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Scegli Italia con il certificate ad alta resa e barriere profonde

La sorpresa di metà maggio è che l’economia europea, e quella italiana in particolare, stanno accelerando e l’anno 2023 si chiuderà con una crescita superiore alle previsioni di inizio anno. Il rischio di recessione, così tante volte evocato nei mesi scorsi, sembrerebbe sparito dai radar degli economisti.
A certificare che l’economia italiana sta crescendo in maniera significativa sono state prima le due agenzie di rating Fitch e Standard & Poor’s, e poi lunedì 15 maggio la Commissione dell’Unione europea che ha diffuso l’aggiornamento delle sue stime. Adesso Bruxelles prevede per l’Italia nel 2023 una crescita del Pil dell’1,2%, in netto aumento rispetto alla previsione del +0,8% che la stessa Commissione aveva diffuso lo scorso febbraio. Il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, ha fatto notare che quest’anno la crescita italiana sarà la più elevata tra le maggiori economie europee.

Con l’orizzonte economico che si tinge di rosa, diventa estremamente interessante il certificate DE000HC4WR96 emesso due mesi fa da Unicredit con sottostanti tre blue chip italiane molto sensibili all’andamento del ciclo economico: Banco BPM, Tenaris e Terna.

Cedole mensili dello 0,85%, ma il rendimento sale grazie alla plusvalenza

Si tratta di un Cash collect della durata di tre anni che paga premi mensili dello 0,85%, pari a un rendimento annuo del 10,2%. Lanciato sul mercato lo scorso 10 marzo, il certificate DE000HC4WR96 ha subito in questi due mesi tutte le preoccupazioni legate al rischio di rallentamento dell’economia, alla possibilità di recessione come conseguenza della stretta monetaria pilotata dalla Bce e dalle altre banche centrali, col risultato che oggi è scambiato sotto la parità e lo si acquista sul mercato a poco meno di 93 euro. Questo vuole dire che chi compra oggi questo Cash collect di Unicredit può ragionevolmente puntare a incassare da qui alla scadenza, nel marzo 2026, 35 cedole da 85 centesimi l’una, più una plusvalenza finale di 7 euro quando alla scadenza il prodotto verrà rimborsato al valore nominale di 100 euro.

I conti sono presto fatti: si investono oggi 93 euro e in 34 mesi si porta a casa un rendimento di 36,75 euro, di cui 29,75 da cedole mensili e 7 euro di plusvalenza. Il rendimento potenziale medio annuo è del 13,9%.

Ricordiamo che questo certificate ha già pagato la prima cedola di aprile e il 18 maggio sarà la data di osservazione per la seconda cedola che verrà pagata a tutti coloro che avranno acquistato il prodotto entro il 22 maggio (ultimo giorno utile).

Cedole ed effetto memoria

I premi mensili godono dell’effetto memoria, per cui se a una certa data di rilevazione uno o più sottostanti si trovassero a sotto la barriera la cedola di quel mese non verrà pagata, ma non andrà persa. Il premio sarà corrisposto alla prima scadenza successiva in cui tutti e tre i sottostanti saranno di nuovo al di sopra (o allo stesso livello) della barriera. Di conseguenza, la data importante diventa l’ultima scadenza del 19 marzo 2026: se a quella rilevazione tutti e tre i sottostanti saranno sopra la barriera (o allo stesso livello) l’investitore avrà la certezza di incassare tutte le cedole mensili maturate da quando ha acquistato il prodotto.

Possibile il rimborso anticipato con trigger level decrescente

Il certificate prevede la possibilità del rimborso anticipato. A partire da dicembre 2023 se a una data di osservazione tutti e tre i sottostanti hanno quotazioni pari o superiori al livello trigger indicato, il certificate viene ritirato anticipatamente. L’investitore riceve un rimborso pari al valore nominale del certificate (100 euro), l’ultimo premio relativo a quella data di osservazione e tutti i premi eventualmente non pagati e accantonati per l’effetto memoria. L’investimento si chiude e l’investitore non avrà diritto a nessun altro premio.

Il livello trigger del 19 dicembre 2023 è stato fissato al 100% dei Valori iniziali dei tre sottostanti e tale rimane fino a marzo 2024 quando scenderà al 95%. Da lì in poi il trigger scenderà di cinque punti percentuali ogni sei mesi, arrivando al minimo dell’80% dal settembre 2025 alla scadenza del prodotto.

