SETTORE UTILITY - UE: niente price cap, si lavora alla riduzione dei consumi. L'Analisi Tecnica di Websim

L'indice Stoxx del settore Utility europeo ha messo a segno il quarto rialzo consecutivo, portandosi sui massimi da inizio mese.

Da inizio anno -8,50% vs -12,30% dell'indice Stoxx 600. 

Il Gas Naturale dello snodo europeo apre in ribasso del 2% a 187 euro per mwh, sui minimi da quasi due mesi. 

Bruxelles si appresta a varare la prima parte del pacchetto sull'energia, che dovrebbe puntare su:

1) riduzione della domanda elettrica,

2) tassazione degli extra-profitti per le multinazionali dell'energia, 

3) contributo di solidarietà da parte delle società che lavorano i combustili fossili. 

Secondo le ultime indiscrezioni, non verrebbe presa in considerazione l'ipotesi del price cap. La proposta di un tetto ai prezzi del gas importato dall'Ue non incontra il consenso necessario. 

Il taglio ai consumi sarà obbligatorio. L'Ue individuerà un target mensile di riduzione del consumo - che dovrebbe aggirarsi attorno al -10% - che ogni Paese dovrà rispettare. Il confronto sarà fatto rispetto al medesimo mese di riferimento e sulla base di una media di consumi dei cinque anni precedenti al 1 novembre 2022.

Spetterà ai governi nazionali decidere in quali ore far scattare il taglio. Nella bozza della proposta si legge che "la riduzione obbligatoria "dovrebbe risultare" da un taglio operato "in 3-4 ore per giorno lavorativo in media, che normalmente corrispondono alle ore di picco dei consumi. Tale fascia - si legge ancora - può includere "anche la generazione di elettricità di fonti rinnovabili". Nella scelta di queste ore gli Stati membri "hanno un margine di discrezionalità", prevede la proposta.

Discrezionalità che si estende anche agli ambiti di applicabilità del taglio ai consumi. Con il pacchetto - che seguirà l'iter ex articolo 122 dei Trattati, che non richiede unanimità - per i cittadini europei usare due elettrodomestici in contemporanea in alcune ore della giornata potrebbe essere di fatto impossibile. 

La tassa sugli extra-profitti avrà come cardine un limite obbligatorio ai ricavi degli operatori che producono energia da rinnovabili, nucleare e lignite, cioè diverse dal gas. 

Il limite si applicherà ai ricavi per megawattora e sarà oggetto di discussione fino all'ultimo, anche se l'orientamento dei giorni scorsi era di fissarlo attorno ai 200 euro. Le eccedenze dei ricavi derivanti dall'applicazione del cap dovranno essere 'girate' a cittadini e imprese "esposti a prezzi elevati dell'energia elettrica", si legge nella bozza.

Il Governo studia forniture di elettricità e gas a prezzi calmierati

Il Sole24Ore riporta questa mattina che il Governo starebbe studiando delle forniture di elettricità e gas a prezzi calmierati per i clienti finali prioritari (energivori). Si tratterebbe di due provvedimenti separati: il ritiro da parte del Gse di 18TWh di elettricità prodotta da impianti rinnovabili a prezzi pari 115-130 euro/MWh (electricity release) e la spinta a aumentare la produzione nazionale di gas dagli attuali circa 3bcm a 4-5bcm nei prossimi mesi, con la produzione incrementale venduta a prezzi calmierati (gas release).

Non ci sono ancora dettagli sui due provvedimenti per poter fare delle valutazioni sul potenziale impatto sulle diverse società. Le manovre allo studio si accompagnano a quelle attualmente in discussione a livello europeo (cap ai prezzi di vendita dell’elettricità prodotta da impianti rinnovabili, riduzione dei consumi di elettricità e gas, potenziali contributi di solidarietà richiesti alle imprese oil&gas, manovre finalizzate a garantire ulteriore liquidità alle utilities in difficoltà sul tema della marginazione), che dovrebbero essere presentate domani.

Quadro grafico settore Utility europeo. Il rimbalzo tuttora in corso è scattato a ridosso del fortissimo supporto in area 350/342 punti. I primi ostacoli sono posizionati sulle medie mobili evidenziate, che passano intorno a 370 e 375 punti, sotto attacco in questi giorni. 

Operatività. Manteniamo una visione positiva sul settore, anche in virtù della elevata remunerazione sotto il profilo dei dividendi (le stime di bloomberg indicano un 4,80% medio a livello europeo). Si suggerisce di comprare ai livelli attuali, sfruttando eventuali discese fin verso area 340 punti. Incrementare la posizione alla prima chiusura sopra 375 punti. Stop loss prudenziale in caso di discesa sotto 335 punti.


Chi vuole investire sul settore Utility europeo con la massima diversificazione ha a disposizione una serie di strumenti. 

Nel seguente ETF, le Utility italiane rappresentano il 20% del totale. Al primo posto la Spagna con il 22%:

SPDR MSCI Europe Utilities UCITS
Isin IE00BKWQ0P07 

Da inizio anno -5,20%
Obiettivo dell'ETF è la replica dell'indice MSCI Europe Utilities, che raggruppa i principali protagonisti europei del settore, comprensivo del reinvestimento del dividendo. Ciò consente di amplificare la performance da inizio anno a un livello superiore a quello registrato dall'indice corrispondente. Commissioni totali annue 0,30%. Nella tabella di seguito i primi dieci titoli, tra cui compare al secondo posto la nostra Enel. Leggi il documento KID.



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