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  Le eccellenze italiane per sfuggire alle incertezze. Ed è subito maxi-cedola

Cresce l’incertezza del quadro economico e per l’investitore le scelte si fanno più ardue. Le ultime previsioni economiche di fine estate della Ue hanno corretto il tiro, sancendo la frenata dell’economia europea che continua sì a crescere, ma con minore slancio rispetto a quanto era stato previsto in primavera. Lo stesso ha fatto due giorni fa il governo italiano con l’approvazione del Nadef (Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza) che fissa per il 2024 un obiettivo di crescita del Pil 2024 a +1,2%, dalla previsione di +1,5% dello scorso aprile.

L'economia degli Stati Uniti si è risollevata con forza dagli abissi della recessione pandemica, grazie a un'ampia risposta politica del governo. Tuttavia, la guerra della Russia contro l'Ucraina e le forti pressioni inflazionistiche hanno frenato le prospettive economiche, che oggi trovano ulteriori difficoltà nel rialzo del petrolio, nel rialzo del dollaro che minaccia di frenare le esportazioni, e nell’acuirsi del confronto politico in vista delle prossime elezioni presidenziali.

Le Borse accusano il peso di troppe incertezze

Il futuro della Cina resta avvolto in un’ampia nube di incertezza. Da un lato abbiamo gli ultimi dati sul settore industriale, che segnalano che in agosto sono tornati a salire gli utili generati dalle aziende manifatturiere cinesi con un incremento del 17% anno su anno (primo rialzo dopo oltre un anno di declino). Dall’altro aumentano i timori per una crisi del debito che vede di nuovo al centro il settore immobiliare.

I mercati azionari stanno accusando il peso di tutte queste incertezze. A Wall Street l’S&P500 e il Nasdaq si avviano a chiudere settembre come il peggior mese dell’anno con perdite rispettivamente del 5,2% e del 6,7%. In Europa l’EuroStoxx 50 ha perso il 4% scivolando sui minimi da aprile.

A preoccupare gli investitori è anche il fatto che l’inflazione continua a mostrarsi tenace e le banche centrali si guardano bene dal dichiarare finita la stagione del rialzo dei tassi. Al contrario, nelle previsioni degli economisti la data di inizio della discesa del costo del denaro si sposta sempre più in avanti.

In quattro anni rendimento potenziale del 6,75% all’anno

In un quadro di questo tipo i certificate risultano strumenti di investimento particolarmente interessanti per la loro capacità di coniugare buoni rendimenti (superiori all’inflazione) con un alto livello di protezione del capitale, togliendo all’investitore buona parte dell’ansia causata dalla volatilità dei mercati.

Di particolare interesse è l’ultimo certificate creato da Unicredit con codice ISIN DE000HC9KWL9 che arriverà sul mercato martedì 3 ottobre. È un prodotto che investe su tre eccellenze della Borsa italiana, Banco BPM, StM e Nexi, con durata di quattro anni e un rendimento potenziale complessivo del 6,75%.

A favore di questo certificate gioca il fatto che l’indice FtseMib di Piazza Affari si caratterizza per un trend di fondo piuttosto solido, nonostante le tensioni sui conti pubblici e sui titoli di Stato. Il calo dell’ultimo mese è di circa il 2,8%.

Maxi-cedola utile per chi ha minusvalenze che scadono

Agli investitori piacerà sicuramente il maxi-bonus non condizionato del 15% che verrà pagato già il 23 novembre. La maxi-cedola è particolarmente utile per chi ha nello zainetto fiscale minusvalenze che si avviano alla scadenza.  Infatti, grazie alla normativa fiscale dei certificate, i premi possono essere utilizzati per compensare precedenti minusvalenze.

Pagata la maxi-cedola, a partire da dicembre 2023 il certificate distribuirà ogni trimestre premi dello 0,75% (3% all’anno) condizionate da una barriera molto profonda, posta al 50% del valore iniziale dei sottostanti. Quindi, i premi (senza memoria) verranno pagati se alle date di osservazione previste nessuna delle tre azioni, fra Banco BPM, Nexi e StM, risulterà più che dimezzata rispetto al fixing.

Barriera al 50% per le cedole e il capitale

La stessa barriera al 50% giocherà a scadenza a protezione del capitale, dato che il certificate verrà rimborsato al 100% del valore nominale (100 euro) anche se all’ultima data di osservazione uno, due, o tutti e tre i sottostanti dovessero accusare un ribasso rispetto ai valori iniziali. La barriera protegge fino a un ribasso massimo del 50%. In caso di ribasso maggiore l’investitore subirà una perdita.

Se tutto andrà per il verso giusto, l’investitore che comprerà nelle prossime settimane il certificate DE000HC9KWL9, in quattro anni incasserà 15 euro di maxi-bonus e 12 euro di cedole trimestrali, per un totale di 27 euro, che corrispondono a un rendimento medio annuo del 6,75%.

