Maxicedola del 17,2% per chi investe su Tesla, BMW e Stellantis

Il settore automobilistico ha sin qui retto decisamente bene alla lunga serie di rialzi dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. Focalizzandosi sull’Italia, ad agosto sono state immatricolate circa 80.000 nuove automobili, con un incremento del 12% rispetto al 2022. Positivo, poi, il fatto che si tratti dell’ottavo mese con il segno “+” in altrettante mensilità.
Complessivamente, fra gennaio ed agosto 2023 sono state immatricolate 1.040.560 auto, con un rialzo che supera il 20% rispetto al dato del 2022, quando ne furono immatricolate 860.084. Certamente, le scorie del Covid ed i rallentamenti dovuti allo stallo della catena di approvvigionamento pesavano più di quanto lo facciano ora, ma i numeri sono positivi. Al tempo stesso, però, ci troviamo ancora su valori inferiori del 21,5% ai dati del 2019. Segno che, almeno in termini potenziali, c’è spazio per un’ulteriore ripresa. Il tutto anche considerando l’andamento del comparto auto elettriche, dove la crescita è meno rapida del previsto.
I numeri sono relativi al mercato italiano, ma possono essere presi come campione per un’analisi su più ampia scala. Anche negli Stati Uniti, infatti, i dati relativi a luglio ed agosto 2023 testimoniano un rialzo rispettivamente del 15% e 16% rispetto agli stessi mesi del 2022, con vendite superiori a 1.300.000 veicoli in entrambi i mesi. Ed anche su scala globale i valori sono ancora inferiori a quelli pre-Covid.
Analizzato il settore automotive a livello generale, possiamo focalizzarci sulle singole aziende sottostanti del certificato.
Tesla, BMW e Stellantis
I sottostanti del certificato ISIN IT0006759077 sono le azioni di Tesla, Stellantis e BMW.
Tesla è il secondo produttore al mondo di auto elettriche, con una posizione di vertice in uno dei settori maggiormente in crescita. Al momento il prezzo del titolo naviga in area 250 dollari per azione, con una capitalizzazione di mercato prossima agli 800 miliardi. Dopo i cali del 2022, il titolo ha ritrovato la strada del rialzo, con una volatilità che nelle ultime settimane appare in calo. Il price earning resta ancora su valori elevati, in area 70, ma siamo lontani dal 1000 toccato qualche anno fa. Segno che i ricavi arrivano e la borsa continua a credere nel titolo.
Numeri incoraggianti anche per Stellantis, che a metà 2023 ha messo a bilancio ricavi netti per 98,4 miliardi di euro, con un incremento del 12% rispetto ai primi sei mesi del 2022. In forte crescita l’utile netto, arrivato a sfiorare gli 11 miliardi, con un balzo del 37% rispetto al 2022. Le azioni navigano in are 17 euro, per una capitalizzazione di mercato che supera i 50 miliardi di euro.
La crescita è guidata da un forte impegno anche nel settore dell’elettrificazione e vendita di vetture a batterie (+24%).
Ed il comparto elettriche traina anche la crescita di BMW, che nel secondo trimestre ha raddoppiato le vendite di BMW e Mini elettriche rispetto all’anno precedente. Per la casa d’auto tedesca il valore complessivo sfiora i 60 miliardi.
A livello complessivo, le vendite potrebbero rallentare nei prossimi mesi, anche alla luce dei rialzi dei tassi, ma lo scenario al momento appare solido. Partendo da queste considerazioni, possiamo definire come relativamente conservative le barriere scelte da Marex per il certificato, in quanto posizionate al 50% dei prezzi di osservazione iniziale (quelli del 13 settembre 2023). Per quanto riguarda la barriera del certificato, va ricordato che si tratta di una barriera discreta, ossia all’europea. Viene quindi osservata soltanto alla scadenza e non durante l’intera vita del prodotto. Vediamo ora alcuni punti chiave di questo certificato focalizzato sul settore automobilistico.
Maxicedola del 17,2% e premi trimestrali dell’1%
Operativamente, come detto, la maxicedola verrà staccata già il 27 ottobre prossimo. Non è prevista barriera cedolare, in quanto si tratta di un coupon incondizionato. Decisamente ricco il premio, pari al 17,2% del valore nominale. Pertanto, per ogni certificato detenuto si incassano 172 euro, messi in pagamento il 31 ottobre. Per chi mira a posticipare eventuali minusvalenze in scadenza, dunque, un timing perfetto, senza aspettare gli ultimi giorni dell’anno, con il rischio di vedersi accreditata la cedola troppo tardi.
Successivamente entrano in gioco le barriere del 50% per i premi. Su base trimestrale l’investitore incassa delle cedole dell’1% a patto che nessuno dei tre titoli abbia perso oltre il 50% dai prezzi di osservazione iniziale. È presente anche l’effetto memoria. Nel caso in cui una cedola non fosse pagata, sarebbe portata a memoria. L’investitore potrebbe incassarla qualora si verificassero nuovamente le condizioni per il pagamento in una qualsiasi finestra cedolare successiva (in modo cumulativo).
Valore di rimborso del certificato
Il certificato prevede la possibilità del richiamo anticipato, con un trigger di attivazione discendente. L’emittente rimborserà il prodotto a partire dalla terza finestra cedolare (25 giugno 2024) con un trigger del 100%, ossia se i tre titoli si troveranno sopra i rispettivi prezzi di osservazione iniziale. Stesso scenario tre mesi più tardi, mentre il trigger per l’attivazione del richiamo anticipato poi scende del 5% ogni due date di osservazione. Pertanto, si troverà al 95% a dicembre 2024 e marzo 2025, per poi scendere al 90% e via dicendo.
La naturale scadenza del certificato è fissata per il 14 settembre 2026. Nel caso in cui non si attivasse prima l’opzione del richiamo anticipato a tal data sarebbero possibili due scenari.
Se i tre titoli si troveranno sopra il 50% dei prezzi iniziali, il rimborso sarà pari al valore nominale del certificato, ossia mille euro, cui si sommerà l’ultimo premio (10 euro) ed ogni altra cedola eventualmente portata a memoria. Per contro, se uno o più titoli sottostanti avranno perso oltre il 50% il rimborso sarà proporzionale alla performance del worst of, con un rimborso finale inferiore a 500 euro per certificato.
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