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Si punta sulle banche ma con barriere al 50% e rendimenti annui a doppia cifra (12,36%)

La volatilità, la grande assente degli ultimi mesi, torna a farsi sentire. Una manna per tutti coloro che, scettici sull’ultimo rialzo dei listini azionari, erano rimasti purtroppo spiazzati e fuori dal mercato. E questo non riguarda per niente solo gli investitori privati ma anche tanti gestori rimasti sottopesati sull’equity. I verbali della Fed, uniti al calo della liquidità e dei volumi, a cui abbiamo assistito nell’ultimo mese, hanno avviato le prime decise prese di profitto dopo i forti rialzi YTD. Ora rimane da capire se l’estate porterà qualche temporale estivo più consistente. A nostro avviso, la risposta a questa domanda è affermativa.

Guardando agli ultimi dati macro, una cosa sembra certa, le banche centrali non hanno fretta di cambiare direzione, anzi stanno sottolineando l’idea di voler proseguire nei prossimi mesi con le politiche restrittive. Un contesto che rende veramente interessante il certificato proposto da Société Générale (SocGen) sulle banche italiane. Ci riferiamo al nuovissimo Memory Cash Collect Magnet ISIN XS2395037216 su Fineco Bank, UniCredit e Banco BPM, tre eccellenze italiane per un prodotto che porta con sé una grande innovazione sul mercato dei certificati. Di base funziona come tutti gli altri Cash Collect e propone anche dei premi di tutto rispetto. Il certificato, infatti, paga premi mensili con memoria del 1,03% (12,36% annuo), condizionati ad una barriera profonda al 50% (valida anche a scadenza), con possibilità di rimborso anticipato dal nono mese, ovvero da aprile 2024.

Ed è proprio qui che entra in gioco l’effetto Magnet, che aumenta le probabilità di autocall in maniera intelligente. Questo meccanismo prevede che il minimo segnato dal worst of nella data di osservazione precedente per l’autocall diventi il trigger per tutti e tre i titoli per il rimborso anticipato nella data successiva di osservazione. Perché è utile? Perché il rischio insito nei certificati Cash Collect sta proprio nel portare il prodotto fino a scadenza, lì dove la visibilità a oggi è presso che zero. Avere uno strumento che può avvicinare la scadenza ci permette di incrementare la visibilità sul prodotto e porre la statistica a noi più favorevole. Procediamo come sempre per gradi per meglio comprendere perché in questo contesto il Memory Cash Collect Magnet di SocGen risulta essere particolarmente interessante.

Le prime nuvole si addensano all’orizzonte

Del contesto di riferimento abbiamo parlato diverse volte nelle ultime settime. Come mostra il grafico sotto, la liquidità risulta essere in calo (linea rossa data dal bilancio Fed meno le nuove emissioni di Treasury e i reverse repo delle banche USA) e questo di certo non aiuta i mercati azionari che ormai dalla crisi del 2008, e ancor di più dal covid, vivono di questo. Ricordiamo infatti che il bilancio della Fed pre 2008 era di circa 1 mld, dopo il 2008 è diventato di oltre 4 mld e dopo il covid oltre 8 miliardi di dollari. Questo per comprendere come i mercati azionari siano ormai drogati da quantità immane di liquidità. Il calo di questo ultimo mese mette un po’ di pressione al mercato, nel grafico si vede bene quanto sia correlato l’andamento dell’S&P 500 e del Nasdaq 100 con la liquidità di mercato. A tutto ciò si aggiungono le ultime dichiarazioni di alcuni esponenti Fed hawkish e della minute della Banca Centrale americana che mostra come la pausa dell’ultimo meeting lascerà spazio ad altri rialzi, poiché l’obiettivo del 2% della Fed è ancora lontano.

Ma a nostro avviso questo atteggiamento delle banche centrali non dovrebbe protrarsi ancora per lungo tempo e già dal prossimo anno potremmo assistere ad un’inversione nelle politiche monetarie delle banche centrali. E la ragione la vediamo soprattutto con il grafico sotto, quello che mostra l’andamento della componente manifatturiera e dei servizi dell’economia europea (grafico simile vale anche per gli USA). La linea rossa, la competente manifatturiera è ormai da diverso tempo in calo e sotto il 50, livello che divide tra crescita e contrazione dell’economia. Paesi come la Germania e la Cina, prevalentemente legate alla manifattura infatti soffrono di più. La Germania è in recessione tecnica. Vanno meglio i Paesi dove l’economia è più legata al settore dei servizi (linea blu), come ad esempio l’Italia. L’economia sta tenendo meglio ma purtroppo il trend discendente appare avviato anche qui. Anche i servizi iniziano a soffrire e si riportano a quota 50 punti.