Che cosa può andare storto

Le cedole sono condizionate al rispetto di una barriera molto profonda, posta al 50% dei Valori iniziali dei sottostanti. La stessa barriera al 50% gioca a protezione del capitale, dato che alla scadenza finale nel marzo 2026 il certificate verrà rimborsato al valore nominale di 100 euro anche se le quotazioni dei sottostanti dovessero essere scese rispetto al fixing iniziale. Il ribasso massimo consentito è del 50% dai Valori iniziali. Nel caso di ribasso maggiore l’investitore subirà una perdita perché il certificate gli verrà rimborsato a un valore inferiore al nominale e anche il flusso delle cedole potrebbe subire delle interruzioni.

Cosa succede alla scadenza finale

Alla scadenza finale del 19 marzo 2026, se il certificate non sarà stato rimborsato anticipatamente, si potranno verificare due ipotesi.

  • Tutti e tre i sottostanti quotano sopra la barriera (o allo stesso livello). Il certificate viene rimborsato a 100 euro (100% del Valore nominale) e l’investitore riceve l’ultimo premio e tutti i premi precedenti eventualmente non pagati e accantonati per l’effetto memoria.
  • Anche solo uno dei sottostanti accusa un ribasso superiore al 50% rispetto al Valore iniziale, quindi è stata perforata la barriera al 50%. L’investitore non riceve nessun premio e il certificate viene rimborsato in proporzione alla performamnce del peggiore dei due sottostanti. Ipotizziamo che il peggiore sia Tenaris con una discesa del 60% dal Valore iniziale: il certificate verrà rimborsato al 40% del Valore iniziale, cioè a 40 euro.

Fixing e barriera, i livelli da monitorare

Come mostriamo nella tabella qui sotto, al momento uno dei tre sottostanti, Terna, quota sopra il Valore iniziale, mentre gli altri due, Banco BPM e Tenaris, hanno quotazioni inferiori rispetto al fixing. Tutti e tre sono ampiamente sopra la barriera. Il fixing iniziale è il prezzo di chiusura registrato l’8 marzo scorso.

tabella

Focus sui sottostanti

Vediamo ora di analizzare qual è il rischio che fra tre anni uno dei sottostanti sia sotto la barriera.

TENARIS

La raccomandazione più diffusa fra gli analisti è Outperform (farà meglio della media del settore) e la media dei target price è 17,5 euro, un obiettivo di prezzo che esprime un potenziale di rialzo del 46%.

Il sottostante che in questo momento accusa il maggio calo dal Valore iniziale (-23%) è Tenaris. Per finire sotto gli 8 euro della barriera dovrebbe scendere del 35% e tornare a livelli in cui è stato soltanto nell’anno più terribile del Covid, fra il marzo 2020 e il marzo 2021. Negli ultimi 12 mesi il minimo di Tenaris è stato 10,95 euro nel luglio 2022.

gruppo italo-argentino controllato dalla famiglia Rocca è il primo produttore al mondo di tubi per l’industria petrolifera e il suo business è strettamente legato agli investimenti delle compagnie petrolifere, che a loro volta dipendono grandemente dal prezzo del greggio. Più la quotazione del barile è elevata, più le compagnie petrolifere sono spinte a fare investimenti per aumentare la produzione di petrolio e gas.
Dopo avere resistito alla bufera della pandemia del Covid, quando il prezzo del Brent era sceso addirittura a zero, Tenaris è reduce da un 2022 strabiliante per crescita e redditività. I ricavi sono saliti dell’80% raggiungendo 11,7 miliardi di dollari e l’utile è più che raddoppiato attestandosi a 2,5 miliardi, con un Ebit margin al 25,2%. A Piazza Affari l’azione Tenaris è stata la migliore blue chip del 2022 con un rialzo dell’80%.

