SETTORE UTILITY - Tassa del 10% sugli extraprofitti delle imprese energetiche

L'indice Stoxx del settore Utility europeo è poco mosso, in linea con l'andamento dell'indice Stoxx principale. Da inizio anno ha perso il 6%, anche questo dato è in linea con l'indice Stoxx globale.
Oggi sono sotto i riflettori le società del comparto quotate a Piazza Affari.
Nel Decreto contro il caro energia approvato venerdì sera dal Governo italiano è prevista una tassa del 10% sugli extraprofitti delle imprese energetiche realizzati negli ultimi sei mesi. Il Governo punterebbe a raccogliere circa 4 mld di euro, per un extra-profitto implicito di circa 40 ml. Nel dettaglio si tratta di un contributo a titolo di prelievo straordinario a carico dei soggetti che esercitano nel territorio dello Stato l’attività di:
i) produzione di energia elettrica;
ii) produzione di gas metano o di estrazione di gas naturale;
iii) rivendita di energia elettrica, di gas metano e di gas naturale;
iv) importazione di energia elettrica, gas naturale o gas metano;
v) produzione e importazione distribuzione e commercio di prodotti petroliferi.
La base imponibile del contributo straordinario è costituita dall’incremento del saldo tra le operazioni attive e le operazioni passive, al netto dell’IVA, riferito al periodo dal 1° ottobre 2021 al 31 marzo 2022, rispetto al saldo del periodo dal 1° ottobre 2020 al 31 marzo 2021. Il contributo si applica nella misura del 10% nei casi in cui il suddetto incremento sia superiore a 5 mln. Il contributo non è dovuto se l’incremento è inferiore al 10%.
Commento
Si allarga lo spettro delle società coinvolte, che include tutti i produttori, rivenditori e importatori di energia elettrica, gas e prodotti petroliferi. Ricordiamo che il precedente intervento del governo sulla tassazione degli extra profitti, contenuto nel Decreto Sostegni Ter e aggiornato nel Decreto Antifrodi riguardava invece solo parte della produzione rinnovabile, dal 31 gennaio 2022 a fine 2022.
La base imponibile è una sorta di margine di contribuzione. Il calcolo degli extra profitti è in parte retroattivo, in quanto viene preso in considerazione il periodo 4Q 2021-1Q 2022, rispetto allo stesso semestre di un anno prima.
Tra le società quotate, impatto negativo nel settore Energy per Eni , Gas Plus e Saras , nel settore Utilities per le società esposte alla generazione, trading e vendita di elettricità (principalmente i produttori Rinnovabili, Enel , Edison, A2A , Iren , Erg , Falck Renew, in parte marginale le altre Local Utilities Hera e Acea ) mentre sono escluse le regolate (Snam , Terna e Italgas ).
Molto complessa la definizione della base imponibile, con un calcolo del potenziale impatto sui singoli titoli al momento ancora difficile da quantificare. Il Decreto dovrebbe diventare operativo entra la metà di questa settimana, anche se non si escludono potenziali ritocchi. Da valutare il tema della retroattività e della parziale sovrapposizione con la misura già introdotta su parte delle rinnovabili (price-cap), oltre che il rischio di impugnative costituzionali. Stamattina ENI ha annunciato un impatto di qualche centinaio di euro nel scenario worst case.
Sotto il profilo dei fondamentali, siamo di fronte a uno dei settori con i multipli più attraenti: il P/E medio del settore Stoxx Utility stimato dagli analisti raccolti da Bloomberg è intorno a 16,0x. Al contrario, il ritorno previsto in termini di dividendo è tra i più elevati: Dividend/Yield 4,70%.
Quadro grafico settore Utility europeo.
L'indice Stoxx Utility è tra i pochi a non essere ancora riuscito a tornare sopra i livelli del marzo 2020 (pre-pandemia). Il primo importante ostacolo è collocato nella fascia 400-418 punti, messo sotto attacco diverse volte negli ultimi mesi, ma senza successo. Oltre tale livello si potrebbe puntare al record storico del 2007 in area 563 punti (upside potenziale +50%).
Il movimento di questi giorni è da seguire con attenzione perchè ha spinto l'indice a ridosso della media mobile (in verde) a 100 periodi passante oggi in area 370 punti. Segnali di riequilibrio in caso di risalita oltre 385 punti.
Operatività. Manteniamo una visione positiva sul settore, anche in virtù della elevata remunerazione sotto il profilo dei dividendi. Si suggerisce pertanto di sfruttare la debolezza attuale per acquistare utility europee in ottica di diversificazione. Incrementare alla prima chiusura sopra 385 punti. Target di breve verso 400 punti, target finale 418 punti. Stop loss prudenziale in caso di discesa sotto 355 punti.
Chi vuole investire sul settore Utility europeo con la massima diversificazione ha a disposizione una serie di strumenti.
Nel seguente ETF, le Utility italiane rappresentano il 20% del totale. Al primo posto la Spagna con il 22%:
SPDR MSCI Europe Utilities UCITS
Isin IE00BKWQ0P07
Da inizio anno -5,90%
Obiettivo dell'ETF è la replica dell'indice MSCI Europe Utilities, che raggruppa i principali protagonisti europei del settore, comprensivo del reinvestimento del dividendo. Ciò consente di amplificare la performance da inizio anno a un livello superiore a quello registrato dall'indice corrispondente. Commissioni totali annue 0,30%. Nella tabella di seguito i primi dieci titoli, tra cui compare al secondo posto la nostra Enel. Leggi il documento KID.
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