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  Subito un maxi-bonus del 14,5% con il certificate sulle eccellenze italiane

Il servizio della Reuters è del 7 novembre, firmato da Joice Alves, giornalista della sede centrale di Londra, e da Danilo Masoni, della redazione milanese della blasonata agenzia di stampa. La tesi è che le azioni delle società italiane non sono mai state così a buon mercato negli ultimi 35 anni, se paragonate alla media delle azioni di tutto il mondo. Sarà che gli investitori temono contraccolpi dall’eccessivo debito pubblico dell’Italia, sarà che per Roma si avvicinano scadenze difficili come il ripristino del fiscal compact a Bruxelles, ma il gap valutativo fra le società quotate italiane e quelle dei listini comparabili è arrivato al 50%, il più ampio dal 1988. Secondo Reuters, che non indica le fonti alla base di questi calcoli, si tratta di una differenza doppia rispetto alla media degli ultimi 20 anni.

Le azioni italiane, quindi, sono così a buon mercato che non possono essere trascurate dagli investitori internazionali, che per anni e anni le hanno snobbate, sentendosi a disagio a investire in un Paese con un debito pubblico superiore al Pil e con una crescita economica inesistente. Oggi che il debito pubblico è esploso anche in Francia e in Germania e che, quanto a crescita, l’Italia non è più il fanalino di coda della Ue, Piazza Affari va riconsiderata. Nonostante l’indice FtseMib sia salito del 21% dall’inizio dell’anno, con una performance praticamente doppia rispetto al francese Cac 40 (+9%) e al tedesco Dax (+11%), la Borsa italiana è ancora molto al di sotto del massimo storico del marzo 2000, mentre i listini di Parigi e di Francoforte sono freschi reduci dei nuovi massimi storici segnati questa primavera.

Banche italiane meno vulnerabili rispetto al passato

Come mostra il grafico qui sotto, i titoli finanziari (banche e assicurazioni) sono stati gli elementi trainanti del forte rialzo di Piazza Affari dall’inizio dell’anno. Un rialzo che non sembra destinato a finire tanto presto, secondo l’opinione di Andrea Scauri, senior portfolio manager di Lemanik. Scauri ha detto alla Reuters che l'elevata visibilità sugli utili dovuta agli alti tassi di interesse e i bilanci più solidi rendono le banche italiane meno vulnerabili alle tensioni sul debito rispetto al passato. Ma le banche italiane hanno da recuperare un lungo periodo di sottoperformance. Questo concetto risulta ben evidente nel secondo grafico pubblicato qui sotto.

La svolta nella prima settimana di novembre

In generale, la prima settimana di novembre potrebbe essere ricordata come un punto di svolta nella narrazione del 2023. Il motore dei listini, che sembrano essere arrivati al termine della recente correzione, restano le politiche monetarie e i tassi di interesse. La discesa lenta ma costante dell'inflazione, confermata dagli ultimi dati del CPI americano, e la pausa sui tassi che prelude al cambio della politica monetaria, favoriscono le condizioni per un rilassamento. Un indicatore di Bank of America che misura il sentiment “contrarian” avverte che si stanno avvicinando segnali rialzisti e prevede rialzi nell'ordine del 15% per l’S&P 500 nel 2024.

Un certificate per puntare su tre eccellenze italiane

Le attese di tassi non più in rialzo, ma stabili e tendenzialmente in calo, favoriranno i titoli tech e gli industriali.
Alla luce di queste considerazioni, risulta davvero un’ottima opportunità di investimento il nuovissimo certificate Maxi Cash Collect di Barclays che ha per sottostanti Unicredit, StMicroelectronics e Stellantis tre eccellenze della Borsa italiana. La sottovalutazione di StM e di Stellantis è unanimamente riconosciuta dagli analisti.

Dall’inizio dell’anno Unicredit è salita del 91%, una delle migliori performance fra le banche europee.Secondo il consensus dei 21 analisti censiti da Market Screener, il titolo nei prossimi 12 mesi potrebbe guadagnare un altro 32%.

