BORSE EMERGENTI - La crisi di Evergrande azzera l'ottimismo

Gli strumenti migliori per cogliere l'opportunità su uno degli asset più dinamici al mondo
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L'indice MSCI Emerging Markets ha chiuso la settimana scorsa con una perdita dell'1,5%, un bilancio nettamente peggiore rispetto a quello registrato dalle borse sviluppate che sono rimaste quasi invariate nell'arco delle ultime cinque sedute. 

Il gap da inizio 2021 è tornato ad ampliarsi: -1% vs +15%.

Le tensioni sulle borse emergenti, in particolare Cina e Hong Kong, si sono acuite nelle ultime settimane in concomitanza con l'accelerazione della crisi di Evergrande, gigante immobiliare travolto dai debiti. Il titolo China Evergrande stamattina perde un altro 10% (-90% dal primo gennaio) e scivola sui minimi pluriennali, trascinandosi dietro tutto il mondo del mattone. Di conseguenza l’indice Hang Seng perde il 3,3% (è arrivato a -7%) e torna sui livelli dell'ottobre 2020. 

EVERGRANDE
 

Franano anche le assicurazioni, come Ping An (-7%), penalizzate dalla loro esposizione al mercato immobiliare. Il mercato continua a temere un effetto contagio sul sistema finanziario dal possibile default del colosso immobiliare. Le autorità cinesi sono ovviamente al corrente e non hanno alcuna intenzione di togliere le castagne dal fuoco a chi ha speculato, ma sono pronte a intervenire per evitare una crisi tipo Lehman Brothers. 

In aggiunta a quel che era già noto, sui guai del settore, è arrivata nel nel fine settimana un’indiscrezione di Reuters. Pare che le autorità di Pechino abbiano chiesto ai grandi sviluppatori immobiliari della città di tenere in considerazione anche le esigenze abitative della popolazione, non solo il conto economico. Nel corso di una riunione a porte chiuse tenutasi qualche settimana fa, alti dirigenti del partito avrebbero avvertito che le pratiche monopolistiche del passato non saranno più tollerate. 

Le azioni di Evergrande viaggiano sui minimi da oltre 11 anni poiché gli investitori si sono ormai convinti che la società non sia più in grado di far fronte agli oneri sul suo gigantesco debito di oltre 300 miliardi di dollari. Evergrande dovrebbe pagare 83,5 milioni di dollari di interessi il 23 settembre per la sua obbligazione scadenza marzo 2022. Un altro pagamento di interessi per 47,5 milioni di dollari è previsto il 29 settembre per le obbligazioni scadenza marzo 2024. Il default scatterebbe se Evergrande non dovesse pagare gli interessi entro 30 giorni dalle date di pagamento programmate.

L'obbligazione in dollari 8,25% marzo 2022 è scambiata a 29,156 punti su un nominale di 100, con un rendimento "sulla carta" superiore al +500%, rispetto al 13,7% circa di inizio anno. L'obbligazione 9,5% marzo 2024 vale 26,4 punti, con un rendimento superiore all'80%, rispetto al 14,6% di inizio 2021. 

Uno dei principali istituti di credito che hanno finanziato Evergrande ha già previsto accantonamenti per perdite su una parte dei suoi prestiti, mentre alcuni creditori stanno pianificando di concedere al debitore più tempo per rimborsare, hanno detto a Reuters fonti vicine alla vicenda. 

In qualsiasi scenario di default, Evergrande dovrà ristrutturare le obbligazioni, ma gli analisti si aspettano un basso tasso di recupero per i possessori.

Il brusco sell off delle ultime sedute ha ampliato anche il gap in termini di valutazioni fondamentali tra borse emergenti e sviluppate. Secondo le stime raccolte da Bloomberg l'indice MSCI Emerging Markets ha un P/E medio di 15,90x e un Dividend Yield medio di 2,30% vs un P/E medio di 26,60x e un Dividend Yield medio di 1,30% dell'indice S&P500 o vs un P/E medio di 21,70x e un Dividend Yield medio di 2,10% dell'indice Eurostoxx 50. 