Possibile il rimborso anticipato

Questo rendimento potrebbe salire notevolmente in caso di rimborso anticipato. Infatti, è previsto che a partire dal nono mese dall’emissione (giugno 2024) il certificate verrà ritirato anticipatamente se alle date di osservazione tutti e tre i sottostanti si presenteranno con quotazioni superiori al 100% del valore iniziale (trigger level). In questo caso il certificate verrà immediatamente rimborsato al 100% del valore nominale (100 euro), dopo avere pagato l’ultima cedola. Nessuna altra cedola sarà più dovuta.

Per favorire la possibilità di rimborso anticipato (autocall), l’emittente ha previsto un trigger level decrescente di cinque punti percentuali ogni sei mesi, con una scala che parte dal 100% del fixing iniziale e arriva gradualmente all’80% nelle ultime due date di osservazione, prima della scadenza finale.

Grazie al maxi-bonus iniziale, qualsiasi rimborso anticipato farà schizzare al rialzo il rendimento. Ipotizziamo, per esempio, che esattamente fra un anno si verifichino le condizioni dell’autocall e che in questi 12 mesi il certificate abbia pagato tutti e quattro i premi trimestrali previsti. Chi compra oggi il prodotto si troverà nell’ottobre 2024 ad avere incassato 18 euro di cedole (fra maxi iniziale e trimestrali), pari a un rendimento annuo del 18%. Con autocall fra due anni il rendimento annuo sarebbe del 10,5%.

Due scenari possibili alla scadenza finale (settembre 2027)

Se invece non ci sarà rimborso anticipato, alla scadenza finale nel settembre 2027 gli scenari possibili saranno due.

Con tutti e tre i sottostanti sopra la barriera (o allo stesso livello) il certificate verrà rimborsato al 100% del valore nominale (100 euro) e il rendimento complessivo dell’investimento dipenderà da quante cedole trimestrali sono state pagate (ricordiamo che non c’è l’effetto memoria).

Con anche soltanto un sottostante sotto la barriera, il rimborso sarà proporzionale alla performance del peggiore dei sottostanti. Ipotizziamo che il peggiore accusi un ribasso del 55% rispetto al valore iniziale. Il rimborso avverrà a 45 euro, pari al 45% del valore nominale del prodotto.

Focus sui sottostanti

Nella tabella qui sotto riportiamo i fixing iniziali dei tre sottostanti, che corrispondono ai prezzi di chiusura del 27 settembre 2023. La media dei target price è quella calcolata dal sito Market Screener.

Sottostanti

Valore iniziale

Barriera al 50%

Media target price

Banco BPM

4,555

2,2775

5,90

Nexi

5,778

2,889

10,9

StM

39,81

19,905

58,90

 

NEXI

Le azioni Nexi stanno attraversando un periodo delicato, con il titolo che da inizio anno è sceso del 24% e ora naviga su minimi storici. Sono diversi i fattori che stanno influenzando negativamente le quotazioni dell’azienda che occupa una posizione di leadership in Europa nella creazione di infrastrutture per pagamenti digitali, nell’emissione di carte di pagamento e nei servizi di clearing.

A detta degli analisti, pesa sull’andamento di Nexi la controversia con Cedacri sul valore di Oasi, società che nel 2019 Nexi ha venduto all’azienda di software del gruppo Ion. Venditore e compratore si accusano a vicenda: nel 2019 Nexi ha incassato con la cessione 151 milioni di euro e successivamente ha contestato a Cedacri il mancato pagamento dell’earn out, cioè della componente del prezzo di vendita legata alla performance dell’azienda. Dal canto suo Cedacri ha contestato l’Ebitda 2018 dichiarato dal venditore che avrebbe determinato il prezzo di vendita. Cedacri si è quindi rifiutata di pagare l’earn out e ha chiesto indietro 74,1 milioni di euro come aggiustamento del prezzo d’acquisto. La questione, che va avanti da tre anni, potrebbe concludersi entro la fine dell’anno con un arbitrato. La soluzione del contenzioso avrebbe sicuramente risvolti positivi sulle quotazioni di Nexi.

Un altro tema che preoccupa gli investitori è quello del debito: al 30 giugno scorso Nexi aveva una posizione finanziaria netta negativa per 5,51 miliardi di euro, in crescita dai 5,48 miliardi di fine 2022, pari a 3,2 volte l’Ebitda. Durante la presentazione dei risultati semestrali il Ceo Bertoluzzo ha annunciato che almeno 1,5 miliardi di cassa saranno riservati alla riduzione del debito, mentre i rimanenti 1,3 miliardi verranno dedicati alla remunerazione degli azionisti e al consolidamento. Il timore di alcuni investitori è che questa strategia possa penalizzare la remunerazione dei soci.

