L’investimento nella moda che può rendere il 17,4% all’anno

Come ci sono le Ferrari, le Porsche e le Mercedes, tre marchi di automobili appartenenti della sfera del lusso ma con caratteristiche molto diverse, così anche nell’abbigliamento e nella moda ci sono brand di grandissimo prestigio, come Louis Vuitton, Hermès e Dior, e una grande quantità di altri marchi, ognuno con una sua identità e una capacità di presa emotiva su fette più o meno grandi di pubblico.
L’investitore che giudica troppo care le azioni Lvmh e Prada scambiate a 25 volte gli utili del 2023, per non parlare delle azioni Hermès che a Parigi valgono 51 volte gli utili futuri, hanno a disposizione un’ampia scelta di altri titoli legati alla moda e al lusso. Tenuto conto che la definizione di lusso è un concetto molto ampio.
Secondo Annamaria Tartaglia, esperta di marketing e comunicazione nel mondo della moda, del lifestyle e del lusso, nonché fondatrice e Ceo di TheBrandSitter, società dedicata allo sviluppo strategico di marchi alto di gamma, i segmenti del lusso possono essere suddivisi in quattro grandi categorie:
- Segmento accessibile, che è un po’ un ossimoro perché per sua natura il lusso è legato all’esclusività; questo segmento è però significativo in quanto genera molto fatturato e avvicina i grandi brand a più persone.
- Segmento “imbarazzante” (detto anche Opulux) legata all’esibizione di uno status, rappresentativa del concetto di more is more, tipico dei cosiddetti nuovi ricchi.
- Segmento rassicurante, detto anche Egolux, ovvero il lusso per se stessi, che ha alla base la consapevolezza del valore dell’oggetto legato all’arte, alle passioni, alle manie personali.
- Segmento aristocratico, uno dei più grandi retaggi del lusso del passato, legato all’esercizio e all’estetica del potere.
C’è poi un altro concetto molto importante per l’economia del settore, che è quello del lusso emergente. Nel 2022, dice Tartaglia, l’industria del lusso ha generato una crescita positiva per il 95% dei brand. Gli Stati Uniti e l'Europa guidano ancora la crescita, nel frattempo emergono nuovi mercati localizzati nei cosiddetti Paesi emergenti, con nuovi consumatori “meno strutturati dal punto di vista economico rispetto ai veri ricchi”.
L’investimento nella moda che può rendere il 17,4% all’anno
A questo punto è evidente che trovare in questo mare magnum le occasioni di investimento più interessanti è un’impresa difficile e rischiosa senza le conoscenze e i consigli di professionisti esperti.
Una possibilità stimolante per investire nella moda abbordabile con prospettive di ritorno molto interessanti è il nuovissimo certificate di Vontobel, un Cash Collect che offre un rendimento potenziale del 17,4%, grazie a cedole mensili dell’1,45%. Emesso il 31 luglio scorso, il certificate con codice Isin DE000VM0FGH9 ha per sottostanti tre aziende dell’abbigliamento-moda: Capri Holding, Gap e Zalando.
Capitale protetto fino a un ribasso massimo del 50%
Il prodotto ha una durata di tre anni e offre una forte protezione al capitale investito, grazie a una barriera profonda al 50% del valore iniziale dei sottostanti. Il rispetto della medesima barriera al 50% è la condizione per il pagamento delle cedole mensili, che comunque sono dotate di memoria, per cui se a una determinata scadenza non ci fossero le condizioni per il pagamento della cedola, questa verrà accantonata e corrisposta alla prima scadenza successiva in cui tutti e tre i sottostanti saranno sopra la barriera.
Fixing e barriera, i livelli da monitorare
Nella tabella qui sotto riportiamo i dati chiave del certificate con codice Isin DE000VM0FGH9. Il fixing iniziale è il prezzo di chiusura registrato il 31 luglio 2023. Nell’ultima colonna riportiamo la media dei target price degli analisti secondo il consensus di Market Screener.

Capri Holding, Gap e Zalando sono tre aziende molto note nel mondo della moda e dell’abbigliamento, con posizioni diverse sul mercato. Capri Holding, titolare dei marchi Michael Kors, Versace e Jimmy Choo, appartiene a pieno titoli al settore del lusso.
