COMUNICAZIONE DI MARKETING

  Ultimi giorni per puntare sulle rinnovabili e ottenere il maxi-bonus del 13,75%

Nel mondo dei certificate il periodo del raccolto non è l’estate, ma l’autunno. È negli ultimi mesi dell’anno che gli emittenti concentrano le emissioni con maxi-cedole, particolarmente appetibili per gli investitori che hanno nel cassetto fiscale minusvalenze da compensare.

Dopo la pausa estiva, quest’anno apre la stagione dei maxi-bonus un bel certificate di Unicredit su tre campioni europei delle energie rinnovabili, Enel, Veolia e Vestas Wind Systems. Identificato dal codice ISIN DE000HC7TNP4, questo Cash collect pagherà il prossimo 21 settembre un premio incondizionato del 13,75%. Per chi è interessato al maxi-bonus c’è tempo fino al 18 settembre (compreso) per realizzare l’acquisto e avere appunto diritto al pagamento del maxi premio. La situazione si presenta favorevole perché il prodotto, emesso all’inizio di luglio a un valore nominale di 100 euro, oggi si acquista sul mercato secondario a 97,66 euro, con un piccolo sconto che aiuta ad aumentare il rendimento potenziale dello strumento.

Barriera al 50% per i premi trimestrali e a scadenza

Il certificate ha durata tre anni e dopo lo stacco del maxi-bonus pagherà nel resto della sua vita 11 premi trimestrali dell’1% condizionati da una barriera molto profonda, al 50% del Valori iniziali. Significa che i premi verranno pagati a condizione che nelle date di osservazione prestabilite nessuno dei tre sottostanti si presenti con una quotazione più che dimezzata rispetto al fixing iniziale. Se anche solo uno dei sottostanti accuserà un ribasso superiore al 50% il premio sarà perso (non è previsto l’effetto memoria).

La stessa barriera al 50% agisce a protezione del capitale investito. Infatti, a scadenza, nel giugno 2026, il rimborso sarà integrale (100 euro) anche se i sottostanti accuseranno un ribasso rispetto ai Valori iniziali. La barriera garantisce fino a un ribasso massimo del 50%.

Quattro motivi per acquistare questo certificate

Il certificate DE000HC7TNP4 è quindi uno strumento interessante per almeno quattro motivi: 1) il potenziale di sviluppo del settore della clean energy; 2) l’alta qualità delle aziende su cui investe, ognuna leader mondiale nell’ambito della propria attività specifica; 3) l’alto livello di protezione del capitale, grazie alla barriera al 50%; 4) il rendimento elevato che si può ottenere.

Rendimento potenziale oltre il 10%...

Chi compra oggi il certificate DE000HC7TNP4 a circa 97 euro ha la certezza di incassare fra una settimana 13,75 euro di maxi-bonus e successivamente avrà la possibilità fino alla scadenza di ottenere altri 11 euro di cedole trimestrali per un totale di 24,75 euro in 33 mesi. Alla scadenza il prodotto sarà rimborsato al valore nominale di 100 euro e se tutti i premi trimestrali saranno stati pagati il rendimento medio annuo (compresi i 3 euro di plusvalenza) sarà del 10,4%, contro un’inflazione che in Italia sarà quest’anno del 5,9% e nel 2024 del 2,9% (ultime previsioni della Commissione Ue).

…. ma se scatta il rimborso anticipato il rendimento si impenna!

Il certificate prevede la possibilità del rimborso anticipato che, se avvenisse, avrebbe come effetto di fare aumentare il rendimento medio annuo dello strumento. Il rimborso anticipato scatterà se nelle date di osservazione del 21 marzo 2024 e in tutte quelle successive risulterà che tutti e tre i sottostanti quotano sopra il 100% dei Valori iniziali (o allo stesso livello). A quel punto il prodotto verrà rimborsato al 100% del valore nominale (100 euro) dopo avere pagato la cedola relativa a quella data di osservazione, che sarà anche l’ultima cedola pagata.

Grazie al maxi-bonus iniziale, qualsiasi rimborso anticipato andrebbe a premiare l’investitore con un aumento del rendimento. Facciamo due esempi.
A) Ipotizziamo un rimborso anticipato fra nove mesi, a giugno 2024: chi compra oggi il certificate chiuderà l’investimento iniziale di 97 euro ottenendo un rimborso di 100 euro più 13,75 euro di maxi-bonus e 3 euro di cedole trimestrali. In nove mesi i 97 centesimi avranno fruttato un rendimento del 20,3%, pari al 27% all’anno.

B) L’altra ipotesi è che il rimborso anticipato scatti nel giugno 2025, un anno prima della scadenza naturale del certificate. Se tutte le cedole trimestrali saranno state pagate, l’investitore avrà ottenuto in 21 mesi 13,75 euro di maxi-bonus, 7 euro di cedole trimestrali e 3 euro di plusvalenza, pari a un rendimento complessivo del 24,4% e un rendimento medio annuo del 13,9%.

