ESG - L'India fa sul serio con la riduzione dei sussidi alle fonti fossili

Aveva fatto un certo scalpore l'indiscrezione secondo cui l'India avesse imposto di sostituire nel documento finale della Cop26 di Glasgow il termine "eliminazione" (phase out) per le centrali a carbone e i sussidi alle fonti fossili con il più blando "riduzione" (phase down).
In realtà è emerso che l'obiettivo annacquato di "riduzione" è stato introdotto dopo un lungo negoziato fra Gran Bretagna (Alok Sharma, Stati Uniti (con l'inviato per clima John Kerry), Cina (con l'inviato per il clima Xie Zhenhua), India (col ministro dell'Ambiente Bhupender Yadav) e UE (col vicepresidente della commissione Frans Timmermans).
L'equivoco è sorto perchè la presidenza dell'evento ha chiesto al ministro indiano di leggere il testo di compromesso, ma Yadav aveva detto chiaramente nel suo intervento che quella non era la posizione dell'India soltanto, ma era "concordata con la presidenza e gli altri soggetti interessati".
E' pur vero che, secondo la ricostruzione dei colloqui, il termine phase out (eliminare) per i sussidi alle fonti fossili non era gradito dall'India perchè nel loro paese queste ultime sono a favore soprattutto della popolazione più povera, e New Delhi voleva salvaguardare una forma di sostegno sociale.
Nei fatti, l'India sta dimostrando di fare sul serio nella lotta al cambiamento climatico, pur con tutti i limiti imposti dall'essere ancora una economia emergente e con la seconda più numerosa popolazione mondiale e pertanto fortemente bisognosa di energia.
Gli istituti finanziari indiani hanno incanalato più fondi per progetti energetici green rispetto a quelli a carbone per il terzo anno consecutivo nel 2020. E si attende una accelerazione di questo trend verso le rinnovabili nei prossimi anni dopo che il primo ministro Narendra Modi ha svelato obiettivi ambiziosi il mese scorso per la riduzione delle emissioni.
I progetti di energia green hanno ottenuto il 74% dei fondi totali dalle istituzioni finanziarie l'anno scorso, ovvero circa 3 miliardi di dollari, secondo il rapporto di due istituti di ricerca indiani: Climate Trends e Center for Financial Accountability. Si tratta di un aumento del 6% rispetto ai prestiti concessi nel 2019. A ricevere i contributi finanziari maggiori è stato il solare.
Solo il 26% dei fondi del 2020 dai finanziatori indiani è andato agli impianti a carbone. Ciò rappresenta un crollo dell'86% rispetto ai numeri del 2017.
Questa tendenza dovrebbe continuare dopo l'annuncio di Modi al COP26 che il piano energetico indiano prevede emissioni nette zero entro il 2070.
L'energia rinnovabile costituisce attualmente il 40% delle fonti energetiche, mentre il carbone rimane ancora il pilastro principale con un 52%, secondo i dati del governo.
Il tema ESG è sempre più dominante ed è impensabile non tenerne conto nei processi decisionali che riguardano le scelte di portafoglio.
I due ETF seguenti di Franklin Templeton, acquistabili su Borsa italiana, di tipo azionario, sono allineati agli obiettivi di de-carbonizzazione previsti dall’accordo globale sul clima firmato a Parigi alla fine del 2015.
Finora i benchmark a basse emissioni di carbonio si sono concentrati principalmente sulla riduzione o sull’esclusione dei combustibili fossili, con valutazioni del rischio basate sulle emissioni storiche di CO2. La filosofia dei benchmark climatici UE è diversa, in quanto mira non solo a valutare un’azienda sulla base della sua impronta di carbonio (approccio retrospettivo) ma anche a identificare potenziali opportunità di crescita attraverso un’analisi di scenario basata su nuove serie di dati ambientali e scientifici innovativi (approccio prospettico).
Gli ETF Franklin STOXX Europe 600 Paris Aligned Climate e Franklin S&P 500 Paris Aligned Climate forniscono agli investitori italiani un'esposizione azionaria "core" diversificata, sui mercati europeo e statunitense, sostenibile e a basso costo (0,15% su base annua), coerente con la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio. Con queste scelte, si contribuisce a trasformare la nostra economia in un sistema più verde e circolare. In dettaglio:
ETF Franklin STOXX Europe 600 Paris Aligned Climate
Isin IE00BMDPBY6
Da inizio anno +20,00%
Punta a replicare (benchmark) l'indice STOXX Europe Paris Aligned Climate la cui composizione vede ai primi dieci posti le seguenti azioni, che insieme pesano per poco meno del 30% del totale. Non distribuisce dividendi. Valuta di denominazione Euro. Leggi il documento KID:
ETF Franklin S&P 500 Paris Aligned Climate
Isin IE00BMDPBZ72
Da inizio anno +39,50%.
Punta a replicare l'indice S&P500 Paris Aligned Climate la cui composizione vede ai primi dieci posti le seguenti azioni, che insieme pesano per poco più del 30%. Non distribuisce dividendi. Valuta di denominazione USD. Leggi il documento KID:
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