Protezione totale e premi: la combo per chi punta sull'Italia

Comunicazione di marketing
Nel contesto attuale di mercato, avere sottomano un prodotto a capitale totalmente protetto che paga il 4,5% all’anno non è certo poco. Se poi la durata è relativamente breve e nei primi due anni il rendimento è incondizionato, ancora meglio.
Ci riferiamo al nuovissimo certificato ISIN IT0006754995 di Marex che investe su Eni, Enel e Intesa Sanpaolo merita. A fronte di una protezione al 100% del capitale a scadenza, il prodotto paga nei primi due anni quattro premi incondizionati semestrali del 2,25%, pari al 4,5% annuo. Nel terzo e quarto anno i premi, di pari importo, diventano condizionati ad una barriera al 70%, ma con memoria. Molto interessante anche il fatto che, la possibilità di rimborso anticipato, parte dal terzo anno.
La protezione serve in portafoglio quando lo scenario diventa imprevedibile
I mercati azionari europei hanno mostrato molta forza negli ultimi mesi, segnando performance veramente molto interessanti e, per una volta, battendo gli indici americani tipicamente più efficienti. La prevalenza di titoli value ci ha aiutato molto, rispetto ai panieri più growth americani e infatti, tra tutti, spicca proprio il nostrano Ftse Mib che ha visto una performance veramente impressionante, passando da ottobre, a metà febbraio, da 20.500 punti a quasi 28.000 punti (circa il 35%).
Anche da un punto di vista tecnico, il movimento è stato veramente molto interessante, guidato da una flag rialzista (evidenziata nel grafico). Preso il target della figura che ora ha portato il MIB su una resistenza statica molto importante a 28.000 punti. Possibile anche pensare ad uno spunto rialzista ulteriore nuovamente verso i 28.000 punti ma sembra essere molto probabile una fase di storno anche importante per permettere all’indice di ricaricare. Una dinamica che potrebbe proprio essere guidata dal mese di marzo, denso di dati macro e con due meeting fondamentali di Fed e BCE. Ci spieghiamo meglio. A dare l’impulso rialzista ad ottobre e novembre ai mercati europei è stato il fatto che anche l’inflazione del Vecchio Continente ha cominciato a scendere (con delay di diversi mesi rispetto a quella Americana), grazie principalmente al forte calo del prezzo dell’energia. Ora in un contesto in cui l’economia dava segnali di debolezza (si vedano i dati macro di dicembre sotto attese) e l’inizio del processo di disinflazione in USA, gli operatori istituzionali hanno cominciato a scommettere sul rallentamento e addirittura inversione delle politiche monetarie della FED prima e poi BCE. Si cominciava a scommettere su un terminal rate ormai vicino e per l’America addirittura ad un’inversione sui tassi già nel secondo semestre 2023.
I dati positivi usciti a gennaio ben sopra le attese hanno però ribaltato la situazione dimostrando un’economia più resiliente delle attese. Il pensiero è che la recessione se ci sarà, sarà soft, forse solo tecnica. Questo è positivo per l’economia ma negativo per i mercati perché gli operatori cominciano a chiedersi per quanto tempo rimarranno su i tassi e se addirittura non ci potrebbe essere un innalzamento dei terminal rate. Ora, delle due l’una. O i dati di gennaio sofferenti di fattori stagionali non sono veritieri oppure effettivamente il quadro sta migliorando. Ce lo diranno i dati macro di marzo e le stesse banche centrali con i meeting attesi per il 16 (BCE) e 22 marzo (FED). Chiaro che se anche questa volta i dati dovessero essere forti e sopra attese potremmo sì vedere forte volatilità dovuta al cambio di attese da parte degli operatori di Borsa circa il comportamento futuro delle banche centrali (da allentamento delle politiche monetaria a riaccelerazione).
Premi del 4,5% e capitale protetto al 100%
Viviamo dunque in un momento particolarmente critico per i mercati che, dopo una corsa fortissima che li ha riportati su massimi veramente importanti, comincia a farsi domande sulla sostenibilità di questi prezzi raggiunti. Ecco perché nel dubbio, inserire prodotti totalmente decorrelati dall’andamento del mercato ha senso e tanto. Infatti, ci consente di estrarre rendimento indipendentemente dalla direzione che il mercato deciderà di prendere rendendo il portafoglio meno sensibile alla volatilità.
Su questa linea viaggia proprio il certificato di Marex ISIN IT0006754995. Se si cerca un prodotto a capitale protetto che paga cedole, questo merita veramente attenzione. Il prodotto punta su un basket worst of composto da tre eccellenze italiane: Eni, Enel e Intesa Sanpaolo. Importante è che l’andamento dei tre titoli non è funzionale alla restituzione del capitale. Il certificato infatti è protetto al 100%. Qualsiasi sarà il comportamento del basket a scadenza, dunque, il prodotto restituirà 1.000 euro a certificato. Ricordiamo come sempre però che i certificati sono esposti al rischio emittente.
Il prodotto, a fronte di una protezione totale e una durata contenuta (la scadenza è fissata per marzo 2027) paga ben quattro premi semestrali incondizionati del 2,25%, pari al 4,5% annuo. Questo appunto implica che qualsiasi sarà il comportamento dei titoli, i primi due anni di premi vedranno il pagamento incondizionato delle cedole. Il terzo e quarto anno invece i premi, di pari importo, sono condizionati ad una barriera collocata al 70% dei relativi strike dei titoli, ma con memoria. Ci soffermiamo su questo punto perché non è per nulla facile trovare barriere così profonde come trigger per il pagamento dei premi in un capitale protetto al 100%. Tendenzialmente, infatti, i premi sono condizionati (e non incondizionati) allo strike (massimo a barriere poste intorno al 90%). Spesso, non è presente neanche la memoria a sostegno dei premi, ovvero la possibilità di recuperare successivamente i premi. Una barriera al 70% con memoria, dunque, risulta essere assolutamente molto competitiva.
Infine, il certificato vede anche la possibilità di rimborso anticipato. Ma questo solo a partire dal terzo anno e con cadenza semestrale (vedi tabella sotto). Il trigger per il rimborso è lo strike.
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