Gap è la principale azienda statunitense di abbigliamento, decisamente lontana dal concetto di lusso. Gap produce e vende con i marchi Banana Republic, Old Navy, Piperlime, Athleta, e ovviamente Gap.
La tedesca Zalando è una società di e-commerce specializzata nella vendita di calzature e abbigliamento.
In comune queste società hanno il fatto di essere in una fase di rilancio dopo un periodo difficile. Per tutte e tre le quotazioni attuali sono ben lontane dai massimi. Al tempo stesso, però, le azioni di Gap e Zalando non sono mai scese nella loro storia a un livello così basso come quello indicato dalla barriera del certificate.
Vediamole in dettaglio una per una.
Capri Holding
Fondata nel 1981 dallo stilista Michael Kors, Capri Holding vende vestiti, scarpe, orologi, borse e accessori. A fine aprile la società ha chiuso il bilancio 2023 con ricavi a 5,6 miliardi di dollari, invariati sull’anno precedente, e un utile di 616 milioni, in calo del 25%. Dall’inizio dell’anno il titolo è sceso del 37% anche a causa dei risultati deludenti dell’ultimo trimestre, che ha registrato un calo del fatturato del 10,5%. Capri ha sofferto in particolare il rallentamento del mercato del lusso in Nord America, una tendenza che ha intaccato negativamente anche i recenti risultati del gruppo Lvmh.
Sul futuro, il Ceo John Idol è ottimista: "Con Versace, Jimmy Choo e Michael Kors abbiamo tre marchi incredibilmente potenti per guidare la nostra crescita futura. Pur riconoscendo l'esistenza di incertezze a breve termine nelle Americhe, siamo incoraggiati dalle forti tendenze in Asia e dalla continua crescita nell'area EMEA (Europa, Medio Oriente, Africa)”. Idol ha indicato per il 2024 ricavi di gruppo a 5,7 miliardi di dollari con un margine operativo al 16,5%. Nello specifico, il fatturato di Versace sarà di 1,2 miliardi, 700 milioni quello di Jimmy Choo e da Michael Kors il Ceo si aspetta ricavi per 3,8 miliardi di dollari con un margine operativo al 20%, superiore a quello degli altri due marchi.
Goldman Sachs e Ubs hanno confermato entrambi il giudizio Buy. Al prezzo attuale Capri capitalizza 4,2 miliardi di dollari, cioè soltanto 5,6 volte gli utili del 2024, contro un P/E medio dell’indice americano S&P500 di 20 volte. Senza andare a scomodare Lvmh e il suo P/E di 25 volte, un competitor più vicino a Capri come Ralph Lauren è scambiato a 13 volte gli utili futuri.
L’azione di Capri Holding è scesa sotto i 18 dollari, il livello della barriera, soltanto fugacemente nella primavera 2020. Da settembre 2020 è sempre stata stabilmente sopra i 20 dollari, con un recente picco di 68 dollari nel febbraio 2023.
Dei 20 analisti che coprono il titolo, la metà consiglia di comprare le azioni e l’altra metà ha un giudizio neutrale. La media dei target price è 49,9 dollari.
Gap
Dopo un anno di ricerche, il 26 luglio scorso il board di Gap ha finalmente annunciato la scelta del nuovo Ceo nella persona di Richard Dickson, attuale Coo (direttore generale) di Mattel. Dickson lascia Mattel in un momento di grande splendore, con la casa di giocattoli che festeggia il successo del film Barbie, e si lancia nell’avventura di rilanciare Gap, che è alle prese con un crollo delle vendite che dura da anni. Dallo scorso autunno Gap ha licenziato più di 2.000 dipendenti nel tentativo di snellire le operazioni e tagliare i costi.
Nell'ultimo trimestre, chiuso il 29 aprile, le vendite sono diminuite del 6% rispetto al periodo precedente, raggiungendo i 3,28 miliardi di dollari. Gap ha registrato una perdita netta trimestrale di 18 milioni di dollari, in miglioramento rispetto alla perdita di 162 milioni di dollari dell'anno precedente.
