BITCOIN - I minatori si producono l'energia in proprio

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Prezzo poco mosso. Da inizio ottobre il prezzo si è mosso nel ristretto range 60mila-64mila usd.

La notizia del giorno è che i minatori di cripto hanno deciso di prodursi in casa l'energia che serve ad estrarre le valute digitali.

MARA Holdings, la più grande società "mineraria" di bitcoin quotata in borsa al mondo, ha iniziato a produrre energia nella zona di shale degli Stati Uniti come parte di un progetto pilota per alimentare 25 megawatt delle sue operazioni di estrazione con il gas naturale in eccesso.

La mossa arriva mentre l'intensificarsi della competizione per l'elettricità tra i data center AI delle Big Tech ha portato l'industria delle criptovalute, che è tra i maggiori consumatori di energia, a cambiare strategia.

"I ragazzi dell'AI sono disposti a pagare quasi ogni prezzo per l'energia a causa della loro domanda, quindi è molto difficile per i minatori di bitcoin essere in grado di competere", ha detto Fred Thiel, amministratore delegato di MARA.

Portare il cryptomining alla fornitura di energia grezza permette a MARA di aggirare parte della concorrenza, ha detto Thiel, e di evitare i prezzi sempre più cari dell'energia delle reti regionali.

Inoltre, per la prima volta MARA sarà proprietaria della produzione di energia, cosa rara per qualsiasi minerario.

Negli ultimi anni, l'estrazione di criptovalute come il bitcoin, ad alta intensità energetica, è stata oggetto di attenzione da parte dell'opinione pubblica a causa delle sue emissioni di anidride carbonica, che hanno portato a restrizioni sulle attività in luoghi come New York e a una proposta federale di tassare l'utilizzo di energia da parte dell'industria.

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