A fronte di queste preoccupazioni, Nexi gode di importanti prospettive di crescita. Secondo l’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments di Nomisma, Assofin e Ipsos, nel 2022 in Italia il numero di transazioni digitali è cresciuto del 16% rispetto al 2021, un valore che sale al 21% per i pagamenti effettuati con carte (debito, credito e prepagate). “I dati sono supportive per Nexi, che attualmente si posiziona come il principale operatore italiano nel settore in grado di sfruttare il trend”, sottolineano gli analisti di Intermonte, che confermano la valutazione Outperform con obiettivo di prezzo di 11,4 euro. Tornando al report e guardando al valore complessivo del transato, la crescita si attesta al 21% anno su anno a 391 miliardi. Considerando le sole carte di debito, il numero di operazioni è cresciuto del 25% rispetto al 2021 con il valore complessivo del transato che ha superato i 225 miliardi.

Dal 2019 – si legge nello studio - i pagamenti in contanti sono in calo in Italia. La pandemia ha accelerato la tendenza verso i pagamenti elettronici e, in particolare, verso l'uso di pagamenti con carta contactless. “Ci aspettiamo che il trend di shift verso i pagamenti digitali sia confermato anche per il 2023 e per i prossimi anni anche se con tassi di crescita più contenuti”, spiegano gli analisti di Intermonte, sottolineando che “il mercato italiano è destinato a livelli di crescita anche superiori rispetto ad altri Paesi europei”. Nel 2022 in l’Italia il 69% dei pagamenti è stato ancora eseguito tramite contanti, al quart’ultimo posto tra le nazioni europee. “Ci aspettiamo che il posizionamento di Nexi in mercati sotto penetrati come quello italiano possa essere un boost importante per la crescita del business”, dice ancora Intermonte. Il giudizio positivo è ampiamente diffuso anche fra gli altri broker: su 19 analisti che coprono il titolo, 12 raccomandano di acquistare le azioni e nessuno consiglia di vendere. La media dei target price è 10,9 euro (+91% sul prezzo attuale).

BancoBPM

Borsisticamente parlando, Banco BPM è una delle banche più interessanti in Europa. Negli ultimi anni il management ha fatto un importante lavoro per aumentare l’efficienza e migliorare l’impiego di capitale. Lo sforzo è stato riconosciuto e premiato dal mercato, con un rialzo dall’inizio dell’anno del 34%.

Banco BPM è la banca più radicata in Lombardia e in Veneto, le due regioni più ricche e più produttive del Paese. Di conseguenza, Banco BPM è molto rapida a cogliere gli eventuali miglioramenti della congiuntura economica e soffre meno di altri istituti in caso di recessione.

Dopo le preoccupazioni di questa estate, sembra cessato l’allarme per la tassa straordinaria sugli utili delle banche. Infatti, la nuova versione sembra avere un impatto quasi marginale sulle banche, alle quali viene data la possibilità di evitare di pagare la tassa se scelgono di destinare un importo pari a 2,5 volte la stessa tassa alle "riserve patrimoniali indisponibili". Le riserve "disponibili" esistenti possono comunque essere utilizzate dalle banche per raggiungere i 2,5 volte nel caso, ad esempio, in cui la redditività del 2023 non sia sufficiente. La tassa sarebbe pagata solo nel momento in cui la banca decidesse in futuro di distribuire le riserve appositamente accantonate.

Banco BPM è il terzo miglior titolo dell'indice Stoxx Banks del 2023 (+15%). Il consensus di Market Screener registra 12 raccomandazioni di acquisto e un giudizio Neutral,  con un target price medio di 5,90 euro.

StM

StM è il primo produttore europeo di chip e si caratterizza per un portafoglio di attività molto equilibrato, fra tlc, industria, automotive e meccatronica. Negli ultimi 10 anni il titolo ha sovraperformato il mercato del 6,7% all’anno. La società, controllata in modo paritetico dal governo italiano e dal governo francese, si avvia confermare per un prossimo triennio il presidente e Ceo Jean-Marc Chery, nominato per la prima volta nel gennaio 2018. Da allora StM ha registrato un rendimento complessivo del 120%, rispetto al +21% del FtseMib.

StM è un importante fornitore di Apple, in particolare per microprocessori utilizzati nell’iPhone. Secondo alcuni analisti, è positivo che Apple abbia scelto di lanciare il nuovo iPhone 15 allo stesso prezzo dell’iPhone 14 dell’anno scorso: la stabilità del prezzo potrebbe fornire uno stimolo al mercato e fare crescere la domanda.  Negli ultimi 12 mesi i volumi di vendita degli iPhone sono scesi del 10%, che è comunque una performance migliore di quella dell’intero mercato globale degli smartphone, che negli ultimi 12 mesi ha registrato un calo del 14%. Apple rappresenta il 17% dei ricavi di StM.

Su 23 analisti che coprono il titolo, 15 raccomandano di comprare azioni StM e sei hanno un giudizio neutrale. La media dei target price è 58,9 euro, più alta del 48% rispetto al prezzo attuale.

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