BORSA dell'INDIA +6,30% da inizio anno: presto Mumbay soppianterà Pechino

L'indice BSE Sensex di Mumbai ha chiuso la quarta seduta positiva di seguito con un guadagno dello 0,7%, che amplia il bilancio settimanale a un ottimo +2,70%.
La performance da inizio anno è in guadagno del +6,30%, espressa in Euro. Un dato eccezionale se confrontato con quello degli indici principali del globo: NASCAD Composite -21%, S&P500 -10,50%, Eurostoxx 50 -18,80%, Cina -22%. Solo la Borsa brasiliana riesce a surclassare la borsa indiana con un +35%.
A detta degli esperti, l’India si sta progressivamente sostituendo alla Cina come polo di attrazione per gli investimenti industriali e finanziari a livello mondiale a causa del deterioramento dei rapporti tra Occidente e Cina.
I due fattori scatenanti sono stati l'esplosione della pandemia di COVID-19, che ha messo in evidenza i rischi di blackout derivanti dall'inceppamento delle catene di approvvigionamento, amplificati dalla politica "zero-covid" portata avanti con ostinazione dal governo di Pechino, e l'aggravamento delle relazioni tra Stati Uniti e Cina sulla questione di Taiwan con le esercitazioni militari cinesi intorno all'isola.
L'India si candida quindi ad essere il sostituto ideale della Cina in quanto democrazia, in quanto possiede diffuse competenze nel campo tecnologico e in quanto Paese altrettanto popoloso.
Molte multinazionali hanno iniziato a diversificare le loro attività in India: Apple ha recentemente annunciato che produrrà l'iPhone 14 in India, con l'intenzione di realizzare il 25% dei suoi dispositivi fuori dalla Cina entro il 2025.
A sua volta l'India si è accorta di questo corteggiamento e cerca di attirare le aziende manifatturiere. Il governo indiano ha dichiarato pubblicamente il suo desiderio di accrescere la filiera produttiva, offrendo incentivi ai produttori per la creazione di stabilimenti.
La campagna "Make in India", per esempio, ha offerto 10 miliardi di dollari di incentivi per la produzione di chip e ha avuto l'effeto di attirare l'interesse di aziende da Singapore a Israele.
Sotto il profilo dei fondamentali, secondo i riferimenti di Bloomberg, il P/E medio della borsa indiana è intorno a 22,60x.
La Borsa indiana rappresenta il terzo mercato azionario in termini di peso specifico nel comparto degli Emergenti. Nel corso del 2022 ha superato la Corea del Sud.
Analisi tecnica.
La tendenza di fondo dell'indice BSE Sensex (oggi 59.492 punti) è saldamente e strutturalmente rialzista. L'indice della borsa indiana è all'attacco dei massimi storici sia in valuta locale (la Rupia), sia in Euro, come sotto evidenziato dai due grafici. Supporto di forte valenza in area 52/50mila. Livello di allerta nella fascia 50mila punti.
Operatività. Crediamo che il segmento azionario indiano rappresenti una delle opportunità più attraenti tra i mercati emergenti in ottica di lungo periodo. Si può accompagnare il movimento di fondo con acquisti. Pronti Incrementare la posizione alla prima chiusura sopra 63mila/760 punti.
INDICE BSE SENSEX
Per investire con la massima diversificazione sulla Borsa indiana, Piazza Affari mette a disposizione alcuni strumenti specializzati. Tra questi il seguente ETF che sovraperforma nel periodo l'indice BSE Sensex grazie alla sua particolare struttura:
Franklin Ftse India Ucits - Usd (Acc)
Isin: IE00BHZRQZ17
Da inizio 2022: +6%
Obiettivo dell'ETF è quello di replicare con acquisti fisici (azioni e non derivati) l'andamento delle principali blue chip della borsa indiana tramite l'Indice FTSE India 30/18 Capped. Quotato nel giugno 2019. Valuta di denominazione USD, valuta di quotazione EURO. Commissioni totali annue 0,19%. Leggi il documento KID.
Gli indici FTSE Russell UCITS Capped sono ponderati per la capitalizzazione di borsa e progettati per limitare la concentrazione in ogni singola azione nel rispetto dei requisiti di diversificazione richiesti dall'Unione Europea (UCITS). In particolare, l'indice Capped FTSE India 30/18 rappresenta la performance delle società medio/grandi quotate sulla borsa indiana. Per evitare una concentrazione eccessiva in ogni singola azione, il peso di ciascun componente è limitato ogni trimestre di modo che quello della più grande azienda non superi il 30% e l'eventuale peso delle altre aziende non superi il 18%.
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