate governance delle aziende quotate”. Accanto ai moniti del regolatore c’è la “crescita delle campagne di attivismo (ad oggi se ne contano almeno 70) nella direzione di un utilizzo più efficiente della liquidità aziendale che risulta particolarmente abbondante: il 50% del mercato è infatti “net cash” e i livelli di debito sono molto contenuti”.
Ci sono inoltre le “politiche di buyback e di distribuzione dei dividendi della “corporate Japan”” che contribuiscono ad “un miglioramento dell’efficienza dell’equity attraverso una compressione del denominatore del rapporto price-to-book”.
Ma quello che più pesa secondo Brambilla, “è il maggior focus sul ritorno economico per gli azionisti: oggi il payout ratio è arrivato ad essere 24-25%, mentre negli Stati Uniti siamo al 97% o oltre il 100%, cioè le aziende si indebitano per fare buyback o distribuire dividendi. Il divario si sta progressivamente chiudendo a favore del mercato giapponese”.
Per anni, se non decenni, la borsa di Tokyo è stata ignorata dagli investitori, nonostante valutazioni depresse. Il responsabile degli investimenti di AcomeA spiega nella nota che almeno il 50% del listino giapponese tratta ad un rapporto di price-to-book value (rapporto fra prezzo e valore contabile) di 1, il 25% delle società che fanno parte del Topix presenta un rapporto fra prezzo e utili tra 5 e 10, mentre la restante parte tratta abbondantemente sotto 20, non sorprende che queste caratteristiche abbiano suscitato l’interesse di grandi investitori istituzionali come Warren Buffett.
“A fronte di valutazioni ancora a forte sconto rispetto ai listini degli altri paesi occidentali, le aziende giapponesi - alcune delle quali sono leader mondiali nei loro settori - hanno messo a segno dei miglioramenti tangibili del ROE (Return on Equity, il rendimento del patrimonio netto) in controtendenza rispetto a Usa e Europa, con effetti positivi sui multipli e quindi un effetto diretto sulle performance di Borsa”, prosegue Brambilla.
“L’aumento dei multipli è solo in fase iniziale e c’è un ampio spazio di upside, in un contesto di aziende caratterizzate da alta qualità dei bilanci. Fino a 5-6 anni fa le aziende giapponesi avevano infatti ancora uno spettro molto ampio di attività, con divisioni in perdita che oggi vengono finalmente separate e dismesse. Questo ha comportato un abbassamento della top line, ma un incremento dei margini”.
Effetto
Analisi Tecnica. L'impostazione del Nikkei 225 di lungo periodo si conferma saldamente rialzista. Il movimento è proiettato in direzione dei top assol…
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