FOREX - Dollaro ai massimi da Giugno 2020: la FED tira dritto, BCE più cauta

Cross Euro/Dollaro (1,107): il Dollaro USA è in rialzo per il quarto giorno consecutivo e si porta sui massimi da giugno 2020.
Nel discorso di ieri, Jerome Powell ha usato un tono tutto sommato "bullish" sull'evoluzione dell'economia USA e sulle prospettive del costo del denario, ovvero, ottimista per quel che riguarda le ricadute della guerra in Ucraina. La situazione non è allarmante e non c’è bisogno di iniziare la stretta monetaria con un rialzo pesante da cinquanta punti base.
Dalle parole di Powell è emerso che la Fed porterà avanti i piani di un aumento dei tassi di interesse questo mese per cercare di domare l'alta inflazione, ma lo scoppio della guerra in Ucraina ha reso le prospettive "altamente incerte". Nella sua testimonianza al Comitato dei servizi finanziari della Camera dei Rappresentanti Usa, Powell ha ribadito che l'alta inflazione e un mercato del lavoro "estremamente ristretto" giustificano tassi di interesse più elevati. "Ci aspettiamo che risulti appropriato aumentare il range di target per il tasso dei finanziamenti federali durante la nostra riunione alla fine di questo mese", ha detto Powell, aggiungendo che la Fed proseguirà nel corso dell'anno con riduzioni al portafoglio di circa 8.500 miliardi di dollari di titoli di Stato.
Interrogato dai membri della commissione, Powell ha detto di essere a favore di un rialzo di 25 punti base, pronto ad aumentare la portata, 50 punti base, in caso di surriscaldamento dei prezzi al consumo.
Intanto, il Beige Book della FED ha descritto un quadro solido dell'economia Usa. L'attività economica è cresciuta a un passo tra il "modesto" e il "moderato", secondo la maggioranza dei distretti della Federal Reserve. L'outlook economico resta stabile e nel complesso ottimistico per i prossimi sei mesi, nonostante l'alto livello di incertezza.
EUROZONA.
Scenario diametralmente diverso nel Vecchio Continente dove il conflitto tra Ucraina e Russia alla seconda settimana potrebbe costringere la BCE a un atteggiamento prudente sui tassi, malgrado l'inflazione galoppante.
L'inflazione nella zona euro è balzata a un nuovo record a febbraio, accrescendo il dilemma per la politica monetaria della Bce tra placare i mercati turbolenti a causa del conflitto in Ucraina e allo stesso tempo rispondere alle crescenti pressioni sui prezzi. L'inflazione nei 19 paesi della zona euro è accelerata al +5,8% dal +5,1% visto a gennaio, oltre le attese al 5,4% e oltre le proiezioni della Bce di un calo della crescita dei prezzi, in base ai dati diffusi da Eurostat.
Un balzo del 32% nei costi energetici ha spinto in rialzo l'inflazione a febbraio, in aggiunta a un drastico incremento dei prezzi per i prodotti alimentari non lavorati, in rialzo del 6,1%, penalizzando particolarmente le famiglie a basso reddito. Con i prezzi energetici in crescita a causa dell'offensiva lanciata dalla Russia in Ucraina, l'inflazione quasi sicuramente accelererà ulteriormente nei prossimi mesi, secondo gli analisti, e potrebbe raggiungere una media pari o superiore al 5% quest'anno, a oltre il doppio del target del 2% della Bce. La distensione sui mercati fa scendere l’oro, bene rifugio per eccellenza, che tratta a 1.927 dollari l’oncia, -0,8%.
Il capo economista Bce, Philip Lane, ha detto che l'attuale picco dell'inflazione è dovuto ad uno "shock" dell'offerta di energia ed altri beni. "Nel caso di uno shock negativo dell'offerta, l’orizzonte temporale per il ritorno dell'inflazione entro il target potrebbe prolungarsi", ha detto Lane qualche ora dopo che i dati hanno mostrato un picco dell'inflazione nella zona euro, che ha raggiunto il nuovo record di +5,8% a febbraio. "Questa considerazione è rilevante nello sviluppo di strumenti appropriati di politica monetaria per rispondere all'attuale shock dell'energia e a quello prodotto dalla pandemia", ha aggiunto Lane, in quello che è stato il suo ultimo discorso prima della decisione di Bce, attesa per il 10 marzo.
Analisi Tecnica. L'evoluzione drammatica del quadro geopolitico riporta in auge la prerogativa di bene rifugio del Dollaro USA e fa passare in netto secondo piano il tema dell'inflazione. Saltato il primo supporto in area 1,112, posizionato sui precedenti minimi dell'anno, la strada in direzione dei minimi del 2019 in area 1,06 è aperta.
Operatività. Manteniamo una visione positiva sul Dollaro. La prima chiusura sotto 1,11 proietterebbe obiettivi finali anche verso i minimi storici in area 1,06. Come si nota nel grafico allegato, fino a quel livello non ci sono ostacoli grafici di rilievo, ma possiamo individuare un target intermedio intorno alla soglia psicologica di 1,10.
Il mercato mette a disposizione una serie di strumenti più o meno dinamici per investire in ottica di trading stretto long/short o in ottica di lungo periodo.
Per puntare su una rapida rivalutazione del Dollaro USA (contro Euro) senza prendere rischi sull'oscillazione dei prezzi delle obbligazioni c'è il seguente ETC. Leggi il documento KID:
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Per investire senza leva sulla rivalutazione del Dollaro è disponibile il seguente:
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Performance da inizio 2022: +1,80%
L’Obiettivo di Investimento del Comparto è quello di replicare il rendimento del FED FUNDS EFFECTIVE RATE TOTAL RETURN INDEX®. Il Comparto non distribuisce dividendi. L’Indice, pubblicato da Deutsche Bank, rappresenta i mercati monetari e di capitali dell’area Dollaro USA. L’Indice è calcolato sulla base del rendimento complessivo (total return) con ciò indicando che rappresenta un deposito sostituito giornalmente (daily rolled deposit) al quale viene applicato il federal funds effective rate (tasso di riferimento effettivo statunitense). Non distribuisce dividendo. Leggi il documento KID.
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