NIKKEI 225 - Valuta debole e borsa fortissima

La banca centrale frena sul cambio di politica monetaria perché teme la dinamica salariale: la disoccupazione scende ancora e l'economia è fiacca. Il mercato azionario va.

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Fatto

Nel giorno del nuovo record del Nikkei 225, salito dell'1,9% nella prima seduta di marzo, il dollaro yen si riporta sopra quota 150, invertendo il trend di ieri.

Nel corso della notte, il governatore della Banca del Giappone, Kazuo Ueda, ha ridimensionato le aspettative di una prossima svolta nella moneta monetaria.

Ieri invece, lo yen si era rafforzato anche a seguito delle aperture sul tema arrivate dal membro del board della banca centrale, Hajime Takata.

Ueda è così intervenuto a San Paolo, dove è in corso il meeting dei banchieri centrali e dei ministri delle finanze del G20, per precisare che in questo momento i contorni della situazione sono ancora incerti.

”Non siamo ancora in grado di prevedere il raggiungimento di un obiettivo di inflazione sostenibile e stabile”, anche perché sono in corso importanti  negoziazioni salariali.

Solo al termine di questo confronto tra aziende e lavoratori sarà possibile affermare se l'economia si trova “in quello che si può definire un ciclo virtuoso: le richieste dei lavoratori stanno superando il livello dell'anno scorso, mentre molte imprese dicono sì alle domande”.

In effetti, il mercato del lavoro in Giappone è rimasto rigido a gennaio.

Il tasso di disoccupazione è sceso al 2,4% dal 2,5% rivisto del mese precedente, ha comunicato stanotte il ministero degli Affari interni.

Siamo al livello più basso dall'inizio del 2020. Il risultato è stato in in linea con le stime di consenso degli economisti.

Un altro rapporto di un altro ministero, quello dell’occupazione, mostra che il rapporto tra posti di lavoro e i candidati si è mantenuto a gennaio a 1,27, in linea con le stime mediane degli analisti.

"La pressione al rialzo sui salari è molto forte con il mercato del lavoro mercato del lavoro rimane rigido", ha dichiarato Takeshi Minami, economista di Norinchukin Research.

"Non ci sono abbastanza lavoratori e le aziende stanno cercando di assicurarsi la manodopera aumentando i salari, soprattutto per i giovani". Ancora volta si vedono gli effetti della demografia.

Nel suo outlook di gennaio, la Banca del Giappone ha dichiarato che le condizioni del mercato del lavoro continuerà probabilmente a restringersi, mettendo pressione al rialzo sui salari.

Le aziende cercano manodopera in un quadro di rallentamento dell'attività manifatturiera, a segnalarlo, sempre stanotte, è il Purchasing Managers's Index di S&P Global.

L’indicatore, basato sulle interviste ai responsabili acquisti delle aziende, scende a 47,2 punti, dai 48 precedenti, rimanendo al di sotto della soglia di 50 che separa le attività in contrazione da quelle in espansione. Si tratta della nona contrazione mensile consecutiva e del dato, il più passo da agosto 2020.

"I dati Pmi di febbraio indicano un altro mese di deterioramento delle condizioni operative nel settore manifatturiero giapponese.

La crisi della domanda sia sul mercato domestico sia su quello internazionale ha continuato a pesare sulla performance del settore e sia la produzione sia i nuovi ordini sono scesi nella misura più forte dell'ultimo anno" ha commentato Usamah Bhatti di S&P Global Market Intelligence

Effetto

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