PETROLIO +1,30% I Russi bombardano una centrale nucleare in Ucraina

Brent (112,0 usd), WTI (109,70 usd) avanzano dell'1,3% in avvio di seduta, dal -2% di ieri quando i prezzi si sono allontanati bruscamente dai picchi degli ultimi otto anni, toccati rispettivamente a 119,84 e 116,5 usd, in seguito alle indiscrezioni su un possibile accordo con l'Iran entro 72 ore.
Nella notte i russi hanno bombardato la centrale nucleare di Zaporizhazhia, la più grande d'Europa. Le autorità ucraine confermano: "non compromesse le strutture essenziali". Fiamme domate e nessuna vittima dopo l'incendio ad un'unità della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo riferisce il Servizio statale per le emergenze ucraino, secondo quanto riporta l'agenzia Interfax. "Alle 6.20 ora locale, un incendio alla struttura di prova della centrale nella città di Enerhodar è stato spento. Non ci sono vittime o feriti", scrive il Servizio statale di emergenze in un comunicato su Facebook.
Gli Stati Uniti "non hanno osservato elevati livelli di radiazioni" vicino alla centrale. Lo afferma il ministro dell'Energia americano Jennifer Granholm, sottolineando che il suo Dipartimento ha attivato il Nuclear Incident Response Team e sta monitorando gli eventi in consultazione con il Pentagono, la Nuclear Regolatory Commission e la Casa Bianca. "Non abbiamo visto elevati livelli di radiazioni. I reattori dell'impianto sono protetti da robuste strutture di contenimento", osserva Granholm.
Negoziati con l'Iran sul nucleare.
In proposito, durante la sua visita ufficiale a Israele (acerrimo nemico dell'Iran), il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha detto che «L’accordo nucleare con l’Iran non può più essere rinviato. Quello che vorremmo vedere è che a Vienna si raggiunga un accordo. Ora è il momento di prendere una decisione».
Scholz ha pronunciato queste parole durante una conferenza stampa congiunta con il primo ministro israeliano, Naftalí Bennett, che non l’ha presa molto bene e ha ribattuto che «Isreale ha la responsabilità di garantire che la repubblica islamica dell’Iran non possieda mai armi nucleari. La possibilità di firmare un accordo che consenta all’Iran di installare centrifughe su larga scala in pochi anni non è per noi accettabile. Israele saprà come difendersi e garantire la sua sicurezza e il suo futuro. Spero che i nostri alleati nel mondo non sostengano il fatto che Teheran possa installare in maniera massiccia centrifughe in due anni e mezzo».
La dichiarazione del cancelliere tedesco è importante perché la Germania fa parte del Gruppo G5+1 (insieme a Usa, Russia, Cina, Francia e Regno Unito) che tratta da anni con Teheran e che aveva raggiunto un accordo con l’Iran poi stracciato da Donald Trump.
Analisi Tecnica. La crisi in Ucraina ha rafforzato il trend rialzista del petrolio e aperto la strada a una risalita sui livelli massimi pre-pandemia indicati con la linea tratteggiata in rosso verso 126/114 usd rispettivamente. Livello già interessato dal WTI, ma non dal Brent.
L'accelerazione del movimento nelle ultime sedute è legata soprattutto a componenti geopolitiche/speculative difficilmente controllabili e crediamo sia più saggio non inseguirle. Preferiamo attendere un assestamento/correzione per scaricare gli eccessi di breve. Un accordo sul nucleare, che consentisse all'Iran di tornare sul mercato con tutto il suo potenziale potrebbe far scivolare il prezzo.
Operatività. Per chi ha accumulato posizioni Long sul petrolio è consigliabile sfruttare gli strappi per prendere profitto, magari scalettando le vendite. Ancora molto pericoloso attivare strategie "short" alla luce della forte volatilità dello scenario di breve.
Per sfruttare le opportunità di trading veloce al rialzo sul Wti si può utilizzare il seguente strumento:
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