Il risultato di questa combinazione dovrebbe presentare il conto nei prossimi mesi, dopo l’estate, con l’ingresso degli USA in recessione o comunque preda di un forte rallentamento. Questo potrebbe portare volatilità nel breve e medio periodo perché, nel momento in cui il mercato assumerà consapevolezza di questa dinamica, penserà ad una drastica riduzione delle attese dalle società e un taglio degli earnings da parte degli analisti. Le banche centrali saranno poi costrette a cambiare atteggiamento e politiche monetarie, portando ad un calo dei tassi e immissione di nuova liquidità. Cosa che farà bene ai mercati azionari e soprattutto ad alcuni settori come utility e tecnologici.

E le banche? Cerchiamo di capire invece come si evolverà lo scenario per le banche, perché rimane il fatto che queste sono tra gli investimenti favoriti degli italiani. Capirlo ci permetterà anche di comprendere perché il certificato di SocGen si presenta veramente molto bene.

Per le banche un contesto più complesso alle porte ma non ci aspettiamo grosse difficoltà

Lo scenario dal prossimo anno forse non sarà più così tanto favorevole per le banche ed è probabile che il picco di utili sia stato toccato. A sentire il management dei principali Istituti di Credito Italiani, la redditività dovrebbe rimanere pressappoco invariata anche il prossimo anno. La verità, è che dipenderà da come il mercato bancario uscirà dal quarto trimestre 2023. Infatti, i tassi vengono subito adeguati dal lato dell’attivo, mentre dal lato del passivo no. Se i tassi cominciano a scendere, sul lato dell’attivo, ovvero dove la banca guadagna, si andranno ad adeguare velocemente. Sul lato del passivo, tutto dipenderà se a fine di quest’anno le banche, visto anche la competizione dei rendimenti alti dei Titoli di Stato, dovranno adeguare gli interessi passivi. Se così sarà è chiaro che ci sarà una contrazione della marginalità (margine d’interesse) delle banche, e quindi del margine d’interesse. Che è un po’ quelli che una parte degli analisti teme.

Altro pericolo è quello di un aumento del costo del rischio. Se l’economia si degrada velocemente, le insolvenze saliranno e così anche i crediti deteriorati. Le banche dovranno quindi spostare parte degli utili in accantonamenti con impatto sui conti e sulla salute della banca. Va però detto che visto l’ultimo anno particolarmente buono, le banche hanno già accantonato tanto ai fini prudenziali e sono dunque pronte ad attraversare situazioni di stress legate alla contrazione economica.

Nel complesso quindi il prossimo anno dovrebbe essere un anno più sfidante per le banche, strette tra calo dei tassi e difficoltà dell’economia. E visto i forti rialzi già effettuati dai titoli del settore, diventa più complesso fare stock picking direttamente sull’azionario. Ecco perché può essere una valida soluzione d’investimento quella di puntare a estrarre comunque valore dal comparto bancario tramite delle cedole d’importo interessante ma al contempo non essere totalmente direzionali, come con l’acquisto delle azioni. I certificati, infatti, tramite l’ausilio di barriere profonde proteggono e nel contempo danno rendimenti interessanti.

Fineco, Banco BPM e UniCredit: tre eccellenze tutte italiane

Diamo anche un po’ di colore sulle tre banche inserite nel basket di questo certificato: Banco BPM, UniCredit e Fineco. Delle prime due abbiamo già parlato spesso. UniCredit ha chiuso ottimi conti nell’ultimo trimestre con un buon utile operativo e margine d’interesse. Il costo del rischio è basso e nel 2023 si pone l’obiettivo di raggiungere i 6 mld di utile netto (un gran risultato). A sostenere il titolo anche gli ingenti buyback per un totale di 3,34 mld. E proprio nelle ultime settimane è iniziata l’ultima tranche di acquisti per il valore di 1 miliardo. Banco BPM sta beneficiando della sua forte presenza al Nord, nelle regioni più ricche. La sua Banca Insurance è vista crescere e il costo del rischio è assolutamente sotto controllo. Rimane sempre la possibilità che venga coinvolta in operazioni di M&A, ovviamente come preda di Istituti più grandi, come per esempio la stessa UniCredit. E Fineco Bank?

Il titolo di Fineco Bank è andato molto male nell’ultimo anno soprattutto se confrontato con le banche tradizionali. Pur beneficiando dell’aumento dei tassi a livello di conto economico, ne beneficia meno delle banche tradizionali. Quindi partendo da una situazione in cui Fineco stava a 16/17X utili e le banche tradizionali stavano a 6X, molti investitori hanno comprato le banche tradizionali e venduto Fineco. Ora ha delle valutazioni molto più ragionevoli a 12/13X utili e un business model più resiliente. Nel brevissimo continuerà a soffrire del fatto che, con i tassi che continuano a salire, un po’ di clientela sposterà denaro dalla liquidità e dal gestito all’amministrato per comprare Titoli di Stato. Gli investitori penalizzano questo trasferimento perché la redditività sui titoli di stato è molto bassa per la banca. Il loro obiettivo sarà invece quello di catturare con la scadenza dei Bot e BTp questi flussi per riportarli sul gestito, dove la redditività è molto alta. Uno scenario di tassi in calo favorisce sicuramente questo obiettivo e rende il titolo più attraente. Siamo dunque positivi su Fineco.