Dal primo gennaio 2023 le quotazioni di Tenaris sono scese del 28%. E’ la conseguenza dei timori di recessione che in questi mesi hanno tenuto in scacco i mercati, succubi dei rialzi dei tassi operati in Usa dalla Fed e in Europa dalla Bce. Oggi la Fed dovrebbe avere raggiunto (o essere ormai molto vicina) al punto di svolta nella sua politica sui tassi, come ha confermato nell’ultima comunicazione ufficiale il presidente James Powell. Adesso la scommessa è su quando i tassi americani inizieranno a scendere, se già entro la fine del 2023 o nel primo semestre dell’anno prossimo. E’ comunque una prospettiva ben diversa dai mesi scorsi, quando non si sapeva fino a che livello sarebbe salito il costo del denaro in Usa pur di stroncare l’inflazione. Ora i dati dicono che l’inflazione sta scendendo e l’economia non si inchioda.

In tutto questo la guerra in Ucraina ha fatto salire la domanda di gas non russo in Europa, con nuovi giacimenti che vengono attivati in Africa e in America. Quindi la domanda di tubi speciali resta alta, come hanno dimostrato gli ultimi conti di Tenaris, che nel primo trimestre 2023 ha realizzato un utile netto di 1,12 miliardi di dollari (+124% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso), su ricavi saliti del 75%, battendo in entrambi i casi le previsioni degli analisti. Dopo i risultati record di questi primi mesi, la società prevede per l’intero anno “vendite e margini su buoni livelli”, anche se “mostreranno cali graduali e sequenziali”. La previsione del presidente e Ceo Paolo Rocca è che “le consegne rimarranno a buoni livelli per tutto l’anno, superando i volumi del 2022”.
Oggi Tenaris capitalizza 15,6 miliardi di dollari, che corrispondono a 5,2 volte gli utili previsti per il 2023 (3,2 miliardi di dollari), un multiplo decisamente non caro.

BANCO BPM

Fra i 14 analisti che coprono il titolo la raccomandazione largamente prevalente è Buy e la media dei target price è 5,5 euro (+41% sulla quotazione attuale).

Anche le quotazioni di Banco BPM sono in questo momento al di sotto del fixing iniziale. Il terzo gruppo bancario italiano è il più radicato in Lombardia e nel Nord-Est del Paese, una collocazione geografica che lo rende l’istituto di credito più sensibile a recepire i miglioramenti del ciclo economico previsti dalla Ue.

Banco BPM ha chiuso il primo trimestre 2023 con un utile netto di 265 milioni, in rialzo del 49,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e al di sopra dei 230 milioni previsti dal consensus di mercato. L'istituto prevede la distribuzione di dividendi per 1,25 miliardi nei prossimi due anni, “il doppio rispetto al biennio 2021-2022”. Sulla scorta dei risultati, Banco Bpm ha alzato il target di utile 2023 a 1,1 miliardi, pari a un utile per azione di 0,75 euro. La guidance precedente indicava 0,6 euro per azione. Nel 2024 si prevede che l'utile salga ancora a 1,4 miliardi, raddoppiato rispetto al 2022, con un utile per azione di 0,9 euro. Il trend di crescita, sottolinea l'istituto, supera significativamente sia la traiettoria di redditività che i target complessivamente delineati nel Piano Strategico, che sarà quindi aggiornato entro fine 2023.

TERNA

La raccomandazione più diffusa fra gli analisti è Hold, ovvero conservare il titolo in portafoglio. La media dei target price è 7,5 euro.

Terna è la società a controllo pubblico che possiede e gestisce la rete per la trasmissione dell’energia elettrica a lunga distanza. Si tratta di un utility con un business regolamentato: le tariffe vengono fissate periodicamente dall’Authority tenendo conto degli investimenti realizzati e del giusto ritorno per gli investitori. Terna è quindi una società con un rischio ridotto, ma al tempo stesso i suoi ricavi sono legati al ciclo economico, perché riflettono il quantitativo di energia trasportato che a sua volta dipende dall’andamento dell’economia.

Disclaimer:

Il Certificate è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7.

La presente comunicazione non integra in alcun modo consulenza nemmeno generica o ricerca in materia di investimenti, non è stata preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e non è soggetta ad alcun divieto che proibisca le negoziazioni prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti.

Ricordiamo, prima dell’adesione, di leggere attentamente il prospetto di base, ogni eventuale supplemento, la nota di sintesi, le condizioni definitive e il documento contenente le informazioni chiave (KID) e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’investimento, ai costi e al trattamento fiscale relativi ai prodotti finanziari ivi menzionati reperibili sul sito dell’emittente: clicca qui.

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