Composizione MSCI Emerging Markets

L'indice MSCI Emerging Markets comprende in totale 26 Paesi: Arabia Saudita, Argentina, Brasile, Cile, Cina, Colombia, Repubblica Ceca, Egitto, Grecia, Ungheria, India, Indonesia, Corea del Sud, Malaysia, Messico, Pakistan, Perù, Filippine, Polonia, Russia, Qatar, Sud Africa, Taiwan, Thailandia, Turchia, Emirati Arabi Uniti. 

La Borsa cinese ha il peso specifico maggiore con un'incidenza di oltre un terzo del totale dell'indice degli emergenti (37,5%). Seguono distanziate Taiwan (13,95%) e Corea del Sud (13,22%). 

 

Tutti i principali settori sono equamente rappresentati con circa 1.400 società quotate. Il 55% circa è composto da Tech (20,30%), Finanziari (17,50%), Consumer Discretionary (17,50%). 

Tra le società con il maggior peso specifico ci sono: Taiwan Semiconductor, Tencent, Alibaba, Samsung Electronics. E ciò spiega la debacle degli ultimi mesi. 

 

Quadro grafico. La violenta caduta delle ultime settimane ha riportato i valori dell'indice MSCI Emerging Markets (1.279 punti) a ridosso della prima soglia discriminante in area 1.270 punti, ex massimo del 2018, che potrebbe avviare quantomeno un consolidamento. Precisiamo che la tendenza rialzista di fondo non è venuta meno, anche se è rallentato il ritmo di risalita.

Operatività. Sfruttare lo scenario per comprare sulla debolezza. Incrementare in caso di discesa a 1.220 punti. Si suggerisce di applicare uno stop loss prudenziale in caso di chiusura settimanale sotto 1.200 punti per rientrare in area 1.100 punti.

 

Per puntare sulle prospettive di crescita degli Emergenti si possono utilizzare i tre seguenti strumenti, il primo è più speculativo e da utilizzare in spazi temporali più brevi: 

WisdomTree Emerging Markets 3x Leverage Daily (EUR) 
Isin: IE00BYTYHN28 
Da inizio anno -6%
L’ETP offre un rendimento complessivo costituito da una performance giornaliera tripla (3x) rispetto all’andamento dell’indice Emerging Equities Rolling Futures Index, che replica i contratti future Front Quarter e Second Quarter del mini MSCI Emerging Markets Index, più il reddito da interessi maturato sull’importo collateralizzato. Per esempio se l'indice aumentasse del 1%, l'ETP aumenterebbe del 3% escludendo le commissioni. Se l'indice scendesse del 1% l'ETP scenderebbe del 3% escludendo le commissioni. Questo ETP si rivolge quindi a chi ha una visione fortemente rialzista sulle principali Borse emergenti. Valuta di denominazione Dollaro Usa. Commissioni totali annue da prospetto. Leggi il documento KID.

SPDR - MSCI Emerging Markets Ucits (Eur)
Isin: IE00B469F816
Da inizio anno: +5,20%
L'ETF mira a replicare la performance dell'indice MSCI Emerging Markets il più fedelmente possibile. La valuta di riferimento è il dollaro USA per cui risente delle oscillazioni del cross Eu/Usd. L'ETF investe in titoli fisici e non distribuisce dividendi. Valuta di denominazione Dollaro Usa. Commissioni totali annue 0,42%. Leggi il documento KID.

SPDR - S&P Emerging Markets Dividend Aristocrats Ucits 
Isin: IE00B6YX5B26 
Da inizio anno: +3,50%
L'ETF mira a replicare l'andamento dell'indice S&P Emerging Markets High Yeld Dividend Aristocrat NR USD ovvero riprodurre il rendimento dei titoli ad alto rendimento nei mercati azionari dei paesi emergenti. La valuta di denominazione è il dollaro USA per cui risente delle oscillazioni del cross Eu/Usd. L'ETF investe in titoli fisici. Commissioni totali annue 0,55%. Dividendo semestrale, circa 3,40% su base annua. Leggi il documento KID.  La tabella seguente illustra l'elenco delle principali azioni presenti nell'ETF.


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