CINA/TAIWAN - Borse ferme, prevale lo "status quo" dopo le elezioni

La questione Taiwan "è al centro degli interessi fondamentali della Cina ed è la prima linea rossa insormontabile nelle relazioni sino-americane”, scrive il ministero degli Esteri cinese

Strada notturna a Taipei con insegne al neon: Vivace strada di Taipei di notte, illuminata da insegne al neon in caratteri tradi

Fatto

L’indice Hang Seng di Hong Kong e il CSI 300 dei listini di Shanghai/Shenzhen sono in lieve ribasso. A Taiwan, la borsa di Taipei è in rialzo dello 0,3%, dopo la vittoria del candidato indipendentista alle elezioni di sabato.

William Lai, l’esponente del Partito democratico progressista (Dpp), scettico verso Pechino, ha trionfato come previsto alle urne. Diventerà presidente dal 20 maggio.

Taipei ha invitato i cinesi ad affrontare la realtà e a rispettare l’esito del voto, ma Pechino ha ribadito che la “riunificazione è inevitabile". Pechino considera Taiwan, di fatto indipendente con 23 milioni di abitanti, una "provincia ribelle" da "riunificare".

La questione Taiwan "è al centro degli interessi fondamentali della Cina ed è la prima linea rossa insormontabile nelle relazioni sino-americane”, ha scritto il ministro degli Esteri cinese. Nel primo commento ufficiale di marca cinese, Chen Binhua, portavoce dell'Ufficio per gli Affari di Taiwan ha spiegato che "il risultato delle elezioni non cambierà il panorama di base e la tendenza allo sviluppo dei rapporti tra le due sponde dello Stretto", nonché la lotta a qualsiasi tentativo di indipendenza".

William Lai, dal canto suo, ha promesso di difendere l'isola dalle "intimidazioni" cinesi.

Taiwan può contare sull’appoggio degli Usa, ma la posizione di Washington si è ammorbidita, passando dal "sostegno all’indipendenza" al sostegno a una “sovranità di fatto”.

Secondo il Corriere della Sera, lo scenario più probabile, e per ora condiviso dai mercati, è quello del mantenimento dello status quo che dal 1949 ha permesso a Taiwan di sottrarsi al controllo cinese.

Gli investitori non si aspettano a breve una reazione di forza da parte di Pechino, mentre gli Stati Uniti saranno concentrati sulle elezioni presidenziali di novembre e Biden avrà altre priorità nei prossimi mesi.

Sul fronte macro, la Banca Centrale della Cina ha confermato il tasso di riferimento al 2,5%. Gli economisti si aspettavano un taglio di 25 punti base.

L'istituto centrale ha accompagnato la conferma con un’iniezione di liquidità di 995 miliardi di yuan (139 miliardi di dollari). La maggior parte dei commentatori ritiene che il momento del taglio tassi è solo rimandato di poco, qualcuno spiega la decisione di non ridurre il costo del denaro con la relativa debolezza della valuta.

Effetto

Analisi tecnica indice CSI 300. Il trend di breve è tornato a indebolirsi, dopo un fragile tentativo di avviare una reazione dalla soglia discriminant…

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