BOND USA - Goldman Sachs non prende sul serio la dottrina MAGA
La banca d'affari prevede dazi soft, in quanto Trump, già nel 2019 non aveva esagerato: il costo politico di una fiammata inflazionistica sarebbe troppo alto. Poco probabile uno scontro con la FED

Fatto
Nel 2025 l’economia degli Stati Uniti batterà le aspettative degli economisti, il parametro dell’inflazione PCE scenderà sotto il 2,4% e il tasso di disoccupazione sotto il 4% per effetto di un mercato del lavoro in rafforzamento.
Sulla base di queste proprie assunzioni macroeconomiche Goldman Sachs si aspetta che la Federal Reserve tagli i tassi di cinquanta punti base nel corso dei prossimi dodici mesi.
Nel report di ieri firmato dagli analisti David Mericle e Alec Philips ci sono anche altre risposte alle domande che circolano sul mercato: la Casa Bianca cercherà di condizionare la Federal Reserve ed è possibile che si arrivi a forte tensioni tra le due istituzioni ma Donald Trump non dovrebbe arrivare a un punto di rottura: è vero che il presidente non ha il mandato per licenziare il governatore ma potrebbe mettere il suo peso politico su una richiesta di licenziamento, Goldman Sachs non si aspetta si arriverà a tanto.
Goldman Sachs si aspetta scintille tra Jerome Powell e Trump, mentre non dovrebbe esserci un arroccamento degli Stati Uniti per quanto riguarda i commerci internazionali. “Ci aspettiamo che il Presidente eletto Trump aumenti i dazi sulle importazioni dalla Cina in media di 20 punti percentuali - meno per i beni di consumo ma fino a 60 punti percentuali per i beni non di consumo - e che imponga alcune misure aggiuntive sulle importazioni di auto”, si legge nella nota. Trump ha minacciato molto di più, dazi universali del 10-20% su tutte le importazioni, un provvedimento pesante e pericoloso: “E’ un rischio serio - gli attribuiamo una probabilità del 40% - ma non è la nostra ipotesi di base”, spiegano Miracle e Philips. Gli analisti propendono per una linea relativamente morbida anche sulla base di quel che avvenne nel 2016, quando Trump, nonostante le minacce e i toni bellicosi, decise di non procedere fino in fondo con i provvedimenti da lui stesso proposti, “probabilmente, in larga parte, per la preoccupazione che sarebbe stato politicamente costoso essere considerati responsabili dell'aumento dei prezzi al consumo. Questo timore sembra lungimirante dopo l'esperienza degli ultimi anni”.
Goldman Sachs calcola che l'aggiunta di una tariffa universale del 10% al suo scenario di riferimento porterebbe l’inflazione di picco oltre il 3%. Il tema è quindi delicatissimo per i mercati, Miracle e Philips Thir ricordano che nel 2019 la reazione di Wall Street fu molto negativa, a fronte di una serie di misure tutto sommato blande, rispetto a quelle ipotizzate quest'autunno nella campagna elettorale: dazi universali del 10% porterebbero la sanzione sulle importazioni su valori cinque volte più alti rispetto a quelli del 2019.
Effetto
Analisi tecnica rendimento Treasury decennale. Graficamente, le ultime settimane hanno ridimensionato i segnali di inversione per il Treasury 10 anni, con un rendimento risalito ben oltre il 4,0%. Soglia di allerta quota 5%, toccato nel 2023.
Operatività. Consideriamo risalite del rendimento decennale fino a 4,75-5,0% un'occasione di acquisto con un ottimo rapporto rischio/rendimento. Il decennale tornerà ad avere un tono positivo solo se il rendimento scenderà nuovamente sotto il 4%.
Grafico del rendimento del Treasury 10 anni
Per investire in ottica speculativa LONG/SHORT sulla scadenza decennale sono disponibili i seguenti:
WisdomTree US Treasuries 10Y 3x Daily Leveraged
Isin: IE00BKT09032 (3TYL.MI)
WisdomTree US Treasuries 10Y 3x Daily Short
Isin: IE00BKS8QT65 (3TYS.MI)
I due strumenti forniscono un rendimento totale composto triplo rispetto alla performance giornaliera long/short dell'indice BNP Paribas US Treasury Note 10Y Future, che replica i futures sui titoli del Tesoro USA decennali. Leggi il documento KID.
Per investire sulla parte breve della curva dei titoli di Stato statunitensi, in modo da approfittare di un eventuale rafforzamento del Dollaro, uno degli strumenti messi a disposizione del mercato è il seguente ETF:
SPDR® Barclays 1-3 Year US Treasury Bond
Isin: IE00BC7GZJ81 (TRS3.MI)
Da inizio 2024: +10,20%
Obiettivo dell'ETF è replicare la performance dei Treasury Bond Usa con una maturità media tra 1 e 3 anni tramite l'indice Barclays 1-3 year US Treasury Bond. Costo annuo 0,15%. Distribuisce un dividendo semestrale. La variazione del prezzo dell'ETF è sensibile alla oscillazione del Dollaro Usa: prezzo in crescita in corrispondenza di una rivalutazione del Dollaro. Leggi il documento KID.
Per investire sulle scadenze più lunghe (quindi più rischiose perchè soggette a maggiori variazioni di prezzo) sono disponibili altri strumenti specializzati. Segnaliamo il seguente:
SPDR® Barclays 10+ Year US Treasury Bond
Isin: IE00BYSZ5V04 (LUTR.MI)
Da inizio 2024: +1,0%
Obiettivo è replicare la performance dei Treasury Bond Usa con una maturità da 10 anni in su denominati in dollari statunitensi. Scadenza: 10+ anni. Rating: AAA. L’indice di spesa complessiva (TER) dell'ETF è pari allo 0,15% annuo. Distribuisce un dividendo semestrale. Leggi il documento KID.
C'è anche la possibilità di investire sul segmento Corporate USA tramite il seguente:
ETF Axa IM US High Yield Opportunities UCITS
Isin IE000IAPH329 (AHYU.MI)
Da inizio 2024: +14,0%
Obiettivo dell'ETF è sovraperformare l’indice ICE BOFA US High Yield al fine di cogliere le opportunità offerte dal mercato obbligazionario high yield statunitense prevalentemente attraverso un’attenta selezione del credito mantenendo un tracking error contenuto rispetto all’indice. Commissioni totali annue 0,35%. E' ad accumulazione dei proventi e perciò non distribuisce dividendi. Valuta di denominazione USD. Valuta di quotazione EURO. Leggi attentamente il documento KID. Altri dettagli:
Duration: 3,26 anni;
Yield to maturity (rendimento a scadenza) del 7,63%;
L'85,0% dei componenti è rappresentato da bond corporate USA;
Il 48% circa dei componenti gode di un rating B, il 35,30% di un rating BB, il 17,37% di un rating CCC;
Per quanto riguarda lo spaccato settoriale, il 13,35% degli emittenti appartiene al segmento Software, il 13% al segmento Mezzi di comunicazione. Nessuno degli altri settori arriva al 10%;
Di seguito i primi cinque componenti con il singolo peso specifico:
