SETTORE UTILITY - Gas: Draghi rilancia su price cap europeo

L'indice Stoxx del settore Utility europeo è in lieve rialzo, allineato con l'andamento dell'indice Stoxx 600.

Da inizio anno -5,0% vs -11,0%. 

Ieri nel corso del suo intervento al Meeting di Rimini di CL, il premier Mario Draghi ha confermato che “la Commissione Europea è attualmente al lavoro su una proposta per introdurre un tetto al prezzo del gas, che sarà presentata al prossimo Consiglio Europeo”. 

Draghi ha aggiunto che “la Commissione presenterà anche una riflessione su come slegare il costo dell’energia elettrica dal costo del gas” e che su questa riflessione immagina vi possa essere “molto più accordo e molto più sostegno da parte di tutti i paesi”.

Dopo una lunga fase di scetticismo, negli ultimi 2-3 mesi la Commissione Europea ha iniziato a lavorare alla costruzione di un nuovo sistema di formazione dei prezzi dell'elettricità nell'Ue che lo renda meno dipendente dal prezzo del gas. Oltre all’Italia, tra i paesi maggiormente favorevoli alla riforma vi sono Francia, Grecia, Romania, Spagna e Portogallo, mentre tra i più scettici vi sono Germania (anche se ultimamente la posizione tedesca ha iniziato a cambiare), Austria, Danimarca, Olanda, Estonia, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo. 

Il tema è molto complesso ed andranno verificate le proposte della Commissione (Draghi ha parlato di una “riflessione” ed i tempi potrebbero non essere brevissimi), ma tra le alternative all’attuale meccanismo di formazione del prezzo vi potrebbero essere: 

1) la fissazione di un cap che potrebbe ad esempio essere definito per categoria di impianto secondo la fonte energetica utilizzata;

2) la limitazione del funzionamento del mercato giornaliero dell’energia solo per gli impianti alimentati a gas con gli impianti a fonte rinnovabile da contrattualizzare con contratti a lungo termine;

3) l’abbandono del meccanismo del prezzo marginale ed il passaggio ad un sistema “pay as bid”. Il prossimo Consiglio europeo si terrà il 6-7 ottobre.

Le multiutilities bloccano i nuovi contratti

Il Sole 24Ore riporta che le aziende fornitrici di gas hanno dichiarato che non faranno nelle prossime settimane nuovi contratti alle aziende che non siano quelle storicamente rifornite. Questa la scelta presa dalle partecipate pubbliche territoriali come A2a e Hera che cercheranno di garantire i clienti “buoni pagatori” e i clienti “storici”.

L’attuale complessità del mercato energetico sta portando ad una comprensibile maggiore avversione al rischio da parte degli operatori. Nei prossimi mesi andrà ulteriormente monitorato l’andamento del circolante alla luce dei nuovi aumenti di prezzo dell’energia e delle possibili ripercussioni su rateizzazioni ed unpaid ratios.

Il settore Utility europeo, sotto il profilo dei fondamentali, è tra quelli che godono dei multipli più attraenti: il P/E medio del settore Stoxx Utility stimato dagli analisti raccolti da Bloomberg è intorno a 16,0x, mentre il ritorno previsto in termini di dividendo è tra i più elevati: Dividend/Yield 5,0%. 

Le nostre Enel e A2A sono tra i peggiori performer del 2022 con perdite che sfiorano il -30%. Il titolo migliore del comparto in Italia è Terna +8%. 

Quadro grafico settore Utility europeo. 

L'indice Stoxx Utility è tra i pochi a non essere ancora riuscito a tornare sopra i livelli del marzo 2020 (pre-pandemia). Il primo importante ostacolo è collocato nella fascia 400-418 punti, messa sotto attacco diverse volte negli ultimi mesi, ma senza successo. Oltre tale livello si potrebbe puntare al record storico del 2007 in area 563 punti. 

Il movimento degli ultimi due anni può definirsi laterale con importante sostegno in area 342 punti. 

Operatività. Manteniamo una visione positiva sul settore, anche in virtù della elevata remunerazione sotto il profilo dei dividendi. Si suggerisce di comprare ai livelli attuali, sfruttando eventuali discese verso area 340 punti. Target di breve verso 418 punti. Stop loss prudenziale in caso di discesa sotto 335 punti.


Chi vuole investire sul settore Utility europeo con la massima diversificazione ha a disposizione una serie di strumenti. 

Nel seguente ETF, le Utility italiane rappresentano il 20% del totale. Al primo posto la Spagna con il 22%:

SPDR MSCI Europe Utilities UCITS
Isin IE00BKWQ0P07 

Da inizio anno -2,0%
Obiettivo dell'ETF è la replica dell'indice MSCI Europe Utilities, che raggruppa i principali protagonisti europei del settore, comprensivo del reinvestimento del dividendo. Ciò consente di amplificare la performance da inizio anno a un livello superiore a quello registrato dall'indice corrispondente. Commissioni totali annue 0,30%. Nella tabella di seguito i primi dieci titoli, tra cui compare al secondo posto la nostra Enel. Leggi il documento KID.



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