Il certificato sulle banche paga tanto e protegge

Il contesto di riferimento per le banche è ideale per l’investimento con i certificati. Ci sono diverse criticità alle porte anche se nel complesso queste dovrebbero essere in grado di macinare buoni utili e tenere una discreta/buona redditività il prossimo anno. Diventa dunque interessante valutare soluzioni d’investimento non direzionali come il nuovissimo Memory Cash Collect Magnet di SocGen ISIN XS2395037216. Di base, la struttura è molto semplice. Ogni mese il certificato paga dei premi mensili con memoria del 1,03%, pari ad un premio annuo del 12,36%. Premi che sono condizionati ad una barriera al 50% valida anche a scadenza. Per ricevere il premio quindi nelle date di osservazione, il titolo con la peggior performance dallo strike non deve essere sotto barriera. Grazie all’effetto memoria però sarà sempre possibile recuperare premi eventualmente persi nelle successive date di valutazione se i tre titoli saranno sopra barriera.

Il certificato vanta poi la possibilità di rimborso anticipato con effetto Magnet a partire da aprile 2024. Spieghiamo nel successivo paragrafo come funziona il rimborso anticipato e il meccanismo Magnet.

A scadenza naturale (luglio 2026) il prodotto funziona esattamente come tutti gli altri. Se tutti e tre i titoli saranno sopra barriera il certificato paga il valore nominale, più l’ultimo premio, più tutti gli eventuali premi non pagati. In alternativa, se anche solo un titolo sarà sotto barriera, il certificato paga la performance del peggiore dallo strike. Quindi, se uno dei tre titoli avrà perso il 60% dallo strike, il certificato pagherà 40 euro.

Rimborso anticipato con effetto “Magnet”

Come abbiamo detto, il certificato prevede la possibilità di rimborso anticipato. A partire da aprile 2024, se a una data di osservazione tutti e tre i sottostanti hanno quotazioni pari o superiori al livello trigger indicato, il certificate viene rimborsato anticipatamente. L’investitore riceve il valore nominale del certificate (1.000 euro), l’ultimo premio relativo a quella data di osservazione e tutti i premi eventualmente non pagati e accantonati per l’effetto memoria. Ovviamente, in tal caso il certificato si estingue e l’investitore non avrà diritto ai premi successivi.

La barriera di liquidazione anticipata trimestrale vanta però un meccanismo innovativo chiamato dall’emittente Magnet. Come noto, infatti, il rischio di mercato insito nei certificati Cash Collect (al netto, dunque, del rischio emittente sempre presente) è che a scadenza il sottostante o il worst of nei basket sia sotto barriera. Cosa che determina una perdita in conto capitale. Societe Generale ha deciso di lanciare questo nuovo meccanismo proprio per rendere statisticamente meno probabile questo evento. Come? Molto semplice.

Il meccanismo Magnet rende più probabile il rimborso anticipato che, comunque, per questo prodotto è previsto a partire dal nono mese, proprio per assicurare almeno nove mesi di vita al prodotto e relativi premi condizionati. Vediamo allora con un esempio come funziona questo meccanismo:

  • Alla prima data di valutazione per il rimborso (12 aprile 2024) il livello di autocall è posto al 100% dello strike, come nella maggior parte dei certificati autocallable;
  • Ad ogni data successiva mensile di valutazione, il livello di autocall sarà pari al massimo tra l’85% dello strike (il Floor) e la perfomance del titolo worst of rilevato alla data di valutazione del mese precedente (Effetto Magnet). E questo sarà valido per tutti e tre i titoli del basket.

Facciamo un esempio. Immaginiamo di essere alla data di osservazione del 12 aprile 2024, il prodotto non scade in via anticipata perché il worst of del paniere è UniCredit con una performance negativa dal livello di strike del -10%. Il prodotto continua a vivere e arriviamo alla seconda data di osservazione della scadenza anticipata, 13 maggio 2024, dove entra in gioco l’effetto Magnet che tiene memoria della performance di Unicredit alla data di osservazione del mese precedente. Infatti, il livello di trigger diventa il 90% dello strike per tutti e tre i titoli (100% - 10% della performance di Unicredit). E così via, ovviamente il titolo worst of può cambiare e la sua performance negativa determinerà il livello di autocall della data di valutazione successiva sempre per tutti e tre i titoli del basket. SocGen, però, ha impostato un floor all’85% dello strike. quindi, nel caso in cui un titolo dovesse perdere il 30% dal livello di strike, il trigger di autocall rimarrà all’85% e non al 70%.

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