BOND - L'Europa scivola verso la stagnazione
In ottobre, la tendenza al ribasso dell'attività del settore privato nell'area dell'euro è arrivata al secondo mese, si rafforza l'ipotesi di un taglio 50 punti base dei tassi d'interesse a fine anno

Fatto
In Eurolandia l’economia resta debole: le indicazioni arrivate stamattina dagli indici Purchasing Managers di S&P Global e Hamburg Commercial Bank ratificano con i numeri quel che ieri ha anticipato ieri a Washington il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta.
In ottobre, la tendenza al ribasso dell'attività del settore privato nell'area dell'euro si è prolungata per il secondo mese, con le due principali economie della regione, Francia e Germania a fare da zavorra. Sono pochi, i segnali di ripresa in arrivo.
L'indice composito dei responsabili degli acquisti è salito questo mese a 49,7 da 49,6 del mese precedente, mantenendosi appena al di sotto della soglia di 50, quella che separa la crescita dalla contrazione.
I risultati, all’incirca in linea con le attese mostrano che il blocco di paesi sta rallentando dopo una vivace partenza di inizio anno: si profila il ritorno nella stagnazione.
La Germania frena in quanto i suoi giganti industriali sono alle prese con il rincaro dell'energia e la debolezza della domanda cinese, la Francia è sempre più in difficoltà e la ripresa dei consumi è di poco conto.
"La zona euro è un po' bloccata", ha dichiarato Cyrus de la Rubia, economista della Hamburg Commercial Bank, nel comunicato.
La banca centrale ha alzato da qualche tempo il livello di attenzione su questi dati. La scorsa settimana, nella conferenza stampa post annuncio del taglio tassi da un quarto di punto percentuale, la presidente Christine Lagarde aveva parlato dell’importanza delle indicazioni preliminari degli indici PMI usciti stamattina.
"L'indagine suggerisce che i rischi per la crescita del PIL rimarranno saldamente al ribasso nell'ultimo trimestre dell'anno.
Con il processo di disinflazione già in fase avanzata, la debolezza dell'attività potrebbe accelerare il passaggio della BCE verso un tasso di politica neutrale”, commenta David Powell, economista senior dell'area euro di Bloomberg Intelligence
Gli investitori dei mercati monetari prevedono una serie di tagli fino a quando il tasso di deposito non raggiungerà il 2% a metà del 2025, dall'attuale 3,25%.
Prende sempre più piede l’ipotesi di un taglio da mezzo punto percentuale a dicembre: gli OIS la danno al 40%.
Roberto Centeno, membro portoghese del board BCE schierato tra le colombe, sembra essere a favore di un super taglio, in quanto chiede di raggiungere il più in fretta possibile il livello neutrale sui tassi. Anche un falco come Robert Holzmann ha lasciato la porta aperta al mezzo punto di taglio.
Va detto che in ottobre sono emersi segnali di pressioni ostinate sui prezzi, per cui, alla fine, è probabile che passi l’ipotesi più ordinaria di un taglio di un quarto di punto: "L'inflazione nel settore dei servizi sembra destinata a rimanere elevata, dato che i costi e i prezzi di vendita a ottobre sono aumentati più rapidamente rispetto al mese precedente", ha detto de la Rubia.
Effetto
Analisi tecnica BTP 10 anni (oggi rendimento 3,47%). Dal punto di vista grafico, negli ultimi due anni il rendimento si è mosso, senza precisa direzio…
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