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  Utility, tech e banche: un trio di indici che promette il 9% e protegge al 55%

I mercati finanziari brillano nel primo semestre del 2023. Le perfomance dei principali listini azionari, sia europei che americani, sono positive e a doppia cifra. Nel dettaglio nel primo trimestre dell’anno gli indici europei hanno avuto la meglio rispetto a quelli americani, nel secondo trimestre quelli americani hanno recuperato terreno e ad oggi i rally sono molto vicini tra loro.

Come riportato nella figura qui di seguito, il Ftse Mib nei primi 6 mesi dell’anno porta a casa una crescita del 19%, seguito da quella dell’S&P500 e dell’Eurostoxx50 con circa un +15%. Tra tutti gli indici emerge la performance del Nasdaq100 con un +38%.

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A dare manforte ai mercati è stato l’andamento dal punto di vista fondamentale di molte società. Infatti, le trimestrali relative al primo trimestre hanno battuto le attese degli analisti, riportando risultati ottimi ed interessanti. Ha stupito soprattutto la voce dei costi, che si è rilevata più bassa di quanto attesa, nonostante l’alta inflazione. A pesare meno sui bilanci delle aziende è stato anche il prezzo dell’energia, crollato vertiginosamente a 37euro al kw/h da 300 euro al kw/h di fine 2022. Anche la guerra tra Russia e Ucraina sembra essere un fatto ormai digerito e guardato con meno interesse da analisti ed investitori.

Oltre a questi fattori, in tale contesto, il driver di punta del rally da inizio anno delle borse è il fattore liquidità. Ricordiamo che durante la crisi del 2008 il bilancio della FED era di circa 800 miliardi di dollari, alla vigilia della pandemia di oltre 4mila miliardi di dollari, dopo la pandemia il bilancio è raddoppiato a circa 8mila miliardi di dollari. Raggiunto questo livello di liquidità, la FED ha iniziato a fine dell’anno scorso e inizio di quest’anno un percorso di riduzione che però è stato interrotto dall’improvvisa crisi delle banche regionali. Ecco che la FED è stata obbligata ad aumentare la liquidità con a seguito il rally dei mercati finanziari, nonostante il continuo rialzo dei tassi d’interesse delle banche centrali.

bilancio fed

Quindi, la liquidità si rivela ancora essere la protagonista mentre i tassi importanti co-protagonisti. Volendo utilizzare una metafora di Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte, la liquidità è come il frontman di un noto gruppo musicale: senza il frontman il concerto non si fa, mentre se cambia uno dei musicisti ma rimane il frontman, il concerto va in onda e magari anche con grosso successo se il frontman è particolarmente in forma. Fuori dalla metafora il frontman è la liquidità, i musicisti i tassi.

liquidità

Il contestuale rialzo delle borse ha generato un forte effetto ricchezza per i consumatori, che si è tradotto in un aumento della fiducia e in un buon andamento dei consumi, in parte finanziati dal credito al consumo nonostante l’aumento dei tassi sia per i prestiti per l'acquisto di auto sia per le carte di credito. Ne emerge che probabilmente i consumatori hanno potuto sostenere i crescenti costi del credito al consumo grazie ai lauti guadagni in borsa.

L’effetto ricchezza dei consumatori USA supportato dal rally azionario rinvigorisce i consumi e rende più arduo l’obiettivo della FED di riportare l’inflazione al 2%.

A giugno i prezzi al consumo negli Usa sono aumentati del 3% anno su anno, inferiore al consesus di Bloomberg del +3,1%. Stupisce l’indice core, che arriva al +4,8% dal +5,3% di maggio. Con questo nuovo rallentamento, il terzo consecutivo, l'inflazione torna sui livelli di marzo 2021 e sui valori dell'autunno dello stesso anno.

Il dato reso noto nella giornata di ieri non dovrebbe mettere in discussione il rialzo di 25 pb nella riunione di luglio, aperta invece la discussione sulla necessità di un ulteriore rialzo a settembre. La notizia è positiva per i consumi, così la FED, per abbassare l’inflazione, potrebbe iniziare a lavorare di più sul calo della liquidità e meno sui tassi d’interesse con il rischio di portare a galla rischi di stabilità finanziaria, data la forte dipendenza delle banche regionali dalle linee di liquidità speciali messe a disposizione dalla banca centrale americana.

Quindi nel secondo semestre è ancora atteso uno scenario macroeconomico di rallentamento, secondo Antonio Cesarano, che potrebbe portare tra terzo e quarto trimestre l’inizio di una possibile recessione tecnica negli USA indotta dall’effetto ritardato del rialzo dei tassi, riduzione dell'effetto ricchiezza indotto dalle borse e controllato dalla Fed e con a seguito un minore utilizzo del credito al consumo.

Occhi puntati sulla liquidità, su eventuali trimestrali con guidance delundenti oppure non più assistite da corposi annunci di aumento dei pay out ratios come accaduto ad aprile e sui tassi di mercato, che oltre l'anno, potrebbero graduamente calare soprattutto sulla parte a breve-medio termine. Qualche settimana estiva potrà essere caratterizzata da qualche prese di profitto, ma la view sulla seconda parte dell'anno dovrebbe essere positiva.

Su quali settori puntare?

La view degli analisti di Intermonte mette in evidenza tre principali settori su cui puntare nel secondo semestre di quest’anno: settore utilities, tech e finanziario.

