BORSE GLOBALI - L'Ocse vede un rallentamento, spazio al taglio dei tassi?

In un mondo alla rovescia, la prospettiva di una frenata dell'economia viene letta positivamente per la traiettoria dei tassi

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Fatto

L'indice MSCI World ha chiuso ieri in rialzo dello 0,80%, ampliando la performance da inizio anno a +12,80%. Rimane netto il distacco nei confronti dell'indice MSCI Emerging Markets, fermo a +2,30%. 

L'OCSE* ha certificato che l'economia globale sta rallentando. Nel secondo trimestre 2023 il PIL dei suoi 38 Paesi membri è cresciuto del +0,40%, da +0,50% registrato nei primi tre mesi. Un segnale che non viene considerato allarmante, ma che conferma il ritmo di crescita moderata, avviato dal primo trimestre 2022.

Nel più ristretto G7, invece, il Pil del secondo trimestre è aumentato del +0,5% rispetto al +0,4% dei primi tre mesi. Si registra un crescita sostenuta del Giappone (+1,5%). Hanno accelerato anche la Francia (+0,5% dal +0,1% del primo trimestre), gli Stati Uniti (+0,6% da +0,5%) e il Regno Unito (+0,2% da +0,1%). Hanno rallentato l'Italia (-0,3% dal +0,6% del primo trimestre) e il Canada (+0,3% da +0,8%). Piatta la Germania dopo una contrazione nei due trimestri precedenti. 

L'export, in particolare, ha favorito Giappone e Francia, nonostante i consumi privati si siano contratti rispettivamente di 0,5% e 0,3%, mentre in Germania le esportazioni sono diminuite dell'1,1%. In Italia, in base alle analisi diffuse dall'Istat, la contrazione del Pil riflette il calo della domanda interna.

Gli investitori non sembrano troppo allarmati per questi numeri perchè in questa fase pesano più positivamente il fatto che un rallentamento dell'economia globale possa "raffreddare" le tensioni sui tassi di interesse.

*L'OCSE è un'organizzazione internazionale di studi economici che comprende tutti i Paesi sviluppati, oltre ad alcuni Paesi aventi in comune un'economia di mercato. Gli ultimi Paesi ad aver aderito all'OCSE sono la Colombia (28 aprile 2020), la Lituania (5 luglio 2018) e il Costa Rica (25 maggio 2021), per un totale di 38 Paesi membri. Non sono comprese le economie emergenti, per esempio Brasile, Cina e India.

Descrizione dell'indice MSCI World

L'MSCI World Index, lanciato nel marzo 1986, riflette la performance delle società a grande e media capitalizzazione di 23 Paesi dei mercati sviluppati (DM)*. Con 1.507 componenti, l'indice copre circa l'85% della capitalizzazione di mercato aggiustata per il flottante in ciascun Paese.

*I paesi DM includono: Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Hong Kong, Irlanda, Israele, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, Singapore, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti.

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Al primo posto, in termini di peso specifico, ci sono gli Stati Uniti, con oltre il 67%. Segue il Giappone con il 6,1%. A livello settoriale, Tech (22,0%), Farmaceutici (13,50%), Finanziari (13,20% ciascuno) sono i più rappresentati.  

Il grado di diversificazione a livello di singole azioni è tale per cui le prime dieci pesano complessivamente poco più del 15% del totale e sono tutte statunitensi. Domina la tecnologica con Apple al primo posto. Solo due i titoli della cosiddetta Old Economy: il colosso dei servizi sanitari UnitedHealth e il colosso petrolifero Exxon

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Effetto

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