Scadenza finale con barriera perforata

Abbiamo parlato dell’alta protezione al capitale garantita dalla barriera al 50%. Ma cosa succede se alla scadenza finale uno o più sottostanti si troveranno sotto la barriera? In quel caso il rimborso del certificate avverrà in modo proporzionale alla performance del peggiore dei sottostanti e l’investitore subirà una perdita. Ipotizziamo che alla scadenza finale del 18 giugno 2026 Vestas sia il peggiore dei sottostanti con un ribasso del 60% dal fixing iniziale. Il certificate sarà rimborsato al 40% del valore nominale, cioè a 40 euro. A cui però sarà da aggiungere il maxi premio che verrà pagato nei prossimi giorni.

Tre leader mondiali della clean energy

Nella tabella qui sotto riportiamo i riferimenti fondamentali dei tre sottostanti del certificate DE000HC7TNP4. Le quotazioni di Enel e Veolia sono in euro, quelle di Vestas in corone danesi. Il fixing iniziale corrisponde al prezzo di chiusura del 29 giugno scorso. La media dei target price degli analisti è calcolata dal sito Market Screener e la percentuale fra parentesi indica l’upside, ovvero il potenziale di rialzo del titolo nei prossimi 12 mesi secondo gli analisti.

 

ENEL

Enel non è solo il primo gruppo italiano dell’energia, ma è anche il primo produttore mondiale di energia da fonti rinnovabili. L’attuale piano industriale prevede che entro il 2025 Enel aggiunga circa 21 GW di capacità rinnovabile installata, di cui circa 19 GW nei Paesi “core”, arrivando a un totale gestito di circa 75 GW. In questo modo la quota di generazione senza emissioni salirà all’83% circa. Nel triennio di riferimento il gruppo prevede di investire in totale circa 37 miliardi di euro, di cui circa il 50% a sostegno della generazione di elettricità. Dall’inizio dell’anno l’azione Enel è salita del 18,7%.

VEOLIA

La francese Veolia è leader mondiale nel Trattamento delle acque, produce energia e si occupa del trattamento dei rifiuti. I dati diffusi all’inizio di agosto hanno mostrato per Veolia un aumento del 20% dell'utile del primo semestre  e una crescita del 14% del fatturato, grazie alla forte domanda negli Stati Uniti, in America Latina e nell'Europa orientale.

Estelle Brachlianoff, la giovane Ceo del gruppo, ha detto che la domanda di riutilizzo dell'acqua, di trattamento dei rifiuti pericolosi e di riciclaggio della plastica è in aumento, in quanto i Paesi intensificano gli sforzi per ridurre l'inquinamento e combattere il cambiamento climatico.

Veolia ha anche comunicato che l'integrazione della neo-acquisita Suez sta procedendo con successo, con 231 milioni di euro di sinergie già realizzate. Dall’inizio dell’anno l’azione Veolia è salita del 15%.

VESTAS

Dei tre sottostanti, la danese Vestas Wind Systems è quello che mostra al momento la peggiore performance, con il titolo che accusa un ribasso del 16% dalla data del fixing. Non più tardi del 9 agosto il Ceo Henrik Andersen, presentando i risultati del secondo trimestre, ha sottolineato i forti problemi che ancora esistono lungo la catena di approvvigionamento di Vestas (ogni turbina monta migliaia di componenti realizzati in aree geografiche molto lontane) e la lentezza delle approvazioni per i nuovi progetti eolici. Andersen ha dichiarato che negli ultimi mesi c'è stato "quasi un rallentamento" nelle approvazioni di nuovi parchi eolici, nonostante l'aumento degli obiettivi governativi globali per l'energia pulita. "Parliamo molto di ciò di cui abbiamo bisogno, ma lo facciamo così poco", ha dichiarato al Financial Times.

Vestas ha chiuso il 2022 con una perdita di 1,5 miliardi di euro su un fatturato di 14,4 miliardi a causa di "impreviste incertezze geopolitiche, alta inflazione e vincoli della catena di fornitura". Dopo il riaffacciarsi di un timido utile nei conti del primo trimestre 2023, il periodo aprile-giugno si è chiuso di nuovo con una perdita di 115 milioni di euro, superiore ai -83 milioni stimati in media dagli analisti.

Il consensus degli analisti stima che nel 2023 i ricavi di Vestas saliranno a 15 miliardi di euro (4,1%) con un risultato finale lievemente positivo (+40 milioni).

Per le energie rinnovabili ancora enormi prospettive di crescita

Il panorama di fondo in cui si muovono queste tre società è nettamente positivo. Nel recente studio sul mercato dell’elettricità per il 2023, IEA (Agenzia internazionale per l’energia) ha affermato che le fonti rinnovabili nel 2025 diventeranno la prima fonte di energia al mondo, superando il carbone, e insieme al nucleare copriranno quasi tutta la crescita della domanda globale di elettricità nei prossimi tre anni. Nello studio si legge che le fonti pulite saliranno da 8.349 TWh nel 2022 a 10.799 TWh nel 2025, superando come prima fonte di energia globale il carbone.  

Inoltre un recente studio di RFF (Resources for the future) ha censito le previsioni di tutti i centri studi che si occupano di energia e la conclusione è che la domanda globale di elettricità crescerà tra il 62% e il 185% entro il 2050 rispetto ai livelli del 2021. La quota di combustibili fossili nel mix elettrico diminuirà dal 59% nel 2021 al 2-5% nel 2050.

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