Relativamente alle utilities, è vero che presenta la performance peggiore da inizio anno rispetto ad altri settori, ma potrebbe invertire la rotta ed essere interessante, nel caso in cui il picco dei tassi d’interesse dovesse essere raggiunto, dato l’alto livello di indebitamento delle società di questo settore. Ma non solo, sono società attive nella transizione energetica con molti investimenti e quindi mantengono alto l’interesse degli investitori.

Ribadito più volte, il settore del momento è quello tecnologico, basta guardare l’ottima performance del Nasdaq da inizio anno, data la sua correlazione inversa ai tassi. Il quadro del settore dovrebbe rimanere favorevole anche per la seconda parte dell’anno, mentre l’estate potrebbe portare volatilità sul mercato.

Infine, il settore bancario che, dopo la crisi finanziaria, viene guardato un po’ con titubanza, ma i numeri parlano chiaro e mostrano interessanti profitti da qui a fine anno, anche in un eventuale contesto di abbassamento dei tassi. Inoltre, le banche hanno buoni dividend yield e sono molto attive sul lato buyback, elemento che può sostenere il prezzo. Il costo del rischio è decisamente stato ridotto e visto l’ultimo anno brillante le banche hanno anche fatto ingenti accantonamenti prudenziali, proprio per affrontare con minor stress eventuali situazioni di contrazione dell’economia o recessione.

Chi punta sugli indici porta a casa il 9% annuo con protezione al 55%

In tale contesto, sulla view degli analisti di Intermonte si costruisce il nuovo prodotto di Marex ISIN IT0006757840 che punta sul paniere worst of composto da tre indici: Nasdaq100, Eurostoxx Banks e STOXX Europe 600 Utilities. Il prodotto è un classico Memory Cash Collect che paga premi trimestrali condizionati, che potrebbero offrire un rendimento potenziale annuo del 9%, al lordo delle imposte. Un rendimento molto interessante considerato il paniere sottostante costituito da tre indici.

Vediamo qui di seguito le caratteristiche del prodotto.

Premi trimestrali condizionati

Il prodotto prevede lo stacco di premi trimestrali di importo pari a euro 22,50 (prima data di osservazione 10 ottobre 2023), a condizione che nelle date di osservazione tutti e tre i sottostanti non scendano oltre il livello barriera fissato al 55% dallo strike iniziale. Se un solo titolo perderà oltre il 45%, il premio non verrà pagato. Ma i premi non pagati vengono persi definitivamente? No, grazie all’effetto memoria.

Effetto memoria dei premi trimestrali

Tutti i premi trimestrali godono dell’effetto memoria, ciò significa che, se i livelli dei tre sottostanti superano il livello barriera in una qualsiasi data di osservazione trimestrale dei premi, oltre ad essere pagato il premio in corso, vengono recuperati tutti i premi non incassati in precedenza. I coupon trimestrali potrebbero offrire all’investitore un rendimento potenziale per anno del 9%, al lordo delle imposte.

Rimborso anticipato

Il certificato offre la possibilità di scadenza anticipata qualora in uno dei giorni di osservazione dei premi trimestrali i prezzi di chiusura ufficiali di tutti i sottostanti fossero superiori al 100% dei livelli di strike. Prima data di autocall 10 luglio 2024.

Rimborso a scadenza

Nel caso in cui non si sia verificato l’evento di scadenza anticipata, il prodotto scade alla data naturale fissata il 21 luglio 2027. Alla data di osservazione finale si possono verificare due scenari:

  1. Se i prezzi di riferimento di tutti e tre i sottostanti sono allo stesso livello o al di sopra della barriera fissata al 55% del Valore iniziale, l’investitore riceverà il 100% del valore nominale del Certificate (1000 euro), il premio trimestrale in corso e quelli precedentemente non incassati;
  2. Se anche solo uno dei sottostanti sarà al di sotto della barriera, l’investitore riceverà un importo proporzionale alla performance del peggiore dei sottostanti.

Qui di seguito i livelli di strike e barriera dei sottostanti fissati alla data di emissione, 12 luglio 2023.

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Ci teniamo a far vedere graficamente dove si trovano le barriere. Per il Nasdaq 100, una barriera a 8.275 punti è veramente profonda. Per incontrarla dobbiamo tornare indietro alla crisi covid 2020. Consideriamo che durante la crisi covid il Nasdaq ha perso il 30% e durante il bear market ben più importante del 2022 circa il 37%. Una barriera al 55% sembra dunque assolutamente adeguata alla volatilità dell’indice. Anche perché il Nasdaq è comunque un indice molto efficiente che probabilmente per fine anno sarà tornato sui massimi e ne andrà a fare di nuovi.

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Per l’indice Euro Stoxx Banks, la barriera a 58,212 euro implica un ritorno verso i minimi storici (49 punti circa). Lo si vede bene dal grafico. Anche in questo caso una barriera ben collocata che cerca di mettere la statistica dalla parte dell’investitore. Ovviamente, parlare di statica non significa certo parlare di certezze. Ma i mercati funzionano così. L’unica cosa che possiamo fare è scegliere soluzioni d’investimento il più possibile vicine alla nostra propensione al rischio e ragionate.

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 Infine, si presta molto bene ai certificati il settore delle utilities. L’indice STOXX Europe 600 Utilities dal 2009 è un enorme laterale con una tendenza lievemente rialzista. La barriera a 206 punti implica un ritorno dei prezzi vicino ai minimi storici segnati nel marzo 2003 (166 punti). Anche in questo caso una barriera ragionata veramente bene.

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