Fra meno di un mese il maxi-premio del 14,50%

Identificato dal codice Isin XS2648346356, questo certificate è disponibile sul mercato a partire dal 14 novembre a un valore nominale di 100 euro. La durata è tre anni. Il prodotto si presenta con un appetitoso maxi-premio di 14,50 euro (14,5% del valore nominale) che sarà pagato in maniera incondizionata il prossimo 11 dicembre. Per potere incassare la maxi-cedola la data di registrazione (record date) è stata fissata per l’8 dicembre, di conseguenza il 6 dicembre sarà l’ultimo giorno utile per comprare il prodotto e avere diritto al maxi-premio.

Premi trimestrali dell’1% con memoria

Dopo la maxi-cedola, il certificate XS2648346356 pagherà ogni tre mesi premi dell’1% (1 euro), condizionati dal rispetto di una barriera al 50%. I premi saranno corrisposti se alle date di osservazione previste nessuno dei sottostanti accuserà una perdita superiore al 50%. La barriera al 50% gioca anche a protezione del capitale: infatti, alla scadenza finale nel novembre 2026 il certificate verrà rimborsato al 100% del valore nominale (100 euro) anche se le quotazioni dei sottostanti saranno inferiori ai Valori iniziali. La protezione garantisce fino a un ribasso massimo del 50% del peggiore dei sottostanti. Se il ribasso sarà maggiore, l’investitore subirà una perdita.

I premi sono dotati di memoria, per cui, le cedole eventualmente non pagate non vengono cancellate, ma restano nella memoria del prodotto e vengono corrisposte alla prima data di osservazione successiva in cui tutti e tre i sottostanti quotano sopra la  barriera o allo stesso livello.

Rendimento medio annuo dell’8,8%

All’investitore, quindi, basterà che alla scadenza finale del 10 novembre 2026 nessuno dei tre sottostanti quoti sotto la barriera  per avere la certezza di incassare tutte le cedole. A quel punto, in caso di conclusione positiva, l’investitore che ha acquistato il certificate entro il 6 dicembre 2023 chiuderà l’investimento conteggiando un flusso di cedole pari a 26,50 euro (una maxi-cedola da 14,50 euro e 12 premi da 1 euro l’uno). Il rendimento medio annuo risulterà dell’8,8%.

Il rendimento medio annuo risulterà più alto nel caso di rimborso anticipato. L’Autocall (ritiro anticipato) potrà avvenire a partire dalla data di osservazione di agosto 2024 e poi in tutte quelle successive se tutti e tre i sottostanti avranno quotazioni pari o superiori ai Valori iniziali. Facciamo l’esempio che già ad agosto 2024 scatti il ritiro anticipato: l’investitore verrà rimborsato con il 100% del valore nominale del prodotto (100 euro), incasserà la cedola della scadenza di agosto e le cedole precedenti eventualmente non pagate e trattenute in memoria. In totale tre cedole da 1 euro che si aggiungono al maxi-premio iniziale per un incasso complessivo di 17,50 euro in nove mesi, pari a un rendimento annuo del 23,3%.

Facciamo un secondo esempio con il  rimborso anticipato nell’agosto 2025, vedrebbe l’investitore chiudere la sua avventura con l’incasso di 21,50 euro di cedole complessive in 21 mesi, per un rendimento medio annuo del 12,2%.

Due ipotesi alla scadenza finale

Se il certificate non verrà ritirato in anticipo, alla scadenza finale nel novembre 2026 si potranno verificare due ipotesi.

Se nessuno dei tre sottostanti accuserà un ribasso superiore al 50% rispetto al Valore iniziale, l’investitore verrà rimborsato con il 100% del valore nominale del prodotto (100 euro), incasserà la cedola della scadenza di agosto e le cedole precedenti eventualmente non pagate e trattenute in memoria.

Se anche solo uno dei sottostanti si troverà sotto la barriera, il certificate verrà rimborsato in proporzione alla performance del peggiore dei sottostanti. L’investitore non riceverà l’ultima cedola e nemmeno le cedole eventualmente non pagate e rimaste in memoria. Facciamo l’esempio che il sottostante peggiore accusi una perdita del 60% rispetto al Valore iniziale. Il certificate verrà rimborsato al 40% del valore nominale, vale a dire a 40 euro.

I LIVELLI DEL CERTIFICATE XS2648346356

Nella tabella qui sotto riportiamo i livelli di riferimento del certificate XS2648346356. Il Valore iniziale è il prezzo di chiusura del 10 novembre scorso. La media dei target price è quella indicata dal sito Market Screener.

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