DIASORIN - Possibile ricorso a test molecolari in USA e altri Paesi per viaggiatori dalla Cina

FATTO
Con l'allentamento delle restrizioni anti Covid in Cina e lo stop alla quarantena che entrerà in vigore l'8 gennaio, pochi giorni prima del Capodanno cinese, diversi Paesi (tra cui anche gli USA, dopo Giappone e Malesia) starebbero studiano un’intensificazione dei controlli agli aeroporti per i viaggiatori provenienti dalla Cina con l’utilizzo di test molecolari. 

Negli USA si pensa alla richiesta di un test molecolare negativo o a misure di tracciamento e sorveglianza. A preoccupare Washington non è solo il rialzo dei casi con il rischio di sviluppo di nuove varianti non coperte dai vaccini ma anche la scarsa trasparenza di Pechino sui dati dei contagi. In Italia, la Lombardia è stata la prima regione in Italia a richiedere il tampone molecolare per i passeggeri in arrivo dalla Cina, anche se non è previsto alcun obbligo effettivo.

EFFETTO
Un nuovo ricorso ai test molecolari COVID su larga scala in molti Paesi dovrebbe rafforzare la visibilità sulle nostre stime correnti per il 2023: al momento ipotizziamo un contributo COVID di circa 150 mln (11% del fatturato, in calo rispetto ai 225 mln attesi sul 2022), che si riduce a 80 mln nel 2024 (5% del fatturato) e a 50 mln nel 2025, circa 3% del fatturato.

 Sul 2022, i target rivisti al rialzo ad agosto tengono conto di un fatturato COVID atteso a 225 mln, in gran parte già realizzato nei 9 mesi 2022 e non riflette l’upside dal picco di influenza stagionale registratosi nel 4Q 2022 e dall’introduzione dei test differenziali per distinguere tra infezioni da COVID e influenza stagionale.

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