Dall’inizio dell’anno le quotazioni di Gap sono in calo del 9,5%. Il titolo ha segnato un minimo di 5,65 dollari nella primavera 2020 (comunque sopra la barriera) per poi riprendersi fino a un picco di 36 dollari nel maggio 2021.
I pareri dei 21 analisti che coprono il titolo sono ben variegati, con cinque raccomandazioni di acquisto e tre giudizi Sell (vendere). Gli altri 13 esperi hanno una posizione neutrale.
Zalando
Il leader in Europa delle vendite online di scarpe e abbigliamento prosegue con metodo sulla strada dell’aumento della redditività. Ma è un processo lento e graduale. Dopo la fortissima crescita registrata fra il 2018 e il 2021, con la pandemia che ha spinto il raddoppio dei ricavi in quattro anni, il management di Zalando un anno fa ha annunciato che la priorità è fare salire i profitti. Taglio dei costi e razionalizzazione sono state le parole guida di questi 12 mesi.
Giovedì 3 agosto Zalando ha diffuso dati positivi del secondo trimestre, chiuso con un utile operativo quasi raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2022, grazie a una migliore gestione degli ordini e a un marketing più mirato. L’Ebit ha raggiunto i 144,8 milioni di euro con una crescita dell’87%. I ricavi sono stati pari a 2,55 miliardi di euro (-2,5%) e l’utile netto è risultato pari a 56 milioni, in forte crescita rispetto ai 14 milioni dello stesso periodo del 2022.
Per l’intero esercizio 2023 il consensus degli analisti stima ricavi a 10,5 miliardi (+2%) con un utile di 114 milioni, rispetto ai 16 milioni del 2022.
Su 30 analisti che coprono il titolo, 21 raccomandano di comprare le azioni e la media dei target price è 40,8 euro.
Possibile il rimborso anticipato del certificate DE000VM0FGH9
Non è detto che l’investimento nel certificate DE000VM0FGH9 duri tutti i 36 mesi fino alla scadenza finale del luglio 2026, perché il prodotto prevede la possibilità del rimborso anticipato, possibile a partire dalla data di osservazione del 29 aprile 2024 e in tutte le successive date di osservazione. Per aumentare la possibilità del rimborso anticipato i livelli trigger che fanno scattare l’autocall sono discendenti: se da aprile 2024 a settembre 2024 sarà necessario che tutti e tre i sottostanti quotino sopra il 100% dei Valori iniziali (o allo stesso livello), da ottobre 2024 al marzo 2025 basterà il 95%. Ogni 6 mesi il livello trigger scenderà di cinque punti percentuali fino a diventare pari all’80% fra l’aprile 2026 e il giugno 2026. Poi, alla scadenza finale del 31 luglio 2026, il riferimento sarà la barriera al 50%.
Cosa succede alla scadenza finale
Se il certificate non sarà stato rimborsato in anticipo, alla scadenza finale del 31 luglio 2026 potranno realizzarsi due ipotesi:
- Tutti e tre i sottostanti quotano sopra la barriera (o allo stesso livello). Il certificate viene rimborsato a 100 euro (100% del Valore nominale) e l’investitore riceve l’ultimo premio e tutti i premi precedenti eventualmente non pagati e accantonati per l’effetto memoria.
- Anche solo uno dei sottostanti accusa un ribasso superiore al 50% rispetto al Valore iniziale. L’investitore non riceve nessun premio e il certificate viene rimborsato in proporzione alla performance del peggiore dei due sottostanti. Ipotizziamo che il peggiore sia Gap con una discesa del 65% dal Valore iniziale: il certificate verrà rimborsato al 35% del Valore iniziale, cioè a 35 euro.
Disclaimer:
Il Certificate è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7.
La presente comunicazione non integra in alcun modo consulenza nemmeno generica o ricerca in materia di investimenti, non è stata preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e non è soggetta ad alcun divieto che proibisca le negoziazioni prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti.
Ricordiamo, prima dell’adesione, di leggere attentamente il prospetto di base, ogni eventuale supplemento, la nota di sintesi, le condizioni definitive e il documento contenente le informazioni chiave (KID) e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’investimento, ai costi e al trattamento fiscale relativi ai prodotti finanziari ivi menzionati reperibili sul sito dell’emittente: clicca qui.