Viaggi e tempo libero: investire sul settore con maxi premio del 13% e barriera profonda

Comunicazione di marketing

Il settore del turismo, viaggi e tempo libero è stato tra i più penalizzati del 2021. Se prendiamo due indici di riferimento, uno europeo, lo STOXX Europe 600 Travel & Leisure e uno americano, l’S&P 500 Airlines, notiamo una profonda sottoperformance rispetto ai benchmark principali. L’indice europeo ha perso l’8% a un anno e il 22% a due anni, mentre quello americano rispettivamente il 6% e il 35%. Cosa è successo al settore lo sappiamo bene. La domanda che ci poniamo è la seguente: ci sono strumenti d’investimento in grado di estrarre valore da questo settore?

Lo possiamo fare con i certificati d’investimento. Strumenti che ci permettono di eliminare i rischi connessi ad un timing d’ingresso sbagliato, la possibilità di ottenere rendimenti significativi e la resilienza alla volatilità. È questo è vero soprattutto per i prodotti con barriera a scadenza.

A tal proposito, il certificato Maxicoupon Phoenix Autocall ISIN IT0006749250 su basket composto da Roku, Carnival Corporation, International Consolidated Airlines Group e Accor, emesso qualche giorno fa da Cirdan Capital, presenta diversi punti di forza sia dal lato della performance che da quello della protezione dalla volatilità. Maxi premio del 13% e barriera al 50% con pagamento già nell’anno, ottimo per la compensazione di eventuali minusvalenze in scadenza. Premi trimestrali del 1% con memoria (valida anche per il maxi premio). Barriera al 60% sui premi trimestrali (valida anche per la restituzione del capitale a scadenza) e possibilità di rimborso anticipato da dicembre 2022. Ma soprattutto, i titoli del paniere hanno fissato lo strike il giorno 1° dicembre 2021, quindi dopo il crollo legato alla scoperta della variante Omicron. Questo porta i livelli della barriera a scadenza a scendere sotto i minimi del 2020 per tutti e tre i titoli travel, ovvero Accor, Carnival e International Consolidated Airlines. Diversa la questione per Roku, società di streaming USA che al contrario di questi titoli ha beneficiato di un contesto pandemico.

Approfondiremo le caratteristiche di questo prodotto e dei sottostanti nel corso di questo articolo. Cominciamo però dall’analisi del contesto macro e dai possibili scenari futuri per il settore viaggi a cui appartengono tre dei quattro titoli del basket.

Settore viaggi: il peggio è ormai alle spalle. In atto un graduale recupero

Per rispondere a questa domanda ci rifacciamo all’ultimo outlook dello IATA. La International Air Transport Association è un'organizzazione internazionale di compagnie aeree con sede a Montréal, fondata nel 1945 con l’obiettivo di promuovere trasporti aerei sicuri, regolari ed economici a beneficio dell'umanità, favorire il commercio aereo e studiare i problemi connessi. In una delle ultime pubblicazioni, l’associazione ricorda che le perdite nette dell'industria dovrebbero ridursi a 11,6 miliardi di dollari nel 2022, dopo una perdita di 51,8 miliardi di dollari nel 2021. Le stime delle perdite nette nel 2020 sono state riviste a 137,7 miliardi di dollari (da 126,4 miliardi). Sommando questi dati, le perdite totali del settore nel 2020-2022 dovrebbero raggiungere i 201 miliardi di dollari. La domanda (misurata in RPK) dovrebbe attestarsi al 40% dei livelli del 2019 per il 2021, salendo al 61% nel 2022. Il numero totale di passeggeri dovrebbe raggiungere i 2,3 miliardi nel 2021. Questo crescerà a 3,4 miliardi nel 2022, che è simile ai livelli del 2014 e del 24% inferiore ai 4,5 miliardi di viaggiatori del 2019. Diverso il mondo dei cargo che vede già una domanda più forte del 8% circa di quella 2019. Willie Walsh, direttore generale della IATA ha dichiarato che “per sopravvivere le compagnie aeree hanno tagliato drasticamente i costi e adattato il loro business a qualsiasi opportunità fosse disponibile. Siamo ben oltre il punto più profondo della crisi. Sebbene rimangano gravi problemi, il percorso verso la ripresa si sta delineando. L'aviazione sta dimostrando ancora una volta la sua resilienza. I viaggi interni, ovvero nazionali, torneranno ai livelli 2019 già nel 2022 (93% dei livelli pre-crisi), mentre per quelli internazionali ci vorrà più tempo a causa delle restrizioni dei Governi. L’associazione stima che nel 2022 la domanda internazionale raggiungerà il 44% di quello pre-crisi”.

