Bond - Il risveglio dell'inflazione è una faccenda di "uova di gallina
Negli Stati Uniti, dove un'epidemia sta facendo strage di galline, i prezzi delle uova si sono raddoppiati in un anno, l'incremento spiega per buona parte il risveglio dell'inflazione

Fatto
Inflazione da caro uova.
Una dozzina di uova costano oggi otto dollari negli Stati Uniti, più o meno del doppio del prezzo di un anno fa.
Per inquadrare il recente aumento dei tassi di rendimento delle obbligazioni bisogna lasciare per un attimo la finanza e spostarsi negli allevamenti avicoli, dove l’influenza aviaria sta facendo strage di galline.
L'epidemia ha contribuito in modo importante al risveglio dell’inflazione in gennaio: i prezzi al consumo hanno registrato l’incremento sequenziale più forte dall’agosto del 2023: +0,5% dal +0,4% di dicembre, il consensus si aspettava l’opposto, un rallentamento, +0,3%.
L’Ufficio delle Statistiche sul Lavoro ha messo in evidenza che una parte importante dell’accelerazione è dovuta alla componente cibo, salita dello 0,4% su mese, dal precedente +0,3%.
I prezzi delle uova sono aumentati del +15% in un mese e anche il Financial Times mette stamattina in evidenza questa componente. Jason Pride, chief of investment strategy and research a Glenmede, ha parlato di un dato “meno che eggcellente”: un gioco di parole.
Ieri Il tasso del Treasury Note, che si muove all’inverso del prezzo, sulla scadenza a dieci anni è salito in giornata fino al 4,63, da 4,55% del giorno prima,
Solo un taglio tassi nel 2025.
Le uova sono importanti ma ovviamente spiegano solo una parte del movimento.
Anche altri fattori noti, come l’inflazione da affitti, è salita. In questo nuovo contesto si sono ridimensionate ulteriormente le aspettative di un taglio dei tassi: i future degli swap si aspettano un calo del costo del denaro a dicembre, da settembre della scorsa settimana.
"Come si può giustificare una riduzione dei tassi con una tale pressione inflazionistica?”, ha dichiarato a Bloomberg Roger Landucci, partner di Alphamatrix Finance di Ginevra
Va detto che da quando è scoppiata la pandemia, nella primissima parte dell’anno l’inflazione tende a riprendersi, per poi sbiadire con il passare dei mesi, infatti il mercato azionario non ha preso troppo sul serio il dato: il Nasdaq ha chiuso sulla parità.
Ma tanti tagli alla spesa federale.
Se le vendite sui bond si sono placate nelle ore successive all’uscita del dato sull’inflazione, nonostante siano aumentate le chance di un rialzo dei tassi nel corso del 2025 da parte della Federal Reserve è anche perché sono arrivate novità sul tema del contenimento della spesa pubblica degli Stati Uniti. Da qualche settimana, a muovere i prezzi non ci sono soltanto le parole di Jerome Powell o dei membri del board della banca centrale, ci sono soprattutto Elon Musk e il suo Dipartimento per l'Efficienza Governativa (DOGE). I
l Presidente Donald Trump ha firmato martedì un nuovo ordine esecutivo che rende il DOGE ancora più potente. Citando la necessità di eliminare gli "sprechi", Trump ha ordinato una riduzione ancora più drastica della forza lavoro federale e ha concesso al nuovo soggetto un ampio controllo sulle assunzioni nelle agenzie.
Nel dare l’annuncio alla stampa nella stanza ovale della Casa Bianca, Trump aveva accanto Musk, con il suo figlio più piccolo, un cappello MAGA nero in testa, un cappotto e una maglietta.
Il miliardario ha promesso che il DOGE darà la caccia alle frodi, che secondo lui sono pervasive: "Stiamo parlando di aggiungere controlli di buon senso che dovrebbero essere presenti e che non lo sono stati", ha detto Musk.
Tre tagli in Europa
Questo indicazioni sul taglio costi in arrivo hanno avuto effetti sono solo sui Treasury ma anche sulle obbligazioni dell’Europa: il BTP decennale si rafforza a 3,50%, da 3,57% di ieri, anche perché la BCE non sembra volersi lasciare condizionare da quel che deciderà la Federal Reserve:.
La Bce potrebbe tagliare i tassi di interesse altre tre volte nel 2025, anche se la Federal Reserve statunitense dovesse muoversi più lentamente.
Il governatore della banca centrale croata Boris Vujcic ha detto in un'intervista con la Reuters che le aspettative del mercato su tre ulteriori tagli non sono irragionevoli, anche se tutto dipenderà dai dati dei prossimi mesi, in particolare dall’andamento dell’inflazione nei servizi, il principale componente del paniere dei prezzi al consumo.
Senza sbilanciarsi su numero dei tagli nel 2025, il membro tedesco del direttivo della BCE, Joachim Nagel, ha detto che il costo dei prestiti si sta avvicinando a un livello che non limita né stimola l’economia: "Più ci avviciniamo al tasso neutrale, più diventa appropriato adottare un approccio graduale”, ha affermato nel corso di una lezione alla London School of Economics.
Però nessuno sa dove sia il tasso neutrale, un po’ come l’elettrone dell’equazione di Schrondinger. Ad ogni modo, la Bundesbank lo colloca tra l'1,8% e il 2,5%, sulla parte alta è appena al di sotto del tasso di deposito, che ora è del 2,75%.
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