BOND USA - Mercato secondario tranquillo, euforia sul primario
Da inizio anno, a ieri, le emissioni di bond corporate ad alto merito creditizio sono esplose a 99 miliardi dollari. Nelle prime otto sedute dell’anno ci sono state 71 emissioni

Fatto
Il dato inflazione di ieri non ha rallentato le emissioni di bond: un po’ ovunque, ma soprattutto mercato chiede carta, governi e aziende ne approfittano.
In Europa, la settimana che si sta per chiudere sarà da record per quanto riguarda i prestiti sindacati, ma siamo su livelli visti poche volte nella storia per le aste e collocamenti.
Negli Stati Uniti i prezzi al consumo sono saliti dello 0,3% il mese scorso, un po’ più del previsto, su base annua, l’incremento è stato del 3,4%.
Ma l’inflazione non sta tornando a essere appiccicosa: nel commento di ieri, BofA Securities metteva in evidenza che il trend dell’inflazione core a tre mesi e a un anno non è cambiato.
In gennaio, inoltre, dovrebbero indebolirsi gli elementi che hanno portato al relativo surriscaldamento di dicembre.
Ieri, in una giornata in teoria comunque poco favorevole ai bond, la banca francese Societe Generale e l’utility statunitense Niagara Mohawk hanno collocato agevolmente prestiti per 6,2 miliardi di dollari.
Da inizio anno, a ieri, le emissioni di bond corporate ad alto merito creditizio sono arrivate a 99 miliardi dollari.
Settantuno soggetti hanno raccolto risorse nelle prime otto sedute dell’anno, circa un terzo in più della media degli ultimi tre anni nello stesso periodo di tempo.
La convinzione sempre più diffusa di un taglio dei tassi a marzo ha portato anche a un allungamento della duration media dei titoli emessi: il 43% del totale da inizio anno era pari, o oltre, i dieci anni, contro il 28% dello stesso periodo dell’anno precedente.
Il mercato statunitense delle obbligazioni IG (investment grade) è dominato dai collocatori, lo si vede anche nella revisione delle guidance sul tasso: da dodici punti base di media di un anno fa, si è passati ai sei punti base di questo inizio 2024.
La forza della domanda ha spinto il tasso di copertura (Bit to Cover) medio a 3,4 volte, da 2,8 volte.
Effetto
Analisi tecnica. Graficamente, il rapido rientro del rendimento del Treasury decennale dal picco record di metà ottobre intorno al 5,0% ha riequilibra…
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