Gli analisti vedono la luce in fondo al tunnel

Dal macro passiamo al micro, andando ad analizzare i tassi di crescita attesi dal consensus per le tre società legate al settore dei viaggi e turismo: Carnival, la più grande società di crociere al mondo, Accor, uno dei principali gruppi alberghieri al mondo e International Consolidated Airlines Group (IAG), nata dalla fusione delle compagnie aeree di bandiera di Regno Unito e Spagna, è una delle compagnie aeree più grandi.

Come si vede, le tre società nel 2020 hanno perso circa il 60-70% del fatturato e anche peggio è andato per gli utili con pesanti perdite nette che sono attese anche per il 2021. Dal 2022 al 2024 però il consensus stima forte crescita per tutte e tre le società che dovrebbero tornare sui valori pre-covid. Il peggio, dunque, sembra ormai alle spalle, o almeno questa è la lettura del mercato.

Diversa è la questione per Roku, una società americana che produce una varietà di lettori multimediali digitali per lo streaming video e possiede un canale streaming. La società al contrario dei titoli del turismo e viaggi è vista in costante crescita e di certo non teme la pandemia, anzi, essendo un titolo stay at home, ne esce anche favorita.

Sotto le raccomandazioni degli analisti per tutti e quattro i titoli del basket:

Come si vede, su Roku gli analisti sono ben posizionati sul buy (circa 80% delle raccomandazioni) e target price a 389 dollari. Forti i buy anche su IAG (63% delle raccomandazioni. Gli analisti considerano il titolo a fair value sui massimi raggiunti a marzo e aprile di quest’anno, soglia di resistenza abbastanza importante per il titolo. Più diversificato il quadro del consensus per Carnival e Accor. Infatti, per Carnival i buy sono 7, pari al 41% dei pareri espressi dagli analisti e così anche per Accor con 9 buy.

I certificati d’investimento: giusta combinazione di rendimento e protezione

Un certo grado di incertezza quindi il mercato ancora lo sconta su questi titoli, e del resto dalla pandemia purtroppo non siamo ancora usciti. Ed è proprio per questo che il tema d’investimento ben si sposa con il certificato di Cirdan Capital ISIN IT0006749250. Il prodotto, infatti, ci permette di investire su questo settore in ripresa, senza preoccuparci troppo di eventuali fasi di volatilità di breve e medio termine, a condizione ovviamente di condividere la view del mercato, ovvero di una graduale uscita del settore (e del mondo) dalla crisi pandemica nei prossimi anni.

Si eliminano così problemi di timing d’ingresso a mercato che ha invece chi desidera investire direttamente sui titoli. Un evento come la scoperta della variante Omicron, assolutamente non prevedibile, ha generato forte volatilità sul settore, magari andando a prendere gli stop loss degli investitori. Il certificato da questo punto di vista ci aiuta per la presenza della barriera a scadenza (dicembre 2025), al 60% degli attuali livelli. Lo strike infatti come detto è stato fatto il 1° dicembre 2021. Questo significa che durante la vita del prodotto il prezzo si muoverà, ma l’investitore non potrà avere perdite in conto capitale. Solo a scadenza, se alla data di osservazione finale, ovvero l’1 dicembre 2025, uno dei quattro titoli del basket sarà al di sotto del 60% del valore dello strike allora si avranno perdite in conto capitale, pari alla differenza tra il prezzo di chiusura del worst of rispetto allo strike. Il prodotto permette comunque una resilienza alla volatilità del 40% dai prezzi attuali. Proviamo a visualizzare questo concetto graficamente per i tre titoli più penalizzati dalla pandemia: Carnival, Accor e IAG.

Su Carnival il certificato ha fatto strike a 16,38 usd e la barriera è dunque a 9,828 usd, ovvero poco al di sopra dei minimi del 2020, quando la società, lo ricordiamo, aveva perso oltre il 70% del giro d’affari per i lock down totali diffusi a livello globale (grafico daily).

Ancora meglio per Accor (grafico weekly). Il certificato ha fatto strike a 26,71 euro e il livello barriera è a 16,026 euro: ben al di sotto dei minimi pandemici. Torniamo addirittura ai livelli di prezzo che il titolo non vede dal 2011 (altro anno di tensione per i mercati).

Grafico molto simile anche per IAG. Il titolo ha fatto strike a 1,3176 sterline (131,7 penny) e la barriera è dunque a 0,79056 sterline (79 penny). Anche in questo caso ben al di sotto dei minimi covid e più vicino a quelli 2011.

Sotto la tabella riassuntiva. Il prodotto presenta dunque un profilo ragionato di rischio rendimento, con una selezione di titoli leader nei rispettivi settori e barriere piuttosto ampie.

Ricordiamo infine la possibilità di rimborso anticipato a partire da dicembre 2022 a condizione che tutti i titoli siano al di sopra dello strike.

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