BOND HIGH YIELD - Inflazione in via di esaurimento

I prezzi delle spese per consumi personali (PCE) registra un incremento dello 0,1%, dopo la variazione praticamente nulla di maggio, come da previsioni: il rallentamento dei prezzi continua

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Fatto

L’inflazione è sempre più vicina al 2%, l'obiettivo della Federal Reserve, lo hanno confermato oggi i dati del Bureau of Economic Analysis relativi al mese scorso.

I prezzi delle spese per consumi personali (PCE) registrano un incremento dello 0,1%, dopo la variazione praticamente nulla di maggio.

Su base annua, l'indicatore dei prezzi preferito dalla Federal Reserve cresce del  2,5%, dal 2,6% di maggio. Entrambe le letture sono in linea con le stime del consensus.

L'indice PCE core, che esclude le componenti alimentari ed energetiche, sale dello 0,2% a giugno, l’aumento annuale è 2,6%, dal precedente +2,6%: il dato è un filo sopra le previsioni ma siamo ben lontani dal +7% di metà 2022. 

Il rialzo dei tassi è stato efficace, ora è venuto il momento di dare un ricostituente monetario al sistema.

La settimana si chiude con il ritorno sulla ribalta dell’inflazione, tema accantonato negli ultimi giorni a favore dell’altro elemento guida dei mercati, la crescita economica.
 
Il balzo del PIL degli Stati Uniti nel secondo trimestre ha mostrato ieri che nella prima economia del pianeta la spinta dei consumi resta robusta, i segnali di rallentamento arrivati in questa seconda parte di luglio sono rilevanti, ma non tali da legittimare i timori di una frenata brusca.

Il +2,8% sequenziale, il doppio di quel che si aspettavano gli analisti, mette probabilmente a tacere le voci di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve la prossima settimana e ridimensiona la possibilità, emersa negli ultimi giorni, di un taglio di cinquanta punti base a settembre.

Non c’è bisogno di un intervento urgente della banca centrale a sostegno di un’economia in caduta libera. 

L’ipotesi di un atterraggio pesante della prima economia del mondo aveva penalizzato questa settimana l’azionario, non i bond.

L’unico movimento di qualche rilievo delle ultime settimane è stato sulla curva, con lo spread dieci anni-due anni arrivato a lambire i massimi di lungo periodo.

Le obbligazioni più prossime alle azioni, l’high yield, tengono le posizioni anche se si torna a parlare di aumento dei fallimenti delle aziende.

L’indice Bloomberg US Corporate High Yield era ieri al  7,60% di rendimento, sei punti base sopra i minimi da inizio anno.

La parte più speculativa dei bond spazzatura, quelli con rating CCC, ha registrato nelle ultime sedute dei piccoli miglioramenti: il rendimento dell’indice Bloomberg di riferimento ha toccato i minimi delle ultime cinque settimane al 12,5%.

Effetto

E' disponibile a Piazza Affari il seguente ETF, l’unico con "gestione attiva" concentrato su bond USA High Yield, un’area dove la gestione attiva cont…

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