AUTO ELETTRICA - Europa e Stati Uniti si contendono gli impianti

Le batterie sono così importanti per il mondo del domani da spingere gli Stati a mettere in campo tutto il possibile, per avere in casa l’apparato produttivo completo.

Tutto, o quasi, è lecito, per attirare i colossali investimenti oggi in manovra.

Gli Stati Uniti avrebbero offerto a Volkswagen fino a 10 miliardi di euro, in sussidi e prestiti messi a disposizione dal controverso Inflation Reduction Act.

Il colosso automotive tedesco, secondo quanto ha riferito ieri il Financial Times, avrebbe così deciso di rivedere il piano di realizzazione in Europa di sei maxi impianti per la produzione di batterie. 

Almeno uno potrebbe essere realizzato Oltreoceano.

Tesla , Enel , Solvay, Edp e Volkswagen sono tra le aziende che hanno espresso interesse a beneficiare dei sussidi negli Stati Uniti.

La materia è diventata incandescente anche per la politica, infatti, Ursula Von der Leyen è volata a Washington per provare a raffreddare la patata bollente: l’incontro con Joe Biden dovrebbe essere domani, oggi le delegazioni preparano il terreno.

Dietro agli attriti tra Vecchio e Nuovo Continente, c’è la corsa alla realizzazione degli impianti per la produzione dele batterie. La stessa Volkswagen, pur avendo messo in stand by la decisione sul dove realizzare le sue giga factory, non ha intenzione di cambiare l’ammontare complessivo del progetto: il target della società è 240 GWH di capacità entro il 2030.

Stellantis ha già avviato la costruzione di due impianti negli Stati Uniti, ma secondo gli analisti, se il mercato dovesse gradire la svolta del motore elettrico, potrebbe aver bisogno di un terzo polo. Il progetto di Termoli non dovrebbe essere in discussione.