BANCHE EUROPA - Il popolo del BTP sta tornando allo sportello
La discesa dei tassi dovrebbe spingere una massa sterminata di piccoli risparmiatori verso fondi d'investimento e altri prodotti per la gestione del risparmio

Fatto
L'indice Stoxx Banks si conferma al primo posto nel 2024, in termini di performance, insieme all'indice Stoxx Tech con un guadagno del +18,50%.
Il calo dei tassi sta rianimando la richiesta di prestiti da parte delle famiglie e sta anche spingendo le banche ad avviare le campagne di marketing destinate a riportare i risparmiatori retail verso prodotti d'investimento a commissioni più elevate.
Per quanto riguarda la domanda di impieghi, emerge da un’indagine della BCE che per la prima volta in due anni le famiglie della zona euro sono tornate a chiedere prestiti in numero crescente.
Il 16% degli istituti di credito intervistati nell'ambito dell'Indagine sul credito bancario (Bls) della Bce ha segnalato un aumento della domanda di prestiti da parte delle famiglie nei tre mesi fino a giugno, il primo aumento di questo tipo dal 2022: gli intervistati si aspettano che questa tendenza continui nel trimestre in corso.
"Il miglioramento delle prospettive del mercato immobiliare, citato soprattutto dalle banche tedesche, è stato il principale motore dell'aumento della domanda di mutui per l'acquisto di abitazioni", ha detto la Bce. Al contrario, le condizioni sui prestiti alle imprese hanno continuato a inasprirsi, anche se in misura modesta. ”Nella seconda metà del 2024 le banche della zona euro prevedono un inasprimento netto delle condizioni di prestito, associato a un moderato aumento netto della domanda di prestiti nella maggior parte dei settori economici, a eccezione di quello delle costruzioni e dell'immobiliare", ha sottolineato la Bce.
Per quanto riguarda il focus sul risparmio gestito. Secondo l'AD di Unicredit , Andrea Orcel, commissioni crescenti potrebbero arrivare a rappresentare fino al 40% dei ricavi di UniCredit nei prossimi anni, rispetto a circa un terzo ora.
Le due principali banche italiane hanno riportato un rimbalzo delle commissioni nel primo trimestre, a indicare che i piccoli risparmiatori potrebbero aver raggiunto la misura con i titoli del debito pubblico e siano aperti a uno switch.
“Tutte le banche stanno ora cercando di spostare parte dei loro attivi amministrati in attivi in gestione", ha dichiarato Luca Penna, responsabile dei servizi finanziari per l'Europa meridionale e orientale di Bain & Company e senior partner della societa di consulenza a Milano.
Con i tassi della zona euro ai massimi di due decenni nel 2023, gli italiani hanno acquistato 114 miliardi di euro di titoli di Stato nazionali, che con 270 miliardi di euro rappresentavano a fine dello scorso anno il 5% del totale delle attività finanziarie delle famiglie. Nel 2022 tale percentuale era del 3%, un valore che corrisponde all'attuale media della zona euro, secondo i dati della banca centrale.
I prodotti di gestione patrimoniale detenuti dalle famiglie sono invece diminuiti di 45 miliardi di euro lo scorso anno. Questo spostamento ha privato gli istituti di credito delle commissioni guadagnate sulla vendita di tali prodotti, che le banche puntano ora a recuperare per sostenere gli utili dopo che profitti record generati dal margine di interesse hanno abituato gli azionisti a politiche di distribuzione iper-generose.
La prima banca italiana, Intesa Sanpaolo, ha creato un comitato direttivo presieduto dall'amministratore delegato Carlo Messina per incrementare le commissioni e rispettare la previsione di un aumento a due cifre dei ricavi da asset management e consulenza quest'anno, a partire da un incremento dell'8,6% nel primo trimestre.
I risparmi degli italiani sono già stati convogliati con successo in passato in titoli di Stato riconfezionati come prodotti di investimento.
La Banca d'Italia ha calcolato che le famiglie detenevano quasi il doppio dei titoli del debito pubblico attraverso fondi comuni o polizze assicurative, rispetto a quelli acquistati direttamente.
Le banche stanno ora puntando su queste obbligazioni detenute tra gli attivi amministrati delle banche, anche se gli italiani hanno anche 1.800 miliardi di euro parcheggiati in depositi all'1%.
I più recenti dati sulla raccolta degli asset gatherer italiani pubblicati in luglio fanno ben sperare per le commissioni nette delle banche nel secondo trimestre. Grazie ai recenti accordi salariali e al raffreddamento dell'inflazione, gli italiani dovrebbero iniziare a vedere una graduale ripresa del tasso di risparmio verso i livelli pre-pandemici (circa il 10%) dal minimo storico del 6% toccato nel 2023, ha affermato Antonio Reale, co-responsabile della ricerca bancaria europea di Bank of America. Secondo i calcoli degli analisti di BofA, la spinta al risparmio netto potrebbe beneficiare quest'anno di nuovi flussi compresi tra i 100 e i 130 miliardi di euro, la maggior parte dei quali finirà probabilmente in fondi comuni di investimento.
Le prospettive sono così interessanti che anche i fondi di private equity si sono messi a caccia di reti di raccolta del risparmio in Italia. Stamattina IlSole24Ore scrive che almeno tre grandi soggetti sarebbero al lavoro sul tema. Il punto di partenza è la straordinaria propensione al risparmio degli italiani: nonostante l’aumento del carovita, secondo l’Acri il 68% di quel 50% di italiani che è riuscito a risparmiare ha sacrificato la propria qualità della vita pur di accrescere il proprio patrimonio.
Ciò che è positivo per i profitti delle banche e i loro azionisti non è sempre il meglio per i clienti. In un paese dove la distribuzione dei prodotti del risparmio è legata a doppio filo alla rete bancaria e imperniata su una struttura di commissioni retrocesse dalla produzione alla distribuzione, una ricerca della Banca d'Italia del 2020 ha rilevato che i fondi comuni di investimento affiliati alle banche hanno sottoperformato quelli indipendenti, in parte a causa di scelte di investimento distorte come ad esempio una preferenza per titoli emessi da società clienti del gruppo bancario stesso. "Per l'italiano medio non è immediatamente evidente che la consulenza finanziaria ricevuta in filiale comporta un costo significativo per gli istituti di credito e che i clienti lo pagano", ha affermato Andrea Resti, docente di finanza all'Università Bocconi di Milano.
Effetto
Analisi Tecnica. Il quadro del settore bancario europeo è in progressivo miglioramento, sorretto dalla trendline crescente sotto evidenziata. Recenti …
Non perdere questa occasione, iscriviti a Websim e riceverai 1 mese di prova del Pass Exclusive. Potrai decidere successivamente se acquistare uno dei nostri abbonamenti o meno.