MOBILITA' EV - Penalizzare la Cina ritarderà la transizione

Fatto

Un crescente conflitto commerciale tra Cina e Occidente alimenterebbe l’inflazione e ritarderebbe la transizione verso un’economia più pulita, ha affermato l’ex CEO del Gruppo Volkswagen, Herbert Diess, durante una conferenza organizzata da BloombergNEF a Monaco.

A suo avviso, spingere i produttori di semiconduttori fuori da Taiwan verso l’Europa e gli Stati Uniti “raddoppierà i prezzi”.

Il mondo dovrebbe essere “molto felice” che la Cina abbia investito così tanto nella tecnologia delle energie rinnovabili, comprese le celle solari, negli ultimi anni, ha detto Diess.

Dirk Messner, presidente dell’Agenzia tedesca per l’ambiente, ha affermato che sono necessari legami multilaterali più forti per combattere il cambiamento climatico.

Venerdì, in un discorso all’ambasciata tedesca, ha affermato che la neutralità climatica non potrà essere raggiunta senza superare le attuali sfide geopolitiche.

Nell’UE si sta creando consenso sui dazi di importazione sui veicoli elettrici fabbricati in Cina.

A maggio gli Stati Uniti hanno annunciato forti aumenti tariffari su una serie di importazioni cinesi, tra cui il quadruplicamento dei dazi sui veicoli elettrici fino a oltre il 100%, con alcune misure già in vigore dal 1° agosto.

D'altra parte, lo scorso ottobre l'UE ha lanciato un'indagine sulle sovvenzioni della Cina ai veicoli elettrici, i cui risultati saranno annunciati all'inizio di giugno.

Il governo cinese sta intensificando le minacce di ritorsioni, con tariffe fino al 25% sulle auto importate con motori di grandi dimensioni (circa 250.000 veicoli potrebbero essere colpiti) e invitando le principali case automobilistiche del paese a procurarsi localmente fino al 25% dei loro chip entro il 2025.

Una pericolosa politica “occhio per occhio, dente per dente”.

Effetto